Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

17-21 Ottobre 30, 1924 Gli angeli sono angeli perché si sono sempre conservati in quell’atto primo in cui furono creati, e dal conoscere il più ed il meno della Suprema Volontà, vengono costituiti i diversi cori degli angeli. Le pene dell’amore sono le più acerbe, le più crudeli, più dolorose che le pene della stessa Passione.

La Divina Volontà - Libro 17°

17-21 Ottobre 30, 1924 Gli angeli sono angeli perché si sono sempre conservati in quell’atto primo in cui furono creati, e dal conoscere il più ed il meno della Suprema Volontà, vengono costituiti i diversi cori degli angeli. Le pene dell’amore sono le più acerbe, le più crudeli, più dolorose che le pene della stessa Passione.
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(1) Mi sento che non posso affidare alla penna i miei dolorosi segreti, né esprimere sulla carta ciò che sento nel mio martire cuore. Ah! sì, non c’è martirio che possa paragonarsi al martirio della privazione del mio dolce Gesù. Il martire è ferito ed ucciso nel corpo; invece il martirio della sua privazione ferisce l’anima, la lacera nelle più intime fibre, e quello che è peggio, la uccide senza farla morire per batterla continuamente sull’incudine di ferro del dolore e dell’amore. E mentre passo avanti le pene che sento nel mio interno, perché sono cose che non posso dire, vorrei, come una delle più povere mendicanti, chiedere la elemosina a tutti, agli angeli, ai santi, alla mia Regina Mamma, alla Creazione tutta, una parola, una piccola prece presso Gesù per me, affinché, pregato da tutti, si potesse muovere a compassione della piccola figlia del suo Volere e farla ritornare dal duro esilio in cui mi trovo.

(2) Onde stavo pensando tra me ciò che era passato nella mia mente, cioè, che invece di Gesù mi pareva come se avessi il mio angelo vicino, e dicevo tra me: “E perché l’angelo e non Gesù?” In questo mentre me l’ho sentito muovere nel mio interno dicendomi:

(3) “Figlia mia, vuoi tu sapere perché sono angeli, perché si sono conservati belli e puri come uscirono dalle mie mani? Perché si sono sempre stati in quell’atto primo in cui furono creati; quindi, stando in quell’atto primo della loro esistenza, stanno in quell’atto solo della mia Volontà, che non conoscendo successione di atti, non si muta, né cresce, né decresce, e contiene in sé tutti i beni possibili ed immaginabili, e gli angeli, conservandosi in quell’atto solo della mia Volontà, in cui li uscì alla luce, si mantengono immutabili, belli e puri, nulla hanno perduto della loro primaria esistenza, e tutta la loro felicità è il mantenersi volontariamente in quell’atto solo della mia Volontà; tutto trovano nel circuito del mio Volere; né vogliono per rendersi felici se non ciò che la mia Volontà li somministra. Ma sai tu perché ci sono diversi cori d’angeli, l’uno superiore all’altro? Ci sono quelli più vicini al mio Trono, sai perché? Perché la mia Volontà, a chi ha manifestato un atto solo della mia Volontà, e a chi per due, a chi per tre, a chi per sette, ed in ogni cosa dell’atto in più che la mia Volontà manifestava, si rendevano superiori agli altri, e si rendevano più capaci e più degni di stare vicini al mio Trono. Sicché quanto più la mia Volontà si manifesta, ed in Essa si conservano, tanto più restano innalzati, abbelliti, felicitati e superiori agli altri. Vedi dunque che il tutto sta nella mia Volontà e il sapersi conservare, senza mai uscirne, in quella stessa Volontà da cui sono usciti; e dal conoscere il più ed il meno della mia Suprema Volontà, vengono costituiti i diversi cori degli angeli, le loro distinte bellezze, i diversi uffici, la gerarchia Celeste. Se tu sapessi che significa conoscere di più la mia Volontà, far un atto di più in Essa, conservarsi, agire in quella mia Volontà conosciuta, dove viene costituita, l’ufficio, la bellezza, la superiorità di ciascuna creatura, oh! come apprezzeresti di più le diverse conoscenze che ti ho manifestato sulla mia Volontà! Una conoscenza in più sulla mia Volontà eleva l’anima a tale altezza sublime, che gli stessi angeli restano stupiti e rapiti, e mi confessano incessantemente: “Santo, Santo, Santo”. La mia Volontà si manifesta e chiama dal nulla le cose, e vi forma degli esseri, si manifesta ed abbellisce, si manifesta ed eleva più in alto, si manifesta ed ingrandisce di più la Vita Divina nella creatura, si manifesta e vi forma dei portenti nuovi e mai conosciuti. Sicché, dalle tante cose che ti ho manifestato sulla mia Volontà, puoi comprendere ciò che voglio fare di te e come ti amo, e come la tua vita dev’essere una catena di atti continui fatti nella mia Volontà. Se la creatura, come l’angelo, non uscisse mai da quell’atto primo in cui la mia Volontà la uscì alla luce, quale ordine, quali portenti non si dovevano vedere sulla terra? Perciò figlia mia, non uscire mai dal tuo principio, in cui la mia Volontà ti creò ed il tuo atto primo sia sempre la mia Volontà”.

