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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

15-13 Aprile 2, 1923 La Divina Volontà è germe di risurrezione alla Grazia, alla Santità ed alla Gloria. Nella Divina Volontà c’è il vuoto dell’operato umano nel Divino. La conoscenza sono gli occhi dell’anima.

La Divina Volontà - Libro 15°

15-13 Aprile 2, 1923 La Divina Volontà è germe di risurrezione alla Grazia, alla Santità ed alla Gloria. Nella Divina Volontà c’è il vuoto dell’operato umano nel Divino. La conoscenza sono gli occhi dell’anima.
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(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere tutto amabile e maestoso, e come coinvolto dentro d’una rete di luce: Luce mandava dai suoi occhi, luce sprigionava dalla sua bocca, e ad ogni sua parola, ad ogni suo palpito, ad ogni suo moto e passo, insomma, la sua Umanità era un abisso di luce. E Gesù guardandomi mi concatenava con questa luce dicendomi:

(2)Figlia mia, quanta luce, quanta gloria ebbe la mia Umanità nella mia Risurrezione, perché nel corso della mia Vita su questa terra non fece altro che racchiudere in ogni mio atto, respiro, sguardo, in tutto, la Volontà Suprema, e come la racchiudevo, così il Divin Volere mi preparava la gloria, la luce nella mia Risurrezione, e contenendo in Me il mare immenso della luce della mia Volontà, non è meraviglia che se guardo, se parlo, se mi muovo, esca tanta luce da Me da poter dare luce a tutti. Onde voglio incatenarti e travolgerti in questa luce, per gettare in te tanti germi di risurrezione per quanti atti vai facendo nella mia Volontà, Essa è la sola che fa risorgere l’anima ed il corpo alla gloria, Essa è germe di risurrezione alla grazia, germe di risurrezione alla più alta e perfetta santità, germe di risurrezione alla gloria. Sicché come l’anima emette i suoi atti nel mio Volere, così va incatenando nuova luce divina, perché il mio Volere di sua natura è luce, e chi in Esso vive ha virtù di trasmutare i pensieri, le parole, le opere, e tutto ciò che fa, in luce”.

(3) Onde dopo stavo dicendo al mio dolce Gesù: “Prego nel tuo Volere affinché la mia parola, moltiplicandosi in Esso, abbia per ogni parola di ciascuna creatura una parola di preghiera, di lode, di benedizione, d’amore, di riparazione; vorrei che la mia voce innalzandosi tra il Cielo e la terra, assorbisse in sé tutte le voci umane per ridonarle a Te in omaggio e gloria, secondo che vorresti che la creatura se ne servisse della parola”. Ora, mentre ciò dicevo, il mio amabile Gesù ha messo la sua bocca vicino alla mia, e col suo alito, soffiando, assorbiva il mio alito, la mia voce, il mio respiro nel suo, e mettendolo come in via nel suo Volere percorreva ciascuna parola umana, e cambiava le parole, le voci, a seconda che io avevo detto; e come le percorreva così si elevano in alto per fare l’ufficio presso Dio a nome di tutti, di tutte le voci umane. Io ne sono restata meravigliata, e ricordandomi che Gesù non mi parla più così spesso del suo Volere, gli ho detto:

(4) “Dimmi Amor mio, perché non mi parli così spesso del tuo Volere? Forse non sono stata attenta alle tue lezioni e fedele nel mettere in pratica i tuoi insegnamenti?”

(5) E Gesù: “Figlia mia, nella mia Volontà c’è il vuoto dell’operato umano nel Divino, e questo vuoto dev’essere riempito da chi vive nel mio Volere, quanto più starai attenta a vivere nel mio Volere, e nel farlo conoscere agli altri, tanto più subito sarà riempito questo vuoto, in modo che il mio Volere, vedendosi aleggiare nel suo il volere umano, come ritornando al principio donde ne uscì, si sentirà soddisfatto e vedrà compiute le sue brame sulla generazione umana fossero pochi ed anche uno solo, perché il mio Volere con la sua potenza può rifarsi di tutto, anche d’uno solo quando non trova altri, ma è sempre una volontà umana che deve venire nella mia a riempire tutto ciò che gli altri non fanno, questo mi sarà tanto accetto, da squarciare i Cieli per far scendere il mio Volere e far conoscere il bene ed i prodigi che contiene. Ogni entrata che fai in più nel mio Volere, mi dà la spinta a darti nuove conoscenze su di Esso, narrarti altri prodigi, perché voglio che conosca il bene che fai perché l’apprezzi ed ami di possederlo, ed Io, vedendo che l’ami e l’apprezzi, te ne do il possesso. La conoscenza è gli occhi dell’anima, l’anima che non conosce è come cieca a quel bene, a quelle verità. Nella mia Volontà non ci sono anime cieche, anzi ogni conoscenza le porta una lunghezza di vista maggiore, perciò entra spesso nel mio Volere, allarga i tuoi confini nella mia, ed Io, come vedrò ciò, ritornerò a dirti cose più sorprendenti della mia Volontà”.

(6) Ora, mentre ciò diceva, abbiamo girato insieme un poco la terra, ma, oh! spavento, molti volevano ferire il mio amato Gesù: chi con coltelli, chi con spade, e tra questi c’erano vescovi, sacerdoti, religiosi, che lo ferivano fin nel cuore, ma con tale strazio che metteva spavento. Oh! come soffriva e si gettava nelle mie braccia per essere difeso, io me l’ho stretto e l’ho pregato che mi facesse parte delle sue pene, Lui mi ha contentato col trapassarmi il cuore con tale veemenza, da sentirmi tutto il giorno una piaga profonda, e Gesù ripetute volte tornava a ferirmi. Ora, la seguente mattina, sentendo forte il dolore, il mio dolce Gesù è ritornato dicendomi:

(7) “Lasciami vedere il tuo cuore”.

(8) E mentre lo guardava mi ha detto: “Vuoi che ti risani per alleviarti il dolore che soffri?”

(9) Ed io: “Mio sommo bene, perché vuoi sanarmi? Non sono io degna di soffrire per Te? Il tuo cuore è tutto ferito, ed il mio a confronto del tuo, oh! come è scarso il mio patire, piuttosto, se a Te piace dammi più pene”. E Lui, stringendomi tutta a Sé, ha continuato a trapassarmi il cuore con più dolore, e mi ha lasciato.

(10) Sia tutto a gloria sua.