Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 9


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NOVA VULGATABIBBIA
1 Eodem autem tempore Anti ochus inhoneste revertebatur de regionibus circaPersidem.1 Avvenne in quel periodo il ritorno ignominioso di Antioco dalle regioni della Persia.
2 Intraverat enim in eam, quae dicitur Persepolis, et tentavitexspoliare templum et civitatem opprimere; quapropter, multitudine ad armorumauxilium concurrente, in fugam versi sunt; et contigit ut Antiochus in fugamversus ab indigenis turpiter rediret.2 Infatti egli era giunto nella città chiamata Persepoli e si era accinto a depredare il tempio e ad impadronirsi della piazza, ma i cittadini ricorsero in massa alle armi e lo ricacciarono; perciò Antioco, messo in fuga dagli abitanti, dovette ritirarsi vergognosamente.
3 Et cum esset circa Ecbatana, nuntiatasunt ea, quae erga Nicanorem et Timotheum gesta sunt.3 Mentre si trovava presso Ecbàtana, gli giunsero le notizie su ciò che era accaduto a Nicànore e agli uomini di Timòteo.
4 Elatus autem iraarbitrabatur se etiam iniuriam illorum, qui se fugaverant, in Iudaeosretorquere; ideoque iussit, ut auriga sine intermissione iter perficeret,caelesti iam eum comitante iudicio. Ita enim superbe locutus erat: “ Congeriemsepulcri Iudaeorum Hierosolymam faciam, cum venero illo ”.
4 Montato in gran furore, pensava di sfogarsi sui Giudei anche per lo smacco inflittogli da coloro che lo avevano messo in fuga. Perciò diede ordine al cocchiere di compiere il viaggio spingendo i cavalli senza sosta; ma incombeva ormai su di lui il giudizio del Cielo. Così diceva nella sua superbia: "Farò di Gerusalemme un cimitero di Giudei, appena vi sarò giunto".
5 Sed qui universa conspicit, Dominus, Deus Israel, percussit eum insanabili etinvisibili plaga; et continuo ut is finivit sermonem, apprehendit eum dolordirus viscerum et amara internorum tormenta,5 Ma il Signore che tutto vede, il Dio d'Israele, lo colpì con piaga insanabile e invisibile. Aveva appena terminato quella frase, quando lo colpì un insopportabile dolore alle viscere e terribili spasimi intestinali,
6 perquam iuste, quippe qui multiset novis cruciatibus aliorum torserat viscera.6 ben meritati da colui che aveva straziato le viscere altrui con molti e strani generi di tormenti.
7 Ille vero nullo modo abarrogantia cessabat; super hoc autem superbia repletus erat, ignem spirans animoin Iudaeos et praecipiens iter accelerari. Contigit autem, ut et ille caderet decurru, qui ferebatur impetu, et gravi lapsu corruens in omnibus corporis membrisvexaretur.7 Ma egli non desisteva affatto dalla sua alterigia, anzi pieno ancora di superbia spirava il fuoco della sua collera contro i Giudei e comandava di accelerare la corsa. Ma gli accadde di cadere dal carro in corsa tumultuosa e per la grave caduta di riportare contusioni in tutte le membra del corpo.
8 Isque, qui nuper videbatur fluctibus maris imperare propter superhominem iactantiam et in statera montium altitudines appendere, humiliatus adterram in gestatorio portabatur manifestam Dei virtutem omnibus ostendens,8 Colui che poco prima pensava di comandare ai flutti del mare, arrogandosi di essere un superuomo e di pesare sulla bilancia le cime dei monti, ora gettato a terra doveva farsi portare in lettiga, rendendo a tutti manifesta la potenza di Dio,
9 itaut de oculis impii vermes scaturirent, ac viventis in doloribus et maeroribuscarnes eius diffluerent, illiusque odore totus exercitus gravaretur propterputredinem.9 a tal punto che nel corpo di quell'empio si formavano i vermi e, mentre era ancora vivo, le sue carni fra spasimi e dolori cadevano a brandelli e l'esercito era tutto nauseato dal fetore e dal marciume di lui.
10 Et qui paulo ante sidera caeli contingere se arbitrabatur, eumnemo poterat propter intolerabilem foetoris gravitatem portare.
10 Colui che poco prima credeva di toccare gli astri del cielo, ora nessuno poteva sopportarlo per l'intollerabile intensità del fetore.
11 Hinc igitur coepit multum superbiae deponere confractus et ad agnitionemvenire divina plaga, per momenta doloribus extensus.11 Allora finalmente, malconcio a quel modo, incominciò ad abbassare il colmo della sua superbia e ad avviarsi al ravvedimento per effetto del divino flagello, mentre ad ogni istante era lacerato dai dolori.
12 Et, cum nec ipsefoetorem suum ferre posset, ita ait: “ Iustum est subditum esse Deo etmortalem non superbe sentire ”.12 Non potendo più sopportare il suo proprio fetore, disse: "È giusto sottomettersi a Dio e non pensare di essere uguale a Dio quando si è mortali!".
