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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

24-2 Marzo 25, 1928 Come le conoscenze sono tanti passi che il Divin Volere ha fatto per ritornare in mezzo alle creature. Come questi passi porteranno vita, luce, santità. Sospiri di Gesù nel farli conoscere.

La Divina Volontà - Libro 24°

24-2 Marzo 25, 1928 Come le conoscenze sono tanti passi che il Divin Volere ha fatto per ritornare in mezzo alle creature. Come questi passi porteranno vita, luce, santità. Sospiri di Gesù nel farli conoscere.
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(1) La mia povera mente mentre seguiva il Fiat Divino per accompagnare gli atti suoi, andava pensando a tante verità che il mio amato Gesù mi aveva detto sulla Divina Volontà, con quanto amore ed interesse me le aveva manifestato. Onde pensavo tra me: “Le prime verità dettami da Lui sembravano lampi di luce, che sprigionavano da dentro una luce interminabile, poi, mano mano non più lampi, ma fontane di luce, sotto di cui, la povera anima mia restava sotto il continuo getto di queste fontane di luce, finalmente mi sembravano mari di luce, di verità, in cui io restavo tanto sommersa, che la mia piccola capacità non tutto poteva prendere e lasciava molte verità in quello stesso mare in cui io mi sentivo immersa, ma non mi era dato di restringere in me tutta quella luce interminabile, che convertendosi in parole mi manifestavano l’armonia, la bellezza, la potenza del Supremo Volere; ora mi sembra che sto nella luce, ma la luce non parla, ed io mentre bevo mari di luce non so dirne nulla”. Ora mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno, e tutto amore mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tu devi sapere che la nostra paterna bontà, come l’uomo si sottrò dalla nostra Volontà, così ritirò la vita operante di Essa da mezzo le creature, perciò pochissimo hanno saputo dire di Essa, perché non scorreva in loro come vita il mare della luce operante del mio Fiat Divino, perché essi stessi ingratamente lo avevano respinto, e per somma nostra bontà le lasciammo il bene di poter seguire gli ordini del nostro Volere, non la vita, in cui potevano sperare la loro salvezza, perché senza di Essa non c’è né salvezza, né santità. Ma la nostra paterna bontà, il nostro Volere ed il nostro amore, vagheggiavano, sospiravano, anelavano forte il ritorno come vita operante in mezzo alle creature, vedevano che esse non potevano raggiungere lo scopo perfetto della Creazione, né formare quell’immagine da Noi voluta, tutta a somiglianza nostra come fu creata da Noi senza la vita operante del nostro Fiat, perché Esso essendo atto primo della creatura, mancando Esso la creatura resta disordinata, contraffatta, perché le manca il primo atto della sua esistenza. Ora, tu devi sapere che il nostro Essere Supremo, dopo tanti secoli di sospiri nascosti, rigurgitò più forte d’amore, più che nella stessa Creazione e Redenzione, sentimmo il bisogno d’amore, perché Esso rigurgitando straripava fuori di Noi, di fare i primi passi verso la creatura, e come Io incominciai a manifestarti le prime verità sul mio Voler Divino, così lo tiravo a fare i primi passi in mezzo alle creature, e questi passi li accentravo in te per mezzo delle sue conoscenze, e come vedevo che mettevi i tuoi passi in quelli del Fiat Divino, Io gioivo, facevo festa, e manifestandoti altre verità su di Esso, lo tiravo a fare altri passi, sicché quante verità ti ho detto sulla mia Volontà, tanti passi ho fatto fare al mio Fiat per farlo ritornare come vita operante in mezzo alle creature. Perciò te ne ho detto tanto, che si può dire che Cielo e terra sono pieni dei passi delle conoscenze del mio Volere, che unendosi insieme formano il mare di luce nell’anima tua, che volendo straripare da dentro di te, vuol fare la sua via in mezzo alle creature, e questi passi saranno moltiplicati a secondo che saranno riconosciute le verità sulla mia Volontà, perché Io non manifesto mai una verità, se non quando voglio far dono, dandole la vita ed il bene che essa contiene. Onde fino a tanto che la mia Volontà Divina non sarà conosciuta con tutte le sue conoscenze, i suoi passi saranno inceppati e sospeso il bene che vuol fare alle creature. Se tu sapessi com’è doloroso poter fare del bene, mettersi in atto di farlo, e perché non si conosce tenerlo sospeso, ed aspettare e riaspettare, e sospirare chi lo faccia conoscere per sgravarsi dal peso del bene che vuol dare, oh! come ti affretteresti a far conoscere tutti i passi del mio Fiat, molto più ché essi sono passi che porteranno non rimedi, aiuti, medicine, ma pienezza di vita, di luce, di santità e totalità di beni, ed il mio amore rigurgitando ed allagando tutto il mondo, ripristinerà l’ordine della Creazione ed il dominio del mio Volere in mezzo all’umana famiglia”.

(3) Dopo di ciò il mio dolce Gesù si faceva vedere che da dentro il suo cuore divino uscivano tanti raggi di luce, dal punto dove partivano stavano impressa ciascuna conoscenza sulla Divina Volontà, in modo che formavano la più bella corona di luce intorno a quel cuore divino, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:

(4)Figlia mia, guarda che bella corona di gloria e di luce possiede il mio cuore divino, corona più bella e fulgida non poteva possedere, questi raggi sono tutte le conoscenze sulla mia Volontà, però questi raggi sono inceppati, non possono allungarsi, perché le sue conoscenze non sono conosciute, perciò non possono allungarsi ed allargarsi per riempire di luce tutta la terra. Succede come succederebbe al sole se li venisse impedito che i raggi, partendosi del centro della sua sfera, restassero nell’aria senza potersi allungare per toccare la terra ed investirla con la sua luce e col suo calore, il sole col non poter allungare i suoi raggi, non potrebbe dare gli effetti che la luce contiene, né la terra riceverli, ci starebbe una certa allontananza tra la terra e la luce del sole, e quest’allontanamento impedirebbe al sole di far bene alla terra, ed essa sarebbe sterile ed infeconda. Tale sono le conoscenze sul mio Fiat, se non si fanno conoscere, i suoi raggi non si possono allungare e prendere come in mano le anime per riscaldarle, per toglierle il torpore dell’umano volere, plasmarle di nuovo per trasformarle di nuovo nella vita che il mio Fiat le vuol infondere, perché queste conoscenze sono e contengono la nuova creazione, di trasformare la creatura come uscì dalle nostre mani creatrici”.