15-20 Maggio 2, 1923 Quando il Fiat Voluntas Tua avrà il suo compimento come in Cielo così in terra, allora verrà il pieno compimento della seconda parte del Pater Noster.
La Divina Volontà - Libro 15°

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(1) La mia povera mente me la sentivo come sperduta nell’immensità dell’Eterno Volere, ed il mio dolce Gesù, ritornando al suo dire sulla Santissima Volontà di Dio mi ha detto:
(2) “Figlia mia, oh! come armonizzano bene i tuoi atti fatti nel mio Volere, armonizzano coi miei, con quelli della mia diletta Mamma, e l’uno scomparisce nell’altro e formano uno solo, sembra il Cielo in terra e la terra in Cielo, e l’eco dell’uno nei tre e dei tre in uno della Trinità Sacrosanta, oh! come risuona dolce al nostro udito, come ci rapisce, ma tanto, da rapire la nostra Volontà dal Cielo in terra. E quando il mio Fiat Voluntas Tua avrà il suo compimento come in Cielo così in terra, allora verrà il pieno compimento della seconda parte del Pater Noster, cioè, dacci oggi il nostro pane quotidiano. Io dicevo: Padre nostro, a nome di tutti, tre specie di pane ogni giorno vi chiedo: il pane della tua Volontà, anzi più che pane, perché se il pane è necessario due o tre volte al giorno, invece questo è necessario ogni momento, in tutte le circostanze, anzi dev’essere non solo pane, ma come aria balsamica che porta la vita, la circolazione della Vita Divina nella creatura; Padre, se non è dato questo pane della tua Volontà, non potrò mai ricevere tutti i frutti della mia Vita Sacramentale, che è il secondo pane che tutti i giorni ti chiediamo; oh! come si trova male la mia Vita Sacramentale perché il pane della tua Volontà non li alimenta, anzi trova il pane corrotto della volontà umana, oh! come mi fa schifo! come lo rifuggo! e sebbene vado a loro, ma i frutti, i beni, gli effetti, la santità, non posso darli, perché non trovo il pane nostro, e se qualche cosa do è in piccola proporzione, a seconda delle loro disposizioni, ma non tutti i beni che contengo, e la mia Vita Sacramentale aspetta paziente che l’uomo prenda il pane della Volontà Suprema per poter dare tutto il bene della mia Vita Sacramentale. Vedi dunque che il sacramento dell’Eucaristia, non solo, ma tutti i sacramenti lasciati alla mia Chiesa ed istituiti da Me, daranno tutti i frutti che contengono e pieno compimento quando il pane nostro, cioè la Volontà di Dio si farà come in Cielo così in terra. Dopo chiedevo il terzo pane, cioè il materiale. Come potevo dire: dacci oggi il nostro pane, in vista che l’uomo dovendo fare la nostra Volontà ciò che era nostro era suo, ed il Padre non doveva dare più il pane della sua Volontà, il pane della mia Vita Sacramentale, il pane giornaliero della vita naturale a figli illegittimi, usurpatori, cattivi, ma ai figli legittimi, buoni, che terranno in comune i beni del Padre, perciò dicevo: Dacci il nostro pane, allora mangeranno il pane benedetto, tutto le sorriderà intorno, la terra ed il Cielo porterà l’impronta dell’armonia del loro Creatore. Onde dopo soggiunsi: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Sicché anche la carità sarà perfetta, allora sarà perfetto il perdono, avrà l’impronta dell’eroismo come lo ebbi Io sulla croce, quando l’uomo avrà mangiato il pane della mia Volontà come lo mangiava la mia Umanità, allora le virtù saranno assorbite nella mia Volontà e riceveranno l’impronta del vero eroismo e di virtù divine, saranno come tanti fiumicelli che sbucheranno dal seno del gran mare della mia Volontà. E se soggiunsi: “E non c’indurre in tentazione”. Come mai Iddio lo poteva indurre in tentazione? Era perché l’uomo è sempre uomo, libero da sé stesso, perché Io non gli tolgo mai i diritti che nel crearlo gli ho dato, e lui, spaventato e temendo di sé, grida tacitamente, prega senza esprimersi in parole: “Dacci il pane della tua Volontà, affinché possiamo respingere tutte le tentazioni, ed in virtù di questo pane liberaci da ogni male. Così sia.
(3) Vedi dunque che tutti i beni dell’uomo ritrovano il loro rannodamento, il vincolo stretto del facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, la validità d’ogni loro atto, la restituzione dei beni perduti, la firma ed assicurazione che gli viene ridata la loro perduta felicità terrestre e celeste. Onde era tanto necessario che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra, che Io non ebbi altro interesse né insegnai altra preghiera, se non il Pater Noster, e la Chiesa, fedele esecutrice e depositaria dei miei insegnamenti l’ha sempre in bocca ed in ogni circostanza, e tutti, dotti ed ignoranti, piccoli e grandi, sacerdoti e secolari, re e sudditi, tutti mi pregano che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra. Non vuoi tu dunque che la mia Volontà scenda sulla terra? Ma come la Redenzione ebbe il suo principio in una Vergine, non concepì in tutti gli uomini per redimerli, sebbene chiunque vuole può entrare nel bene della Redenzione e ricevermi ciascuno per sé solo nel sacramento, così ora la mia Volontà deve avere il suo principio, il possesso, la crescita e lo svolgimento in una vergine creatura; e poi, chi si disponga e voglia entrerà nei beni che il vivere nella mia Volontà contiene. Se non fossi stato concepito nella mia diletta Mamma, mai la Redenzione sarebbe venuta; così se non opero il prodigio di far vivere un’anima nella mia Suprema Volontà, il Fiat Voluntas Tua come in Cielo sulla terra non avrà luogo nelle umane generazioni”.