13 Orabat autem hic scelestus Dominum, ei nonamplius miserturum, ita dicens:13 Quell'empio si mise a pregare quel Signore che ormai non avrebbe più avuto misericordia di lui, e diceva
14 sanctam quidem civitatem, ad quam festinansveniebat, ut eam solo aequalem faceret ac sepulcrum congestorum strueret,liberam ostendere;14 che avrebbe dichiarato libera la città santa, che prima si affrettava a raggiungere per raderla al suolo e farne un cimitero;
15 Iudaeos autem, quos decreverat nec sepultura quidem sedignos habiturum, sed avibus devorandos cum parvulis se feris proiecturum, omneshos aequales Atheniensibus facturum;15 che avrebbe reso pari agli Ateniesi tutti i Giudei che prima aveva stabilito di non degnare neppure della sepoltura, ma di gettare in pasto alle fiere insieme con i loro bambini;
16 templum vero sanctum, quod priusexspoliaverat, pulcherrimis donis ornaturum et sacra vasa multiplicia cuncta seredditurum, et pertinentes ad sacrificia sumptus de redditibus suispraestaturum;16 che avrebbe adornato con magnifici doni votivi il sacro tempio, che prima aveva saccheggiato, e avrebbe restituito in maggior numero tutti gli arredi sacri e avrebbe provveduto con le proprie entrate ai contributi fissati per i sacrifici;
17 super haec autem et Iudaeum se futurum et omnem locumhabitabilem perambulaturum praedicantem Dei potestatem.
17 inoltre che si sarebbe fatto Giudeo e si sarebbe recato in ogni luogo abitato per annunciare la potenza di Dio.
18 Sed omnino non cessantibus doloribus — supervenerat enim in eum iustum Deiiudicium — semetipsum desperans scripsit ad Iudaeos hanc infra rescriptamepistulam modum deprecationis habentem, haec continentem:18 Ma poiché i dolori non diminuivano per nulla - era arrivato infatti su di lui il giusto giudizio di Dio - e disperando ormai di sé, scrisse ai Giudei la lettera che riportiamo qui sotto, nello stile di una supplica, così concepita:
19 “ Optimis civibusIudaeis plurimam salutem et bene valere et esse felices, rex et dux Antiochus.19 "Ai Giudei, ottimi cittadini, il re e condottiero Antioco augura magnifica salute, benessere e prosperità.
20 Si bene valetis et filii vestri, et res vestrae ex sententia sunt vobis,precans refero quidem Deo maximam gratiam, in caelum spem habens;20 Se voi state bene e i figli e le vostre cose procedono secondo il vostro pensiero, io, riponendo le mie speranze nel Cielo,
21 ego vero ininfirmitate constitutus eram, vestri autem honoris et benevolentiae memineramcum affectione. Reversus de Persidis locis et in infirmitatem incidens molestiamhabentem, necessarium duxi pro communi omnium securitate curam habere.21 mi ricordo con tenerezza del vostro onore e della vostra benevolenza. Ritornando dalle province della Persia e trovandomi colpito da una malattia insopportabile, ho creduto necessario pensare alla comune sicurezza di tutti.
22 Nondesperans memetipsum, sed spem multam habens effugiendi infirmitatem,22 Pur non disperando del mio stato, ma avendo molta fiducia di poter scampare dalla malattia,
23 respiciens autem quod et pater meus, quibus temporibus in superiora loca duxitexercitum, ostendit, qui susciperet principatum;23 considerando d'altra parte che anche mio padre, quando aveva intrapreso spedizioni nelle province settentrionali, aveva indicato il successore,
24 ut, si quid contrariumaccideret aut etiam quid difficile nuntiaretur, scientes hi, qui circa regionemerant, cui esset rerum summa derelicta, non turbarentur.24 perché se accadesse qualche cosa di inaspettato o si diffondesse la notizia di qualche grave incidente, gli abitanti del paese, sapendo in mano a chi era stato lasciato il governo, non si agitassero;
25 Ad haec autemconsiderans de proximo potentes et vicinos regno temporibus insidiantes eteventum exspectantes, designavi filium Antiochum regem, quem saepe recurrens insuperiora regna plurimis vestrum committebam et commendabam; et scripsi ad eum,quae subiecta sunt.25 e oltre a questo constatando che i sovrani vicini e confinanti con il nostro regno spiano il momento opportuno e attendono gli eventi, ho designato come re mio figlio Antioco, che già più volte, quando intraprendevo i viaggi nei distretti settentrionali, ho raccomandato e affidato a moltissimi di voi. A lui indirizzo la lettera qui unita.
26 Oro itaque vos et peto memores beneficiorum publice etprivatim, ut unusquisque conservet hanc, quam habetis benevolentiam in me et infilium.26 Vi prego dunque e vi scongiuro di ricordarvi dei benefici ricevuti pubblicamente o privatamente e prego ciascuno di conservare la vostra benevolenza verso di me e mio figlio.
27 Confido enim eum modeste et humane, sequentem propositum meum,vobiscum acturum ”.
27 Ho fiducia che egli si comporterà con voi con moderazione e umanità, secondo le mie direttive".
28 Igitur homicida et blasphemus pessima perpessus, ut ipse alios tractaverat,peregre in montibus miserabili obitu vita functus est.28 Quest'omicida e bestemmiatore dunque, soffrendo crudeli tormenti, come li aveva fatti subire agli altri, finì così la sua vita in terra straniera, in una zona montuosa, con una sorte misera.
29 Transferebat autemcorpus Philippus collactaneus eius, qui etiam metuens filium Antiochi adPtolemaeum Philometorem in Aegyptum se contulit.
29 Curò il trasporto della salma Filippo, cresciuto insieme a lui, il quale poi, diffidando del figlio di Antioco, si recò in Egitto presso Tolomeo Filomètore.