Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

2-11 Aprile 7, 1899 Luisa ristora Gesù. Lui le dice: “Voglio farne di te un oggetto delle mie compiacenze”.

La Divina Volontà - Libro 2°

2-11 Aprile 7, 1899 Luisa ristora Gesù. Lui le dice: “Voglio farne di te un oggetto delle mie compiacenze”.
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(1) Continua lo stesso stato, ma specialmente questa mattina l’ho passato amarissima, avevo perduto quasi la speranza che Gesù venisse. Oh! quante lagrime ho dovuto versare! Era proprio l’ultima ora e Gesù non ci veniva ancora. Oh! Dio, che fare? Il mio cuore era in tanto forte dolore ed in continuo palpitare, tanto sì fortemente, che mi sentivo un’agonia mortale. Nel mio interno gli dicevo: “Mio buon Gesù, non vedi pure Tu stesso che mi sento mancare la vita? Dimmi almeno come si può fare a stare senza di te? Come si può vivere? Sebbene sono ingrata a tante grazie, eppure ti amo, giacché ti offro questa pena amarissima della vostra assenza per ripararvi la mia ingratitudine; ma vieni, abbi Gesù pazienza, sei sì tanto buono, non farmi più aspettare, vieni. Ah! non sai pure Tu stesso che crudele tiranno è l’amore che non hai compassione di me?” Mentre stavo in questo stato sì doloroso, Gesù è venuto e tutto compassione mi ha detto:

(2)Ecco che sono venuto, non più piangere, vieni a Me”.

(3) In un istante mi sono trovata fuori di me stessa insieme con Lui, ed io lo guardavo, ma con tal timore che di nuovo lo perdessi, che a larga vena mi scorrevano le lacrime dagli occhi. Gesù ha continuato a dirmi:

(4) “No, non piangere più, vedi un poco quanto sto a soffrire, guardami la testa, le spine sono penetrate tanto dentro, che non più compariscono fuori. Vedi quanti squarci e sangue coprono il mio corpo? Avvicinati, dammi un ristoro”.

(5) Occupandomi delle pene di Gesù ho dimenticato un poco le mie, e così ho incominciato dal capo, oh! quanto era straziante vedere quelle spine così incarnate dentro, che appena si potevano tirare. Mentre io ciò facevo, Gesù si lamentava, tanto era il dolore che soffriva. Dopo che ho tirato quella corona di spine tutta spezzata, l’ho riunita insieme e conoscendo che il maggior piacere che si possa dare a Gesù è il patire per Lui, l’ho preso e l’ho conficcato sulla mia testa.

(6) Poi, una per una si ha fatto baciare le piaghe ed in qualche piaga voleva che succhiassi il sangue. Io tutto cercavo di fare ciò che Lui voleva, ma in muto silenzio, quando si è presentata la Vergine Santissima e mi ha detto: -

(7)Domanda a Gesù che cosa vuol fare di te”.

(8) Io non ardivo, ma la Mamma m’incitava a farlo; per contentarla ho avvicinato le labbra all’orecchia di Gesù e zitto zitto gli ho detto: “Che cosa vuoi farne di me?” E Lui ha risposto:

(9) “Voglio farne di te un oggetto delle mie compiacenze”.

(10) E nell’atto stesso di dire queste parole è scomparso, ed io mi sono trovata in me stessa.