11-145 Febbraio 24, 1917 L’anima nel comunicare deve consumarsi in Gesù, e dar la gloria piena della Vita Sacramentale di Gesù a nome di tutti.
La Divina Volontà - Libro 11°

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(1) Avendo fatto la comunione, mi tenevo stretto al mio cuore il mio dolce Gesù e dicevo: “Vita mia, quanto vorrei fare ciò che facesti Tu stesso nel riceverti sacramentato, affinché Tu potessi trovare in me i tuoi stessi contenti, le tue stesse preghiere, le tue riparazioni”. Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, in questo breve giro dell’ostia Io racchiudo tutto, e perciò volli ricevere Me stesso, per fare atti compiuti che glorificavano il Padre degnamente, ché le creature ricevevano un Dio, e davo alle creature frutto completo della mia Vita Sacramentale, altrimenti sarebbe stato incompleto per la gloria del Padre e per il bene delle creature, e perciò in ogni ostia ci sono le mie preghiere, i ringraziamenti, e tutto il resto che ci voleva per glorificare il Padre e che la creatura doveva farmi; sicché se la creatura manca, Io in ogni ostia continuo il mio lavorio, come se per ciascun anima ricevesse un’altra volta Me stesso, onde l’anima deve trasformarsi in Me, e fare una sola cosa con Me e far sua la mia Vita, le mie preghiere, i miei gemiti d’amore, le mie pene, i miei palpiti di fuoco che vorrei bruciare e non trovo chi si lasci in preda alle mie fiamme. Ed Io in quest’ostia rinasco, vivo e muoio, e mi consumo, e non trovo chi si consuma per Me, e se l’anima ripete ciò che faccio Io, mi sento ripetere, come se un altra volta avessi ricevuto Me stesso, e vi trovo gloria completa, contenti divini, sfoghi d’amore che mi pareggiano, e do grazia all’anima di consumarsi della mia stessa consumazione”.