Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

12-98 Aprile 15, 1919 Le cose maggiori sono fatte dopo delle minori, e sono compimento e corona di queste. L’Umanità risorta di Gesù, simbolo di chi vivrà nel Voler Divino.

La Divina Volontà - Libro 12°

12-98 Aprile 15, 1919 Le cose maggiori sono fatte dopo delle minori, e sono compimento e corona di queste. L’Umanità risorta di Gesù, simbolo di chi vivrà nel Voler Divino.
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(1) Stavo fondendomi nel Voler Santo del mio sempre amabile Gesù, ed insieme col mio Gesù la mia intelligenza si perdeva nell’opera della Creazione, adorando e ringraziando per tutto e per tutti la Maestà Suprema, ed il mio Gesù, tutto affabilità mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nel creare il cielo, prima creai le stelle come astri minori e poi creai il sole, astro maggiore, dotandolo di tale luce da eclissare tutte le stelle, come nascondendole in sé, costituendolo re delle stelle e di tutta la natura. E’ mio solito fare prima le cose minori, come preparativo alle cose maggiori, e queste come corona delle cose minori. Il sole, mentre è il mio relatore, adombra insieme le anime che formeranno la loro santità nel mio Volere; i santi che sono vissuti allo specchio della mia Umanità e come all’ombra della mia Volontà, saranno le stelle; quelli, sebbene dopo, saranno i soli. Quest’ordine lo tenni pure nella Redenzione: La mia nascita fu senza strepito, anzi negletta; la mia infanzia, senza splendore di cose grandi innanzi agli uomini; la mia Vita di Nazareth fu tanto nascosta, che vissi come ignorato da tutti, mi adattavo a fare le cose più piccole e comuni alla vita umana; nella Vita pubblica ci fu qualche cosa di grande, ma pure, chi conobbe la mia Divinità? Nessuno, neppure tutti gli apostoli, passavo in mezzo alle turbe come un altro uomo, tanto che tutti potevano avvicinarmi, parlarmi, e se occorreva, anche disprezzarmi”.

(3) Ed io, interrompendo il dire di Gesù ho detto: “Gesù, amor mio, che tempi felici erano quelli, più felice quella gente che poteva, solo che il volevano, avvicinarti, parlarti e stare con Te”.

(4) E Gesù: “Ah! figlia mia, la vera felicità la porta la mia Volontà, solo Essa racchiude tutti i beni nell’anima, e facendosi corona intorno all’anima, la costituisce regina della vera felicità; esse sole saranno regine del mio trono, perché sono parto del mio Volere. E’ tanto vero questo, che quella gente non fu felice, molti mi videro, ma non mi conobbero, perché il mio Volere non risiedeva in loro come centro di vita, quindi, ad onta che mi videro rimasero infelici, e solo quelli che ricevettero il bene di ricevere nei loro cuori il germe del mio Volere, si disposero a ricevere il bene di vedermi risorto. Ora, il portento della mia Redenzione fu la Risurrezione, - che più che fulgido sole coronò la mia Umanità, facendovi splendere anche i miei più piccoli atti d’uno splendore e meraviglia tale, da far stupire Cielo e terra -, che sarà principio, fondamento e compimento di tutti i beni, corona e gloria di tutti i beati; la mia Risurrezione è il vero sole che glorifica degnamente la mia Umanità, è il sole della religione cattolica, è la vera gloria d’ogni cristiano; senza della Risurrezione sarebbe stato come il cielo senza sole, senza calore e senza vita. Ora, la mia Risurrezione è simbolo delle anime che formeranno la santità nel mio Volere; i santi di questi secoli passati sono simboli della mia Umanità, che sebbene rassegnati, non hanno avuto attitudine continua nel mio Volere, quindi non hanno ricevuto l’impronta del sole della mia Risurrezione, ma l’impronta delle opere della mia Umanità prima della Risurrezione, perciò saranno molti, quasi come stelle mi formeranno un bell’ornamento al cielo della mia Umanità, ma i santi del vivere nel mio Volere, che simboleggeranno la mia Umanità risorta, saranno pochi; difatti, la mia Umanità prima di morire, molte turbe e folla di gente la videro, ma la mia Umanità risorta la videro pochi, i soli credenti, i più disposti, e potrei dire, solo quelli che contenevano il germe del mio Volere, ché se ciò non avessero, mancava loro la vista necessaria per poter vedere la mia Umanità gloriosa e risorta, e quindi essere spettatori della mia salita al Cielo.

(5) Ora se la mia Risurrezione simboleggia i santi del vivere nel mio Volere, e questo con ragione, perché ogni atto, parola, passo, ecc., fatto nel mio Volere è una risurrezione divina che l’anima riceve, è un’impronta di gloria che subisce, è un uscire di sé per entrare nella Divinità e nascondersi nel fulgido sole del mio Volere, e vi ama, opera, pensa; che meraviglia se l’anima resta tutta risorta ed immedesimata nello stesso sole della mia gloria e mi simboleggia la mia Umanità risorta? Ma pochi sono quelli che si dispongono a ciò, perché le anime, nella stessa santità, vogliono qualche cosa di proprio bene; invece la santità del vivere nel mio Volere, nulla, nulla ha di proprio, ma tutto di Dio, e per disporsi le anime a ciò di spogliarsi dei beni propri, troppo ci vuole, perciò non saranno molti. Tu non sei nel numero dei molti, ma dei pochi; perciò sempre attenta alla chiamata ed al tuo volo continuo”.