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Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Capitolo III: Dare umile ascolto alla parola di Dio, da molti non meditata a dovere

Tommaso da Kempis

Capitolo III: Dare umile ascolto alla parola di Dio, da molti non meditata a dovere
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1. Ascolta, figlio, le mie parole; parole dolcissime, più alte di tutta la dottrina dei filosofi e dei sapienti di questo mondo. "Le mie parole sono spirito e vita" (Gv 6,63), e non vanno valutate secondo l'umano sentire. Non si debbono convertire in vano compiacimento; ma si debbono ascoltare nel silenzio, accogliendole con tutta umiltà e con grande amore. E dissi: "Beato colui che sarà stato formato da te, o Signore, e da te istruito intorno alla legge, così che gli siano alleviati i giorni del dolore" ed egli non sia desolato su questa terra (Sal 93,12s). Io, dice il Signore, fin dall'inizio ammaestrai i profeti, e ancora non manco di parlare a tutti. Ma molti sono sordi e duri alla mia voce. Numerosi sono coloro che ascoltano più volentieri il mondo che Dio, e seguono più facilmente i desideri della carne che la volontà di Dio. Il mondo promette cose da poco e che durano ben poco; eppure ci si fa schiavi del mondo, con grande smania. Io prometto cose grandissime ed eterne; eppure il cuore degli uomini resta torbido. Chi mai mi obbedisce e mi serve con tanto zelo, come si serve al mondo a ai suoi padroni? "Arrossisci, o Signore, così dice il mare" (Is 23,4). E se vuoi sapere il perché, ascolta. Per uno scarso vantaggio si percorre un lungo cammino; ma. Per la vita eterna, molti a stento alzano da terra un piede. Si corre dietro ad un modesto guadagno; talora, per un soldo, si litiga vergognosamente; per una cosa da nulla e dietro una piccola speranza non si esita a faticare giorno e notte; ma - cosa spudorata - per un bene che non viene meno, per un premio inestimabile, per l'onore più grande e la gloria che non ha fine, si stenta a faticare anche un poco.

2. Arrossisci, dunque, servo pigro e lamentoso; ché certuni sono più pronti ad andare alla perdizione di quanto non sia pronto tu ad andare alla vita: trovano essi più gioia in cose false di quanta ne trovi tu nella verità. Eppure essi sono ben spesso traditi dalla loro speranza, mentre la mia promessa non delude nessuno, né lascia a mani vuote colui che confida in me. Quel che ho promesso, darò; quel che ho detto adempirò, purché uno sia rimasto costante, sino alla fine, nel mio amore. Io sono colui che compenserà tutti i buoni e metterà severamente alla prova tutte le persone devote. Scrivi le mie parole nel tuo cuore e meditale attentamente; ti saranno molto utili nell'ora della tentazione. Quello che non avrai capito alla prima lettura, lo comprenderai nel giorno in cui io verrò a te. Due sono i modi con i quali io visito i miei eletti; la tentazione e la consolazione. Due sono le lezioni che io do loro ogni giorno; una, rimproverando i loro vizi, l'altra, esortandoli a rafforzare le loro virtù. Colui che, avendo ricevuto "le mie parole, le disprezza, avrà chi lo giudica". Nell'ultimo giorno (Gv 12,48).

Preghiera per chiedere la grazia della devozione.

3. Signore mio Dio, tu sei tutto il mio bene. E io, chi sono per osare di rivolgermi a te? Sono il tuo miserabile piccolo servo, un abietto vermiciattolo, molto più misero e disprezzabile di quanto io stesso non capisca e non osi confessare. Tuttavia, Signore, ricordati di me, che sono un nulla, nulla ho e nulla valgo. Tu solo sei buono, giusto e santo; tutto puoi e ogni cosa viene da te; tutto tu colmi, soltanto il peccatore tu lasci a mani vuote. Ricordati della tua misericordia (Sal 24,6) e riempi il mio cuore con la tua grazia; tu, che non permetti che resti vana la tua opera. Come potrò sopportare me stesso, in questa misera vita, se tu non mi conforterai con la tua pietà e con la grazia? Non distogliere da me la tua faccia, non tardare con la tua visita, non farmi mancare la tua grazia, affinché l'anima mia non divenga per te come una terra arida (Sal 142,6). Signore, insegnami a fare la tua volontà (Sal 142,10); insegnami a stare degnamente e umilmente accanto a te. Tutto tu sai di me, poiché mi conosci nell'intimo; anzi mi conoscevi prima che il mondo esistesse, prima che io fossi nato.