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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Nabonid


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Ultimo re della dinastia neobabilonese caldea, figlio di Nabù-balat-su-iqbi, nobile babilonese, e di una sacerdotessa del tempio di Sin in Harran: regnò per ca. 18 anni, dall'uccisione di Labasi-Marduk (556-a.C.) alla conquista di Babilonia da parte di Ciro (539). Dopo una spedizione militare in Palestina agli inizi del regno, N. amò dedicarsi personalmente a una grande riforma religiosa intesa a rianimare il pericolante impero con lo spirito d'un passato glorioso. Nella direzione immediata della politica N. si associò fin dal terzo anno di regno il figlio Baltassar (Bel-sar-usur). Nel 3° anno di regno, secondo il cilindro grande di Sippar, caduto Astiage, N. occupò Harran e rapidamente ricostruì il tempio di Sin, curando che ne fossero rintracciati i documenti di fondazione. E si interessò grandemente del tempio della stessa divinità a Ur, dove lasciò gran sacerdotessa sua figlia Bel-salti-nannar. La devozione verso Sin però indispettì non poco i sacerdoti babilonesi di Marduk: il fatto poi che N. raccolse in Babilonia molte statue di divinità tutelari delle varie regioni dell'impero, lasciando queste popolazioni senza protezione divina, fomentò anche nel basso popolo un vero odio contro di lui, favorito dal fermento delle varie popolazioni già deportate.
Intanto, vinti i Medi, Ciro s'apprestava ad attaccare Babilonia. N. non sembrava conscio della situazione: dal 7° all'11° anno di regno egli fu assente da Babilonia, affidata completamente al figlio.
Quando però nel 546 anche Creso di Lidia fu vinto da Ciro, N. pensò di tornare in Babilonia, dove difatti lo troviamo nel suo 17° anno; la situazione era però ormai disperata. Ciro attaccò l'esercito babilonese a Opis sul Tigri e lo sconfisse occupando Sippar; due giorni più tardi Cubaru, generale di Ciro, entrò, forse a tradimento, in Babilonia sorpresa durante lo svolgimento d'una festa e Baltassar fu ucciso (Dan. 5, 30); 17 giorni dopo vi entrava Ciro accolto dal popolo come trionfatore. N. catturato mentre fuggiva verso Borsippa, venne trattato gentilmente e mano dato in Carmania nella Persia meridionale. La grandezza di Babilonia imperiale era tramontata per sempre.
[G. D.]

BIBL. - G. RICCIOTTI, Storia d'Israele, II, Torino 1947, pp. 12-20; E. DHORME, La Mère de Nabonide, in RAss. 41 (947) 1-21 (Recueil E. Dhorme, Parigi 1951, pp. 325-350); S. MOSCATI, L'Oriente Antico, Milano 1952, p. 92 ss.

Autore: Padre Giacomo Danesi
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora