Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Sapienza


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Nei libri storici e profetici del Vecchio Testamento si parla della S. (ebr. hokmah) come di una qualità umana non in senso speculativo, ma pratico. Per essa 1'uomo è in grado di seguire una condotta irreprensibile. Nei libri profetici appare anche come attributo divino, che si manifesta in modo speciale nella creazione e nel governo del mondo. Nei libri didattici, infine, si accentua la glorificazione della s. divina come di qualche cosa inaccessibile ai mortali.
In cinque testi è presentata come una persona. In Iob (28, 20-27) la s. inaccessibile ed in intima unione con Dio, di solito viene considerata un attributo poeticamente personificato, che si manifesta specialmente nella creazione. La stessa personificazione si ha in Bar. 3, 9-4, 4, dove la Legge costituisce una manifestazione della s. più evidente per gli uomini (Bar. 3, 37). In Prov 8, 22-36 ed in Eccli. 24, 1-47 (cf. 4, 11.22) è presentata come qualche cosa di distinto, quasi con una personalità propria. Va notato, però, che altrove nei Prov. si ha la medesima personificazione anche dove si potrebbe intendere di una semplice S. umana astratta (9, 1-6) e che anche per la stoltezza si ricorre ad una simile prosopopea (9, 13-18). La massima personificazione si ha in Sap. 7, 22,-8, l: quest'ultimo testo, ricco di aggettivi molto espressivi e difficilmente applicabili ad una qualità umana, è stato uno dei più sfruttati dagli apologisti e dai teologi per provare 1'esistenza eterna della, persona del figlio di Dio.
Gli autori moderni (Vaccari, Lebreton, Heinisch, Ceuppens, Van Imschoot ecc.) sono concordi nel vedere in questi brani solo una personificazione poetica (prosopopea) di un attributo divino.
In senso pieno tuttavia si ammette un loro riferimento alla seconda Persona della SS. Trinità, il Verbo eterno; riferimento inteso da Dio e rivelato negli scritti ispirati nel N. T., allorché s. Paolo, ad es., applica al Verbo incarnato, gli stessi termini adoperati nel V. T. per la s.: cf. Hebr. 1, 2 s.; Col. 1, 15 s. ecc.

BIBL. - A. VACCARI, Il concetto della Sapienza nell'A. T., in Gregorianum, 1 (1920) 218-51; P. HEINISCH, Teologia del Vecchio Testamento, trad. ital., Torino 1950, pp. 114- 20; P. VAN IMSCHOOT, Sagesse et esprit dans l'A.T., in RB, 47 (1938) 23-49; H. RENARD, Le livre des Proverbes (La Ste Bible, ed. Pirot, VI, Parigi 1946, p. 79; A. VAN DIJK, La sagesse Suméro-Accadienne. Recherches sur les genres littéraires des textes sapientiaux avec choix de textes. Leiden 1953.

Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora