Sermone 313/G Erfurt 6 Discorso di sant'Agostino vescovo nel natale del martire Cipriano
Sant'Agostino

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Le virtù di San Cipriano
1. Ringrazio il Signore nostro Dio, perché si è degnato di concedere a me e a voi che io trascorra questo giorno con voi. Celebriamo in una devotissima assemblea la festa di un martire molto celebre. Gioiello della fede, guida degli Africani e dottore della chiesa, martire verissimo e sincerissimo sia come maestro e che come guida, insegnando quello che avrebbe fatto e facendo quello che aveva insegnato, mandando molti avanti a sé con l'insegnamento, e molti traendo dietro di sé con l'esempio. Ma in lui chi ha realizzato ciò, se non chi lo ha creato? Dio lo ha fatto uomo, fedele e martire: uomo quando l'ha creato, fedele quando l'ha chiamato, martire quando l'ha incoronato. Veneriamo questi martiri senza nessuna incertezza: sono infatti famose e note a tutti le sofferenze che sopportarono per il Signore. Il beato Cipriano è stato inviato come pecora in mezzo ai lupi: castigava i lupi con la parola e, come pastore, si impegnava per le pecore e per le pecore donava il sangue. Ebbe la semplicità della colomba e l'astuzia del serpente 1: con la semplicità della colomba non fece male a nessuno, e con l'astuzia del serpente custodì il proprio capo. I serpenti, quando sono uccisi, espongono ogni spira per proteggere il capo da cui traggono la vita, e lo difendono con grande cura. In che modo san Cipriano ha conservato il capo? Il capo dell'uomo è Cristo 2; dunque ha difeso il capo quando, con il corpo esposto ai persecutori, non ha rinnegato Cristo.
Festeggiare in gioiosa sobrietà
2. [...] pieni di entusiasmo e gioiosi celebriamo la devozione autentica, e ci basti questo, fratelli! Non tormentiamo con i bicchieri quei martiri che i pagani hanno tormentato con le pietre. Vedo, grazie a Dio, questo luogo pieno dell'entusiasmo della vostra assemblea. Forse che adesso non mangiamo - interrogate non il ventre, ma la mente - forse che adesso non beviamo? Il nostro cibo e la nostra bevanda devono essere quelli dell'uomo interiore. L'uomo esteriore, appesantito, schiaccia l'interiore, e per questo il Signore dice: Non appesantite il vostro cuore con la crapula e l'ubriachezza 3, perché con l'ubriachezza i corpi si riempiono e i cuori si appesantiscono. Con quanto impegno dobbiamo evitare queste cose, quando celebriamo le feste dei martiri! Infatti per giungere a quelle corone, costoro disprezzarono le cose che ora sono considerate desiderabili, quando si celebrano le loro solennità. Se dunque amiamo i martiri, seguiamo le orme dei martiri! Imitate colui che amate: questo è il frutto dell'amore, l'orma da seguire.
1 - Mt 10, 16.
2 - 1 Cor 11, 13.
3 - Lc 21, 34.1; Mt 10, 16.