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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

18-7 Ottobre 17, 1925 La Sapienza Eterna ha stabilito che il cibo dell’anima dell’uomo sia la Volontà di Dio.

La Divina Volontà - Libro 18°

18-7 Ottobre 17, 1925 La Sapienza Eterna ha stabilito che il cibo dell’anima dell’uomo sia la Volontà di Dio.
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(1) Dopo due giorni di privazioni amarissime del mio sommo bene Gesù, me l’ho sentito muovere nel mio interno. Mi pareva di vederlo nel mio interno, che stava seduto con la testa poggiata ad una parte della mia spalla, con la bocca rivolta nella mia in atto di somministrarmi le parole. Io me l’ho stretto e mi son messa ad ascoltarlo, tutta abbandonandomi in Lui. Onde pareva che mi diceva:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà è più che cibo; il cibo dà la forza al corpo, lo riscalda, aumenta il sangue, ravviva l’intelligenza se sta affievolita, mette il brio in tutte le membra e spinge la creatura a nuove opere e sacrifici; invece una che sta digiuna, non dando il cibo necessario al suo corpo, è debole, fredda, povera di sangue, l’intelligenza affievolita, spossata in tutte le membra che la porta alla mestizia e la spinge a non far nulla, senza voglia di sacrificarsi in nulla. Poveretta, si sente mancare la vita in tutta la sua persona, tanto vero, che quando una malattia è mortale per una creatura, abbandona il cibo, e abbandonando il cibo si dispone alla morte. Onde, avendo stabilito l’Eterna Sapienza che anche l’anima avesse il cibo, le fu assegnato come cibo prelibato la Volontà Suprema, sicché chi prende questo cibo è forte nell’operare il bene, è come inzuppato nell’amore verso il suo Dio, questo cibo aumenta il sangue divino per formare la crescenza della Vita di Dio in essa, come sole riflette nella sua intelligenza per farle conoscere il suo Creatore e formarsi a sua somiglianza, mette il brio in tutta l’anima, per mettere in vigore tutte le virtù, e la spinge a nuovi lavori e a sacrifici inauditi. Il cibo della mia Volontà si dà ad ogni istante, ad ogni respiro, di notte, di giorno, in ogni cosa e quante volte si vuole, né c’è da temere, come con il cibo corporale, che prendendone molto fa danno e produce anche le malattie, no, no, quanto più si prende più fortifica ed eleva l’anima alla somiglianza del suo Creatore, si può stare sempre con la bocca aperta in atto di prendere questo cibo celeste; tutto al contrario per chi non prende questo cibo della mia Volontà: per chi non lo prende affatto, si può dire che si dispone a morire eternamente; per chi si ciba di rado, è debole ed incostante nel bene, è freddo nell’amore, è povero di sangue divino, in modo che cresce come anemica, in esso, la Vita Divina; la luce nella sua intelligenza è tanto scarsa, che poco o nulla conosce del suo Creatore, e non conoscendolo la sua somiglianza è lontana da lui per quanto è lontano dal cibo della sua Volontà; è senza brio nell’operare il bene, perché non ha cibo sufficiente, e ora gli scappa la pazienza, ora la carità, ora il distacco di tutto, sicché le povere virtù vivono come strangolate senza il cibo sufficiente della mia Volontà. Ah! se si potesse vedere un’anima priva di questo cibo celeste, ci sarebbe da piangere, tante sono le miserie e le schifezze di cui è coperta. Ma però c’è più da compatire se si vede una creatura digiuna del cibo corporale, perché molte volte le mancano i mezzi per comprarlo, invece il cibo della mia Volontà si dà gratuitamente, quindi chi non lo prende merita la condanna, e la condanna se la forma lei stessa, perché ha rigettato il cibo che gli dava la vita”.

(3) Onde dopo ciò, ho sentito che varie persone avevano sofferto contrasti, umiliazioni ed altro, ed il mio dolce Gesù ha ripreso il suo dire:

(4) “Figlia mia, come il corpo contiene il sangue cattivo che infetta il buono, ed è necessario applicare vescicanti, sanguisughe, salassi, per tirare il sangue cattivo, altrimenti passa pericolo che resti paralizzata per tutta la vita, così l’anima a cui manca il continuo cibo della mia Volontà, contiene tanti umori cattivi, ed è necessario applicare vescicanti d’umiliazioni per tirare l’umore cattivo della propria stima, morsicature di sanguisughe per tirare l’umore infetto della vanagloria del proprio io, repentini salassi per impedire e tirare il sangue cattivo dei piccoli attacchi che si va formando nel proprio cuore per le persone che avvicinano nel fare il bene, altrimenti quegli umori crescerebbero tanto da infettare tutto ciò che fanno, in modo da restare paralizzate nel bene per tutta la vita. Le punture giovano sempre, sono le sentinelle del cuore, che mantengono puro il sangue, cioè retta l’intenzione dell’anima nell’operare il bene. Perciò, se tutti operassero il bene per compiere solo la mia Volontà, le punture non sarebbero necessarie, perché Essa è salvaguardia di tutti gli umori cattivi. Sicché le punture sono anche pene di chi non prende il cibo sufficiente della mia Volontà”.