(4) Dopo di ciò, mi sono messa col pensiero vicina al mio Gesù nell’orto del Getsemanì, e lo pregavo che mi facesse penetrare in quell’amore con cui tanto mi amò; ed il mio Gesù, muovendosi di nuovo nel fondo del mio interno mi ha detto:

(5) “Figlia mia, entra nel mio amore, né uscirne mai, e corri appresso di esso, o fermati nel mio stesso amore per ben comprendere quanto ho amato la creatura. Tutto è amore in Me verso di essa. La Divinità nel creare questa creatura si propose d’amarla sempre, sicché, in ogni cosa di dentro e fuori di lei, doveva correre verso di lei con un continuo ed incessante nuovo atto d’amore. Quindi posso dire che in ogni pensiero, sguardo, parola, respiro, palpito, ed in tutto il resto della creatura, vi corre un atto d’amore eterno. Ma se la Divinità si proposi d’amarla sempre ed in ogni cosa questa creatura, era perché voleva riscuotere in ogni cosa il ricambio del nuovo ed incessante amore della creatura, voleva dar amore per ricevere amore, voleva amar per essere riamata, ma non fu così! La creatura non solo non volle mantenere la battuta dell’amore, né rispondere all’eco dell’amore del suo Creatore, ma respinse quest’amore, lo disconobbe e l’offese. A questo affronto la Divinità non si arrestò, ma continuò il suo nuovo ed incessante amore verso la creatura, e siccome la creatura non lo riceveva, restavano riempiti Cieli e terra, aspettando chi doveva prendere quest’amore per averne il ricambio, perché Iddio quando decide, propone, tutti gli eventi in contrario non lo mutano, ma resta immutabile nella sua immutabilità. Ecco perciò passando ad un altro eccesso d’amore, venni Io, Verbo del Padre, sulla terra, e prendendo una Umanità, raccolsi in Me tutto questo amore che riempiva Cielo e terra per ricambiare la Divinità con altrettanto amore per quanto ne aveva dato e ne doveva dare alle creature, e mi costituii amore di ciascun pensiero, di ogni sguardo, d’ogni parola, palpito, moto e passo di ciascuna creatura; perciò fu la mia Umanità lavorata anche nella più piccola fibra di Essa dalle mani dell’eterno amore del mio Celeste Padre, per darmi capacità di poter racchiudere tutto l’amore che la Divinità voleva dare alle creature, per darle l’amore di tutte e costituirmi amore di ciascun atto di creatura. Sicché ogni tuo pensiero è coronato dai miei incessanti atti d’amore; non c’è cosa in te e fuori di te, che non sia circondata dai miei ripetuti atti d’amore, perciò la mia Umanità in quest’orto geme, affanna, agonizza, si sente stritolata sotto il peso di tanto amore, perché amo e non sono riamato. Le pene dell’amore sono le più acerbe, le più crudeli, sono pene senza pietà, più dolorose della mia stessa Passione! Oh! se mi amassero, il peso di tanto amore si renderebbe leggero, perché l’amore riamato resta appagato e soddisfatto nell’amore stesso di chi ama; ma non riamato va in follia, delira, e si sente ricambiato con un atto di morte quell’amore da lui uscito. Vedi dunque come fu più acerba e dolorosa la Passione del mio amore, perché se nella mia Passione fu una sola la morte che mi diedero, invece nella Passione dell’amore, tante morti mi fecero subire per quanti atti d’amore uscirono da Me e non ne fui ricambiato. Perciò vieni tu, figlia mia, a ricambiarmi di tanto amore, nella mia Volontà troverai come in atto tutto questo amore, fallo tuo e costituisciti insieme con Me, amore di ciascun atto di creatura, per ricambiarmi dell’amore di tutti”.