Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

2-52 Agosto 1, 1899 Silenzio e pianto di Gesù per le creature. Sulla purità.

La Divina Volontà - Libro 2°

2-52 Agosto 1, 1899 Silenzio e pianto di Gesù per le creature. Sulla purità.
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(1) Questa mattina il mio soavissimo Gesù, trasportandomi fuori di me stessa, mi faceva vedere la corruzione in cui è decaduto il genere umano. Fa orrore a pensarlo! Mentre mi trovavo in mezzo a queste gente, Gesù diceva quasi piangendo:

(2)Oh! uomo, come ti sei deturpato, deformato, snobilitato, oh! uomo, Io ti ho fatto perché fossi mio vivo tempio e tu invece ti sei fatto abitazione del demonio; guarda anche le piante, coll’essere coperte di foglie e di fiori e frutti, ti insegnano l’onestà, il pudore che tu devi avere del tuo corpo e tu avendo perduto ogni pudore ed anche soggezione naturale che dovresti avere, ti sei reso peggiore delle bestie, tanto che non ho più a chi rassomigliarti. Immagine mia tu eri, ma ora non più ti riconosci, anzi mi fai tanto orrore delle tue impurità, che mi fai nausea al vederti e tu stesso mi costringi a fuggire da te”.

(3) Mentre così diceva Gesù, io mi sentivo straziare dal dolore nel vederlo così amareggiato il mio diletto Gesù, perciò li ho detto: “Signore, avete ragione che non trovate più niente di bene nell’uomo e che è giunto a tale cecità che non sa neppure più tenersi alle leggi della natura, onde se volete guardare l’uomo, non farete altro che mandare castighi, perciò vi prego ad avere di mira alla vostra misericordia e così sarà rimediato tutto”. Mentre così dicevo, Gesù mi ha detto:

(4)Figlia, dammi tu un ristoro alle mie pene”.

(5) Nell’atto di dire così, si è tolto la corona di spine che pareva incarnata nella sua adorabile testa e me l’ha conficcato nella mia, vi sentivo dolori acerbissimi, ma ero contenta che si ristorava Gesù. Dopo ciò, mi ha detto:

(6)Figlia, Io amo grandemente le anime pure e come dagli impuri sono costretto a fuggire, queste invece come da calamita sono tirato a fare soggiorno con loro. Alle anime pure volentieri impresto la mia bocca per farli parlare con la stessa mia lingua, sicché non hanno da durare fatica per convertire le anime; in dette anime Io mi compiaccio non solo di continuare in loro la mia passione e così continuare ancora la Redenzione, ma quello che è più, mi compiaccio sommamente di glorificare in loro le mie stesse virtù”.