Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

22-8 Luglio 1, 1927 Come per fare un’opera grande ci vogliono sacrifizi grandi.

La Divina Volontà - Libro 22°

22-8 Luglio 1, 1927 Come per fare un’opera grande ci vogliono sacrifizi grandi.
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(1) Il mio adorabile Gesù si nasconde sempre più e anche nello scrivere non sento più, come quasi fino ad ora, la sua luce suggerirmi i vocaboli necessari di ciò che Lui voleva che io scrivessi. Per una sola parola che mi aveva detto nella sua visitina, che faceva all’anima mia nell’atto di scrivere, me ne suggeriva tanto nel mio interno, fino a farmi risuonare sul mio labbro la sua voce dolcissima che io non arrivavo a scriverle tutte; e ora tutto è stento, tutto è sforzo, tutto è povertà: Povertà di luce, di parole, di vocaboli necessari. I miei poveri occhi si riempiono di sonno e debbo fare sforzi incredibili per poter vergare qualche rigo e questi sforzi mi snervano, mi debilitano tanto, che non posso andare avanti. Oh! come rimpiango Colui che mi era luce, parola, suggeritore, dettatore e mi dava tale veglia, che i miei occhi non sapevano chiudersi al sonno se non quando veniva il mio amato Gesù per portarmi insieme con Sé. Onde stando tutto ciò, dopo aver scritto con stento incredibile, pensavo tra me, che forse, che non è più Volontà di Dio che quando il benedetto Gesù mi dice qualche cosa, che io la segno sulla carta; e se Lui non lo vuole, neppure io lo voglio. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno come per sostenermi, che mi sentivo morire per lo sforzo che avevo fatto nello scrivere un poco e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quanto più grande è un’opera e quanto più bene deve portare all’umana famiglia, tanto più sacrifizi eroici ci vogliono. Quanti sacrifizi, pene, dolori e anche la morte, Io non soffrii per formare l’opera Redentrice delle creature? Perché era opera grande, tutto doveva essere grande: Dolori, pene inaudite, umiliazioni le più infami, amore invincibile, fortezza eroica e pazienza invitta. Tutto doveva essere grande, perché quando un’opera è grande, da tutti i lati vengono prese le creature per poter ricevere il bene che contiene in sé un’opera grande, meno che qualche ostinato e perfido, che per forza vuole sfuggire. Invece quando un’opera è piccola, non si richiedono sacrifizi grandi e perciò un’opera piccola non tutte le creature possono ricevere il bene di essa, perché mancando il grande, chi non troverà la via, a chi le mancherà il terreno sotto i piedi, a chi la luce, ad altri gli mancherà la forza rapitrice d’un amore sacrificato e doloroso, insomma, pochi saranno quelli che potranno ricevere il bene d’una opera piccola, perché le manca la vita e la sostanza di potersi dare a chi la vuole ricevere.

(3) Ora figlia mia, l’opera del regno del Fiat Divino è l’opera più grande e mentre si danno la mano con l’opera della Redenzione, per la gloria Divina e per il bene e santità che porterà alle creature, supera la stessa Redenzione e perciò ci vogliono grandi sacrifizi, pene e dolori senza numero, preghiere incessanti, perciò dovevo scegliere una creatura che volontariamente doveva accettare il lungo sacrifizio di tanti anni, di tante pene variate ed Io farò conoscere ai figli del mio regno quanto ci è costato a te e a Me questo regno della mia Volontà, per fare che tutti potessero entrare in esso, dandogli le vie aperte da tutti i punti ed in tutti i modi per vincerli a farli venire: Vie di luce, vie di pene, vie tutte le manifestazioni e verità che ho fatto, e farò vedere lo sforzo incredibile che hai fatto nello scrivere, per fare che nulla mancasse per fargli trovare terreno solido e vie sicure per attirarli con forza invincibile e fargli prendere possesso del regno del Fiat Supremo.

(4) Quando le umane generazioni conosceranno tutte le conoscenze del Voler Divino, i beni grandi del mio regno e come chi l’ha impetrato ha sofferto sì lunghi sacrifizi, le mie conoscenze ed i tuoi sacrifizi uniti insieme saranno calamite potenti, spinte irresistibili, richiami incessanti, luce penetrante, voci assordanti che assordandole tutte le altre cose, le resterà l’udito per ascoltare i dolci insegnamenti del Fiat Divino e ad accettare un regno che con tanti sacrifizi l’è stato impetrato. Perciò per formare un’opera grande c’è molto da fare e da soffrire, tutto è necessario e ciò che a te sembra pena che dice nulla, agli altri può essere una voce pietosa, che commovendoli si riconosceranno troppo ingrati a non accettare un tanto bene, che per causa loro tanto ci è costato. Quindi lasciami fare e lasciami libero di fare quello che voglio”.