15-19 Aprile 28, 1923 Luisa deve calpestare il capo infernale. Il vivere nel Divin Volere è il trionfo completo del Creatore sulla creatura. Lo scopo principale della venuta di Gesù sulla terra fu che la Volontà Divina trionfasse sulla volontà umana.
La Divina Volontà - Libro 15°

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(1) Mi sentivo come immersa nella luce interminabile della Eterna Volontà, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Divinità non ha bisogno d’operare per far uscire le opere fuori, ma solo il volerle, sicché voglio e faccio, le opere più grandi, più belle escono fuori solo che le voglia; invece la creatura ancorché le volesse, se non lavora, non si muove, nulla fa. Ora, per chi fa suo il mio Volere e vive in Esso, come nella sua propria reggia, le viene comunicato, quanto a creatura è possibile, lo stesso potere”.
(3) Ora, mentre ciò diceva mi sentivo tirare fuori di me stessa, e mi trovavo sotto ai miei piedi un brutto mostro, che tutto si mordeva per la rabbia, e Gesù stando a me vicino ha soggiunto:
(4) “Come la mia Vergine Madre schiacciò il capo alla serpe infernale, così voglio che un’altra vergine, che dev’essere la prima posseditrice della Volontà Suprema, prema di nuovo quel capo infernale, per schiacciarlo e debilitarlo in modo da rintanarlo nell’inferno, affinché abbia pieno dominio su di lui e non ardisca d’avvicinarsi a chi deve vivere nel mio Volere, perciò metti il tuo piede sul suo capo e schiaccialo”.
(5) Io, ardita, l’ho fatto, e quello si mordeva di più, e per non sentire il mio tocco si rintanava nei più cupi abissi. Onde Gesù ha ripreso il suo dire:
(6) “Figlia mia, tu credi che sia nulla il vivere nel mio Volere, no, no, anzi è il tutto, è il compimento di tutte le santità, è il dominio assoluto di sé stesso, delle sue passioni e dei suoi capitali nemici, è il trionfo completo del Creatore sulla creatura, sicché se lei aderisce ed Io giungo a che viva nel mio Volere, senza voler conoscere più il suo, non ho più che voler della creatura, e lei non ha più che darmi, tutte le mie brame sono compite, i miei disegni realizzati, non resta altro che felicitarci a vicenda. E’ vero che venni sulla terra per redimere l’uomo, ma il mio scopo principale fu che la Volontà Divina trionfasse sulla volontà umana con l’accordare insieme queste due volontà e farne una sola, col portarla in quella Volontà donde era uscita, era questa la principale offesa che il mio Celeste Padre ricevette dall’uomo, ed Io dovevo risarcirlo, altrimenti non gli avrei dato piena soddisfazione. Ma per ottenere il primo scopo, dovetti primo mettere fuori il secondo, cioè salvarlo, dargli la mano perché caduto, lavarlo dal fango in cui giaceva; come potevo dire vieni a vivere nel mio Volere, se era orrido a vedersi, e sotto la schiavitù del nemico infernale? Quindi, dopo aver ottenuto il secondo scopo, voglio mettere in salvo il primo: Che la mia Volontà si faccia in terra come in Cielo, e l’uomo uscito dalla mia Volontà rientri di nuovo nella mia, e per ottenere ciò, do a questa prima creatura tutti i miei meriti, tutte le mie opere, i passi, il mio cuore palpitante, le mie piaghe, il mio sangue, tutta la mia Umanità, per disporla, per prepararla, per farla entrare nella mia Volontà, perché prima deve prendere il frutto completo della mia Redenzione, e come in trionfo entra in possesso del mare immenso della mia Suprema Volontà, non voglio che entri da estranea ma da figlia, non povera ma ricca, non brutta ma bella, come se fosse un’altro Me. Perciò tutta la mia vita voglio accentrare in te”.
(7) E mentre ciò diceva uscivano da Lui come tanti mari che si riversavano su di Me, ed io vi restavo dentro, innabbisatta, e nel medesimo tempo un Sole che batteva la sua luce, ché riceveva il frutto completo della Redenzione per poter dare il frutto completo del suo Volere alla creatura, era il Sole dell’Eterno Volere che festeggiava l’entrata della volontà umana nella sua.
(8) E Gesù: “Questa mia Volontà Divina crebbe come un fiore nella mia Umanità, cui Io trapiantai dal Cielo nel vero eden della mia Umanità terrestre; germogliò nel mio sangue, sbucò dalle mie piaghe per farne il dono più grande alla creatura, non vuoi tu riceverlo?”
(9) Ed io: “Sì”.
(10) E Lui: “Voglio trapiantarlo in te, amalo e sappilo custodire”.