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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

20-36 Dicembre 12, 1926 Il lamento di Gesù nella sua Passione di vedersi divise le vesti e tirata a sorte la tunica. Come Adamo prima di peccare era vestito di luce, e come peccò sentì il bisogno di coprirsi.

La Divina Volontà - Libro 20°

20-36 Dicembre 12, 1926 Il lamento di Gesù nella sua Passione di vedersi divise le vesti e tirata a sorte la tunica. Come Adamo prima di peccare era vestito di luce, e come peccò sentì il bisogno di coprirsi.
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(1) Stavo facendo i miei soliti atti nel Fiat Supremo ed il mio adorato Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nella mia Passione c’è un mio lamento uscitomi con immenso dolore dal fondo del mio cuore straziato, cioè: Divisero le mie vestimenti e la mia tunica tirarono a sorte. Come mi fu doloroso nel veder divise le mie vesti in mezzo ai miei stessi carnefici e messa a gioco la mia tunica, era il solo oggetto che Io possedevo, datomi con tanto amore dalla mia Mamma dolente e ora non solo mi hanno spogliato di essa, ma se ne fanno un gioco. Ma sai tu chi mi trafisse maggiormente? In quelle vesti mi si fece Adamo presente, vestito con la veste dell’innocenza e coperto con la tunica non divisibile della mia Suprema Volontà. L’increata Sapienza nel crearlo fece più che madre amorosissima, lo vestì più che tunica con la luce interminabile della mia Volontà, veste non soggetta né a scomporsi, né a dividersi, né a consumarsi, veste che doveva servire all’uomo come conservare l’immagine del suo Creatore, le sue doti ricevute e che doveva renderlo mirabile e santo in tutte le cose sue, non solo, ma lo ricoprì con la sopraveste dell’innocenza. E Adamo divise nell’Eden con le sue passioni le vesti dell’innocenza e si giocò la tunica della mia Volontà, veste impareggiabile e di luce smagliante. Ciò che fece Adamo nell’Eden, mi si ripeti sotto dei miei occhi sul monte Calvario nel vedere divise le mie vesti e giocata la mia tunica, simbolo della veste regale data all’uomo, il mio dolore fu intenso, tanto che ne feci un lamento. Mi si fece presente quando le creature, facendo la loro volontà, ne fanno un gioco della mia, quante volte dividono con le loro passioni la veste dell’innocenza. Tutti i beni vengono racchiusi nell’uomo in virtù di questa veste regale della Divina Volontà, messa a gioco questa, lui resta scoperto, perde tutti i beni perché le manca la veste che li teneva racchiusi in lui. Sicché fra tanti mali che fanno le creature, col fare la loro volontà, aggiungono il male irreparabile del giocarsi la veste regale della mia Volontà, veste che non potrà essere sostituita da nessun altra veste”.

(3) Dopo ciò il mio dolce Gesù mi faceva vedere che metteva la piccola anima mia dentro d’un sole e con le sue sante mani mi teneva ferma in quella luce, la quale coprendomi tutta dentro e fuori, io non potevo, né sapevo vedere altro che luce ed il mio adorato Bene ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, nel creare l’uomo la Divinità lo metteva nel Sole della Divina Volontà ed in lui tutte le creature, questo Sole le serviva di veste non solo all’anima, ma i suoi raggi erano tanto, che coprivano anche il corpo, in modo che le serviva più che veste, da renderlo tanto ornato e bello, che né re, né imperatori hanno mai comparsi così ornati come compariva Adamo con questa veste di luce fulgidissima. Si sbagliano coloro che dicono che Adamo prima di peccare andava nudo, falso, falso, se tutte le cose create da Noi sono tutte ornate e vestite, lui che era il nostro gioiello, lo scopo per cui tutte le cose furono create, non doveva avere la più bella veste ed il più bello ornamento fra tutti? Perciò a lui conveniva la bella veste della luce del Sole della nostra Volontà e siccome possedeva questa veste di luce, non aveva bisogno di vesti materiali per coprirsi. Come si sottrasse dal Fiat Divino, così si ritirò la luce dell’anima e del corpo e perdette la sua bella veste e non vedendosi più circondato di luce, si sentì nudo e vergognandosi nel vedersi lui solo nudo in mezzo a tutte le cose create, sentì il bisogno di coprirsi e si servì delle cose superflue, delle cose create per coprire la sua nudità. Tanto vero ciò, che dopo il mio sommo dolore di vedere divise le mie vestimenti e giocata a sorte la mia tunica, nel risorgere la mia Umanità, non presi altre vesti, ma mi vestii con la veste fulgidissima del Sole del mio Volere Supremo; era quella stessa veste che possedeva Adamo quando fu creato, perché per aprire il Cielo, la mia Umanità doveva portare la veste della luce del Sole del mio Supremo Volere, veste regale, che dandomi le divise di re ed il dominio nelle mie mani, aprii il Cielo a tutti i redenti e presentandomi al mio Celeste Padre gli offrii le vesti integre e belle della sua Volontà con cui era coperta la mia Umanità, per far riconoscergli tutti i redenti per nostri figli. Sicché la mia Volontà, mentre è vita, è nel medesimo tempo la vera veste della creazione della creatura e perciò tiene tutti i diritti su di lei; ma quanto non fanno esse per sfuggire da dentro questa luce? Perciò tu sii ferma in questo Sole dell’eterno Fiat ed Io ti aiuterò a tenerti in questa luce”.

(5) Onde io nel sentire ciò gli ho detto: “Mio Gesù e mio tutto, com’è, se Adamo nello stato di innocenza non aveva bisogno di vesti perché la luce della tua Volontà era più che veste, eppure la Sovrana Regina, possedeva integra la tua Volontà, Tu stesso eri la stessa Volontà, eppure né la Mamma Celeste, né Tu portavi le vesti di luce e ambedue ve ne serviste di vesti materiali per coprirvi, come va ciò? E Gesù ha ripreso a dire:

(6) “Figlia mia, tanto Io quanto la Mamma mia, venimmo ad affratellarci con le creature, venimmo ad innalzare l’umanità decaduta e quindi a prendere le loro miserie e umiliazioni in cui era caduta per espiarle a costo della propria vita; se ci vedessero vestiti di luce, chi arderebbe di avvicinarci e trattare con Noi? E nel corso della mia Passione, chi avrebbe ardito di toccarmi? La luce del Sole del mio Volere li avrebbe accecati e stramazzati a terra, quindi dovetti fare un miracolo più grande nascondendo questa luce nel velo della mia Umanità e comparire come uno di loro, perché essa rappresentava non Adamo innocente, ma Adamo caduto e quindi doveva assoggettarmi a tutti i suoi mali, prendendoli sopra di Me come se fossero miei per espiarli innanzi alla Divina Giustizia. Invece quando risorsi dalla morte, che rappresentavo Adamo innocente, il novello Adamo, feci cessare il miracolo di tenere nascosto nel velo della mia Umanità le vesti del fulgido Sole del mio Volere e restai vestito di luce purissima e con questa veste regale e abbagliante feci il mio ingresso nella Patria mia, restando le porte aperte, che fino a quel punto erano state chiuse, per fare entrare tutti coloro che mi avevano seguito. Perciò col non fare la nostra Volontà, non c’è bene che non si perde, non c’è male che non si acquista”.