Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

15-36 Luglio 14, 1923 Aspettazione d’una era nuova. Il segno più certo che è vicina.

La Divina Volontà - Libro 15°

15-36 Luglio 14, 1923 Aspettazione d’una era nuova. Il segno più certo che è vicina.
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(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio buon Gesù è venuto, ma tutto afflitto; mi pareva che non sapeva da me distaccarsi, e tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, son venuto per farti patire; non ti ricordi quando volendo castigare l’uomo, tu non volevi, volendo patire tu invece loro, ed Io per contentarti ti dissi che invece di far per dieci, per amor tuo farò per cinque? Ora le nazioni si vogliono dibattere, e quelle che si credono le più potenti si stanno armando fino ai denti per distruggere le nazioni deboli, si tratta di distruzione intera figlia mia, perciò sono venuto a farti patire, per darti quel cinque promessoti. Al fuoco ed all’acqua, la mia giustizia darà il potere dell’ufficio che contengono per distruggere gente e città intere, perciò è necessario un poco del tuo patire, per dimezzare questi castighi”.

(3) Ora mentre ciò diceva, si è mosso nel mio interno come se avesse nelle sue mani tanti strumenti, e come li moveva così si formavano pene e dolori, con tale stiratura di tutte le mie membra, che non so come sono restata viva; e quando vedeva che per la forza delle pene gemevo, tremavo, Gesù, con un aria di chi ha trionfato di tutto, mi diceva: “Tu sei Vita mia, e della mia Vita posso fare ciò che voglio”. E continuava il suo lavorio di farmi patire. Sia tutto a gloria di Dio e per il bene dell’anima mia e della salvezza di tutti. Onde dopo ciò ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, tutto il mondo è sottosopra, e tutti stanno in aspettativa di cambiamenti, di pace, di cose nuove, loro stessi si uniscono per conferire e si meravigliano che non sanno concludere nulla e venire a serie decisioni, sicché la vera pace non spunta, e tutto si risolve in parole, ma nulla ai fatti, e sperano che altre conferenze possano servire per decisioni serie, ma invano aspettano. E intanto, in questo aspettare stanno tutti in timore, e chi si prepara a nuove guerre, chi spera nuove conquiste; ma con ciò i popoli immiseriscono, si spogliano vivi, e mentre aspettano, stanchi dell’era triste presente che l’involge, torbida e sanguinante, aspettano e sperano un’era nuova di pace e di luce. Il mondo si trova proprio nel punto quando Io dovevo venire sulla terra, tutti stavano in aspettativa d’un gran avvenimento, d’un era nuova, come difatti avvenne. Così ora, dovendo venire il grande avvenimento, l’era nuova che la Volontà di Dio si faccia in terra come in Cielo, tutti stanno in aspettazione di un’era nuova, stanchi di questa, senza sapere quale sia questa novità, questo cambiamento, come non lo sapevano quando Io venni sulla terra. Questa aspettazione è un segno certo che l’ora è vicina, ma il segno più certo è che Io vado manifestando ciò che voglio fare, e che rivolgendomi ad un’anima, come mi rivolsi alla mia Mamma nello scendere dal Cielo in terra, le comunico la mia Volontà ed i beni, gli effetti che Essa contiene, per farne un dono a tutta l’umanità”.