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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

17-50 Giugno 25, 1925 Come le croci aprono le porte a nuove manifestazioni, a lezioni più segrete, ai doni più grandi. Per vivere nella Divina Volontà, l’anima deve fare il sacrificio totale di tutto, ma tutto starà nel comprenderla, conoscerla ed amarla.

La Divina Volontà - Libro 17°

17-50 Giugno 25, 1925 Come le croci aprono le porte a nuove manifestazioni, a lezioni più segrete, ai doni più grandi. Per vivere nella Divina Volontà, l’anima deve fare il sacrificio totale di tutto, ma tutto starà nel comprenderla, conoscerla ed amarla.
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(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù, tutto amore e tenerezza, è venuto alla povera anima mia. Prima si è messo a me vicino e mi guardava fissa, come se mi volesse dire tante cose, ma voleva allargare la mia intelligenza perché era incapace di poter ricevere e comprendere ciò che Lui voleva dirmi; poi si è disteso su tutta la mia persona e mi nascondeva sotto di Lui, copriva la mia faccia con la sua, le mie mani, i miei piedi coi suoi; mi pareva che stava tutto attento a coprirmi e a nascondermi sotto di Lui, affinché nulla più comparisse di me. Oh! come mi sentivo felice nascosta e coperta tutta da Gesù! Ed io non vedevo altro che Gesù, tutto mi era scomparso. Le gioie, la felicità della sua amabile presenza, come d’incanto erano tutte ritornate a rivivere nel mio povero cuore; il dolore era da me sbandito, né mi ricordavo più la sua privazione che mi era costata pene mortali. Oh! come è facile dimenticare tutto stando con Gesù! Ora, dopo che mi ha tenuto per qualche tempo tutta coperta e nascosta in Lui, tanto che io credevo che non più mi lasciasse, lo sentivo che chiamava gli angeli, i santi, che venissero a vedere ciò che Gesù faceva con me, ed il modo come mi teneva coperta sotto alla sua adorabile persona. Onde dopo mi ha partecipato le sue pene, ed io tutto gli facevo fare, e sebbene mi sentivo come stritolare da quelle pene, mi sentivo felice e provavo le gioie che contiene il Voler Divino quando l’anima si abbandona in Esso, anche soffrendo. Quindi, dopo che mi ha fatto patire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà vuole sempre più darsi a te, e per più darsi, vuole più farsi comprendere, e per rendere più stabile, più sicuro, più apprezzabile ciò che ti manifesta, ti dà nuove pene per maggiormente disporti e preparare in te il vuoto dove deve deporre le sue verità. Vuole il nobile corteggio del dolore per essere sicura dell’anima, e potersi fidare di lei, è sempre il dolore, le croci che aprono le porte a nuove manifestazioni, a lezioni più segrete, ai doni più grandi che voglio deporre in te, perché se l’anima resiste alla mia Volontà penante, dolente, si renderà capace di ricevere la mia Volontà felicitante, ed acquisterà l’udito per capire le nuove lezioni della mia Volontà; il dolore le farà acquistare il linguaggio celeste, in modo da saper ridire le nuove lezioni imparate”.

(3) Io nel sentir ciò gli ho detto: “Mio Gesù e mia vita, mi sembra che ci vuole completo sacrificio per fare la tua Volontà e vivere in Essa, a primo aspetto sembra nulla, ma poi, alla pratica, sembra difficile; quel non avere neppure nelle cose sante, nello stesso bene, neppure un fiato di volontà propria, all’umana natura sembra troppo dolente, quindi, mai potranno le anime giungere a vivere nel tuo Volere con il totale sacrificio di tutto?”.

(4) E Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, il tutto sta nel capire il gran bene che le viene col fare la mia Volontà, chi è questa Volontà che vuole questo sacrificio, e come questa Volontà Suprema non si adatta ad essere intramezzata e convivere con una volontà bassa, piccola e finita; Essa vuole rendere eterni, infiniti e divini gli atti dell’anima che vuol vivere nella mia Volontà, e come può far ciò se lei vuol mettere il suo fiato della volontà umana, fosse anche cosa santa come tu dici? Ma è sempre una volontà finita, e allora non sarebbe più una realtà il vivere nella mia Volontà, ma un modo di dire. Invece, l’ufficio della mia Volontà è dominio totale, ed è giusto che il piccolo atomo della volontà umana resti conquiso e perda il suo campo d’azione nella mia Volontà. Che diresti se una piccola lucerna, un fiammifero, una favilla di fuoco volesse andare nel sole per fare la sua via e formavi il suo campo di luce, d’azione nel centro del sole? Se il sole avesse ragione si sdegnerebbe, e la sua luce ed il suo calore annienterebbe quella piccola lucerna, quel fiammifero, quella favilla; e tu, per prima li burleresti, condannando la loro temerità di voler fare il loro campo d’azione nella luce del sole. Tale è il fiato della volontà umana, anche nel bene, nella mia, perciò sta attenta che in nulla la tua abbia vita; e tutta ti ho coperto e nascosto in Me, affinché non abbia altro occhio che di guardare solo la mia Volontà, per darle il libero campo d’azione nell’anima tua. Piuttosto il difficile starà nel comprendere il vivere nel mio Volere, non nel sacrificarsi, perché quando avranno capito il gran bene che loro viene, che da poveri saranno ricchi, da schiavi di vili passioni saranno liberi e dominanti, da servi padroni, da infelici felici e anche nelle pene di questa povera vita, e tutti i beni che ci sono nel mio Volere, il sacrificio totale di tutto, per loro sarà un onore, sarà desiderato, voluto e sospirato. Ecco perciò ti spingo tanto a manifestare ciò che riguarda la mia Volontà, perché il tutto starà nel comprenderla, conoscerla ed amarla”.

(5) Ed io: “Mio Gesù, se tanto ami e vuoi che questa tua Volontà sia conosciuta, affinché Essa abbia il suo campo d’azione divina nelle anime, deh! manifesta Tu stesso alle anime le sue verità ed il gran bene che contiene la tua Volontà, ed il gran bene che esse riceveranno. La tua parola diretta contiene una forza magica, una calamita potente, la virtù della potenza creatrice, oh! come è difficile non arrendersi al dolce incanto della tua parola divina! Perciò, detto direttamente da Te, tutti si arrenderanno”.

(6) E Gesù: “Figlia mia, è mio solito, l’ordine della mia eterna Sapienza, manifestare le mie opere più grandi prima ad una sola anima, accentrare in lei tutto il bene che la mia opera contiene, farmela con essa a tu per tu, come se nessun’altra esistesse. Quando il tutto ho fatto, in modo che posso dire che la mia opera l’ho completato del tutto in essa, tanto che nulla deve mancarle, allora la faccio scorrere come da vasto mare, a pro delle altre creature. Ciò feci con la mia Celeste Mamma: Primo trattai con Lei, come a tu per tu, l’opera della Redenzione; nessuna delle altre creature ne sapeva nulla; Lei si dispose a tutti i sacrifici, a tutti i preparativi necessari per farmi discendere dal Cielo in terra; feci tutto come se fosse la sola Redenta; ma dopo che mi mise fuori, alla luce, in modo che tutti potevano vedermi e prendere i beni della Redenzione, mi diedi a tutti, purché mi volessero ricevere. Così sarà della mia Volontà: Quando il tutto avrò completato in te, in modo che la mia Volontà trionferà di te, e tu di Essa, allora come acqua scorrerà a bene di tutti, ma è necessario far la prima anima, per avere le seconde”.