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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

13-45 Dicembre 25, 1921 Come la Umanità di Gesù fu alimentata dal suo Volere. Chi vive nella Divina Volontà è la più immediata a Gesù.

La Divina Volontà - Libro 13°

13-45 Dicembre 25, 1921 Come la Umanità di Gesù fu alimentata dal suo Volere. Chi vive nella Divina Volontà è la più immediata a Gesù.
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(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere bambinello, tutto intirizzito dal freddo, e gettandosi nelle mie braccia mi ha detto:

(2) “Che freddo, che freddo, riscaldami per pietà, non mi lasciare più gelare”.

(3) Io me l’ho stretto al cuore dicendogli: “Nel mio cuore posseggo il tuo Volere, sicché il calore di Esso è più che sufficiente per riscaldarti”. E Gesù tutto contento:

(4) “Figlia mia, il mio Volere contiene tutto, e chi lo possiede tutto può darmi. La mia Volontà fu tutto per Me: Mi concepì, mi formò, mi fece crescere e mi fece nascere, e se la mia cara Mamma contribuì col darmi il sangue, lo potette fare perché conteneva la mia Volontà assorbita in Sé, se non avesse il mio Volere non poteva contribuire a formare la mia Umanità, sicché la mia Volontà diretta e la mia Volontà assorbita nella mia Mamma, mi diedero la vita. L’umano non aveva potere su di Me a darmi nulla, ma solo il Voler Divino col suo alito mi alimentò e mi diede alla luce. Ma credi tu che fu il freddo dell’aria che mi gelo? Ah! no, fu il freddo dei cuori che m’intirizzì, e l’ingratitudine che al primo uscire alla luce mi fece piangere amaramente. Ma la mia diletta Madre mi quietò il pianto, sebbene pianse anch’Essa, e le nostre lacrime si mescolarono insieme, e dandoci i primi baci ci sfogammo in amore. Ma la nostra vita doveva essere il dolore ed il pianto, e mi feci mettere nella mangiatoia per ritornare al pianto e chiamare coi miei singhiozzi e con le mie lacrime i miei figli, volevo intenerirli con le mie lacrime e coi miei gemiti per farmi ascoltare; ma sai tu chi fu la prima dopo la mia Mamma che chiamai con le mie lacrime a Me vicino nella stessa mangiatoia per sfogarmi in amore? Fosti tu, la piccola figlia del mio Volere, tu eri tanto piccola che superasti la mia cara Mamma nella piccolezza, tanto, che ti potetti tenere a Me vicina nella stessa mia mangiatoia, e potetti versare le mie lacrime nel tuo cuore, ma queste lacrime suggellarono in te il mio Volere, e ti costituivano figlia legittima della mia Volontà. Il mio cuore ne gioì, vedendo ritornare in te, integro nella mia Volontà, ciò che nella Creazione il mio Volere aveva uscito, ciò per Me era importante ed indispensabile; dovevo al primo uscire alla luce di questo mondo, rinsaldare i diritti della Creazione e ricevere la gloria come se la creatura mai si fosse partita dal mio Volere. Onde a te fu il primo bacio ed i primi doni della mia infantile età”.

(5) Ed io: “Amor mio, come poteva essere ciò, se io non esistevo allora?”

(6) E Gesù: “Nella mia Volontà tutto esisteva e tutte le cose erano per Me un punto solo, ti vedevo allora come ti vedo tuttora, e tutte le grazie che ti ho dato non sono altro che conferma di ciò che ab eterno ti era stato dato, e non solo vedevo te, ma vedevo in te la mia piccola famiglia che avrebbe vissuto nel mio Volere. Come ne fui contento, questi mi quietavano il pianto, mi riscaldavano, e facendomi corona d’intorno mi difendevano dalla perfidia delle altre creature”.

(7) Io sono restata pensierosa e dubbiosa.

(8) E Gesù: “Come, ne dubiti? Io non ti ho detto niente ancora dei rapporti che ci sono tra Me e l’anima che vive nel mio Volere. Ti dirò per ora che la mia Umanità viveva del continuo sbocco della Volontà Divina, se un solo respiro facessi che non fosse animato dal Voler Divino, sarebbe degradarmi, snobilitarmi. Ora, chi vive nella mia Volontà è la più immediata a Me, e tutto ciò che fece e soffrì la mia Umanità, è la prima fra tutti a riceverne i frutti, gli effetti che Essa contiene”.