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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

18-15 Novembre 22, 1925 Il gran bene che l’anima riceve col vivere nel Voler Supremo. Gli atti fatti in Esso formano una rugiada celeste che copre tutte le creature.

La Divina Volontà - Libro 18°

18-15 Novembre 22, 1925 Il gran bene che l’anima riceve col vivere nel Voler Supremo. Gli atti fatti in Esso formano una rugiada celeste che copre tutte le creature.
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(1) Stavo secondo il mio solito fondendomi nel Santo Voler Divino, cercando per quanto a me è possibile d’abbracciare tutto nel mio piccolo grembo, per poter mettere il mio piccolo ti amo su tutte le cose, il mio grazie, la mia adorazione, il mio ti benedico, con la potenza del Fiat Supremo, per poter tenere compagnia a questa Suprema Volontà sparsa con tanto amore nella Creazione. Ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Che cosa riceve l’anima vivendo in quest’atmosfera celeste della Suprema Volontà?” In questo mentre, il mio amabile Gesù è uscito da dentro il mio interno, e stringendomi tutta a Sé mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vuoi tu sapere che riceve l’anima vivendo nella mia Volontà? Riceve l’unione della Volontà Suprema con la sua, ed in questa unione la mia Volontà assume il compito di dare la parità della sua con la volontà dell’anima. Sicché la mia Volontà è santa, è pura, è luce, e vuol far pari l’anima nella sua santità, purità e luce, e se il compito dell’anima è di vivere nella mia Volontà, il compito della mia è di dare in modo perfetto la mia somiglianza alla volontà dell’anima, e perciò ti voglio sempre in Essa, per fare che non solo ti tenga in sua compagnia, ma che ti faccia crescere a sua somiglianza, e perciò t’imbocco il cibo delle sue conoscenze, per farti crescere a modo divino e con la sua perfetta somiglianza; ed è per questo che ti vuole insieme dovunque opera la mia Volontà, affinché ti possa dare l’atto del suo operare, il valore che contiene l’operato d’una Volontà Divina, e tu riceverla”.

(3) Ed io nel sentire ciò ho detto: “Amor mio, la tua Volontà è dappertutto, sicché tutti vivono in Essa, eppure non tutti ricevono questa somiglianza”. E Gesù subito ha soggiunto:

(4) “Che c’entra figlia mia? E’ vero che tutti vivono nella mia Volontà, perché non c’è punto dove Essa non si trovi, ma quasi tutti vivono in Essa da estranei, o come mercenari, altri forzati, altri, ribelli; questi tali vivono in Essa e non la conoscono, né posseggono i suoi beni, anzi sono usurpatori di quella stessa vita che hanno ricevuto dalla mia Volontà. Ogni atto di questi è una dissomiglianza che acquistano tra la loro volontà e quella del loro Creatore, è la conferma della loro povertà, delle loro passioni e delle fitte tenebre di cui si riempiono, in modo che sono ciechi per tutto ciò che è Cielo. Per giungere alla parità della mia Volontà non si può vivere da estranei, ma da padroni, deve guardare tutte le cose come cose sue, averne tutta la cura, perciò è necessario conoscerle per amarle e possederle. Per quanto bella e buona è una cosa, se non è totalmente sua, non si ama, non si stima, non si usa tutta quella cura che merita, si ha sempre un occhio freddo nel guardarla e un palpito senza vita per amarla; invece se la cosa fosse sua, è tutt’occhio per guardarla e tutto cuore per amarla, la stima, e giunge a tanto, che ne fa un idolo per il proprio cuore; la cosa in sé stessa non si è fatta più bella, quello che era è, non ha subito nessun cambiamento, il cambiamento lo ha subito la persona col farne acquisto e tenerla come cosa esclusivamente sua. Ecco quello che riceve l’anima col vivere nella mia Volontà: La riceve come sua, la possiede, sente la sua aura celeste, la sua Vita di Cielo, la somiglianza di Colui che l’ha creato, e come vive nel mio Volere si sente tempestata dai riflessi del suo Creatore; in tutto sente la potenza di quel Fiat che dà vita a tutte le cose, e nel pelago dei beni che possiede dice: “Come sono felice, la Volontà di Dio è mia, la posseggo e l’amo”. Perciò tutti gli atti fatti nel mio Volere si diffondono su tutti, e prendono parte tutti. Vedi, quando tu al primo sorgere del giorno dicevi, sorga la mia mente nella Volontà Suprema per coprire tutte le intelligenze delle creature con la tua Volontà, affinché tutti sorgano in Essa, ed io a nome di tutti ti do l’adorazione, l’amore, la sottomissione di tutte le intelligenze create, mentre ciò dicevi, una rugiada celeste cadeva su tutte le creature, che le copriva, per portare a tutte il ricambio del tuo atto. Oh! come era bello vedere coperte tutte le creature con questa rugiada celeste che formava la mia Volontà, di cui è simbolo la rugiada notturna, che al mattino si trova su tutte le piante per abbellirle, fecondarle, e a quelle che stanno per inaridire, impedire che si possano seccare. Col suo tocco celeste pare che metta un tocco di vita per farle vegetare. Com’è incantevole la rugiada al primo del mattino, molto più è incantevole e bella la rugiada degli atti che forma l’anima nella mia Volontà.

(5) Ed io: “Eppure amor mio e vita mia, con tutta questa rugiada le creature non si cambiano”.

(6) E Gesù: “Se la rugiada notturna fa tanto bene alle piante, a meno che non cada su legna secca, tagliata dalle piante, oppure su cose che non contengono nessuna vita, e sebbene restano coperte di rugiada e come abbellite, per loro è come morta, ed il sole come spunta a poco a poco si la ritira; molto più bene fa la rugiada che fa scendere la mia Volontà sulle anime, a meno che non siano del tutto morte alla grazia; eppure, con la virtù vivificante che possiede, se sono morte cerca d’infondere un soffio di vita, ma tutti gli altri sentono, chi più, chi meno, a seconda delle loro disposizioni gli effetti di questa rugiada benefica”.