Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

16-46 Febbraio 10, 1924 La dottrina sulla Divina Volontà è la più pura, la più bella, per la quale sarà rinnovata la Chiesa e trasformata la faccia della terra. L’abbandono nella Divina Volontà.

La Divina Volontà - Libro 16°

16-46 Febbraio 10, 1924 La dottrina sulla Divina Volontà è la più pura, la più bella, per la quale sarà rinnovata la Chiesa e trasformata la faccia della terra. L’abbandono nella Divina Volontà.
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(1) Stavo pensando tra me a tutto ciò che sta scritto in questi giorni passati, e dicevo tra me che non erano cose né necessarie né serie, potevo fare a meno di metterle su carta, ma l’ubbidienza l’ha voluto, ed io ero in dovere di dire il Fiat anche in questo. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, eppure era tutto necessario per far conoscere come si vive nel mio Volere, non dicendo tutto, tu faresti mancare una qualità del modo come vivere in Esso, e quindi non potranno avere il pieno effetto del vivere nella mia Volontà, come per esempio sull’abbandono del vivere nel mio Volere, se l’anima non vivesse del tutto abbandonata nella mia Volontà, sarebbe come una persona che vivesse in un sontuoso palazzo, e ora esce ad una finestra, ora ad un balcone, ora scende al portone, sicché la poveretta poco o di passaggio vi passa da qualche stanza, sicché non se ne intende né del regime, né del lavoro che ci vuole, né dei beni che ci sono, né ciò che può prendere e né ciò che può dare; chi sa quanti beni ci sono e lei non se ne intende, perciò non ama come dovrebbe amare, né fa quella stima che merita quel palazzo. Ora, l’anima che vive nella mia Volontà e non è del tutto abbandonata in Essa, le riflessioni proprie, le cure di sé stessa, i timori, le turbazioni, non sono altro che finestre, balconi, portoni che si forma nella mia Volontà, che uscendo spesso spesso è costretta a vedere e sentire le miserie della vita umana, e siccome le miserie sono proprietà sua, e le ricchezze della mia Volontà sono mie, si attacca più alle miserie che alle ricchezze, onde non prenderà amore e né gusterà che significa vivere nel mio Volere; e avendosi formato il portone, un giorno o l’altro se ne andrà per vivere nel misero tugurio della sua volontà. Vedi dunque come è necessario il pieno abbandono in Me per vivere nella mia Volontà; Essa non ha bisogno delle miserie della volontà umana, la vuole a vivere insieme, bella come la usci dal suo seno, senza il misero corredo che si ha formato nell’esilio della vita; altrimenti ci sarebbe disparità che porterebbe dolore alla mia, ed infelicità alla volontà umana. Vedi come è necessario far capire che ci vuole il pieno abbandono per vivere nella mia Volontà, e tu dici che non era necessario scrivere su ciò; ti compatisco, perché tu non vedi ciò che veggo Io, perciò lo prendi alla leggiera. Invece, nella mia onniveggenza veggo che questi scritti saranno per la mia Chiesa come un nuovo sole che sorgerà in mezzo di essa, che attratti dalla sua luce sfolgorante, si applicheranno per trasformarsi in questa luce e uscire spiritualizzati e divinizzati, per cui rinnovandosi la Chiesa, trasformeranno la faccia della terra.

(3) La dottrina sulla mia Volontà è la più pura, la più bella, non soggetta ad ombra di materia o d’interesse, tanto nell’ordine soprannaturale come nell’ordine naturale, perciò sarà a guisa di sole, la più penetrante, la più feconda e la più benvenuta e accolta. E siccome è luce, da per sé stessa si farà capire e si farà via; non sarà soggetta a dubbi, a sospetti di errore, e se qualche parola non si capirà, sarà la troppa luce che eclissando l’intelletto umano, non potranno comprendere tutta la pienezza della verità, ma non troveranno una parola che non sia verità, al più non potranno del tutto comprenderla. Perciò, in vista del bene che veggo, ti spingo a nulla tralasciare di scrivere, un detto, un effetto, una similitudine sulla mia Volontà può essere come una rugiada benefica sulle anime, come è benefica la rugiada sulle piante dopo una giornata di sole ardente, come una pioggia dirotta dopo lunghi mesi di siccità. Tu non puoi capire tutto il bene, la luce, la forza che c’è dentro d’una parola, ma il tuo Gesù lo sa, e sa a chi deve servire ed il bene che deve fare”.

(4) Ora, mentre ciò diceva mi ha fatto vedere nel mezzo della Chiesa un tavolo, e tutti gli scritti sulla Divina Volontà messi sopra; molte persone venerande circondavano quel tavolo e ne uscivano trasformate in luce e divinizzate, e come camminavano comunicavano quella luce a chi incontravano.

(5) E Gesù soggiunse: “Tu lo vedrai dal Cielo il gran bene, quando la Chiesa riceverà questo alimento Celeste, che fortificandola risorgerà nel suo pieno trionfo”.