SCRUTATIO

Domenica, 22 giugno 2025 - San Luigi Gonzaga ( Letture di oggi)

CAPITOLO LXVIII. - COME SIA NECESSARIO UMILIARSI SOTTO LA MANO DI DIO

Santa Gertrude di Helfta

CAPITOLO LXVIII. - COME SIA NECESSARIO UMILIARSI SOTTO LA MANO DI DIO
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Pregava un giorno Geltrude per alcuni miserabili che, dopo d'avere ingiustamente lesi i diritti del Monastero, minacciavano di fare maggior danno alla Comunità.

Il Signore, buono e misericordioso, le apparve con un braccio dolorosamente ripiegato e contorto, di guisa che i nervi sembravano dilacerati. Ora Egli disse alla sua Sposa: « Considera quali sofferenze mi cagionerebbero coloro che venissero adesso a picchiare colpi replicati su questo mio braccio indolenzito; eppure sono stato così trattato da coloro che odo parlare, senza pietà, della gente che vi perseguita. Dimenticano purtroppo, che quei miserabili perdono l'anima e che sono le mie membra. Coloro invece che mossi da compassione, implorano la mia clemenza, perché tolga misericordiosamente tali povere anime dai loro disordini, e le guidi a miglior vita, applicano al mio braccio un unguento dolcissimo. Quanto poi a coloro che, con avvisi, consigli, ammonizioni li conducono caritatevolmente all'emenda e alla conversione, sono altrettanti medici esperti che fasciano il mio braccio malato e con mano delicata, rimettono a poco a poco i muscoli nella loro posizione naturale».

Geltrude sorpresa per questo eccesso di begninità divina, aggiunse: « Dolcissimo Gesù, come puoi chiamare tuo braccio siffatta gente tanto indegna di quest'onore? ». Rispose il Signore: « Li chiamo così perchè sono membra del corpo della Chiesa, della quale mi onoro di essere Capo ». Ella rispose: «Ma non ne sono staccati dalla scomunica lanciata solennemente contro di loro, a causa delle vessazioni esercitate contro il nostro Monastero?». E Gesù: « E' vero che sono scomunicati; ma possono ancora venire dalla Chiesa prosciolti; io li considero a me congiunti con questo legame, e l'amore che nutro per essi mi tiene in una inesprimibile angoscia. Non si può dire a parole l'ardore con cui desidero la conversione di questi infelici ».

Geltrude, avendo in seguito pregato il Signore di difendere il Monastero dai loro assalti e di prenderlo sotto la sua divina protezione, ricevette questa risposta: « Lo farò se voi, nell'umiltà del cuore, riconoscerete dì meritare questo castigo per le vostre negligenze nel mio servizio; ma se per orgoglio, v'irriterete contro questi infelici, allora lascerò giustamente che prevalgano contro di voi e vi molestino ancora ».