Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Musica


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Non possediamo né testi musicali né opere teoriche sulla m. ebraica del periodo biblico; la S. Scrittura però ci dà non poche indicazioni al riguardo. Come presso gli Egiziani e gli Assiri, anche presso gli Ebrei la m., vocale e strumentale, accompagnava quasi tutti gli atti della vita, sia profana che religiosa. Così nel deserto si davano segnali con trombe d'argento (Num., 10, 2 ss.); al suono di trombe caddero le mura di Gerico (Ios. 6, 4,·20); con canti, suoni e danze fu celebrato il trionfo di David sul gigante Golia (I Reg. 18, 6 s.); con la cetra, David placava l'ira di Saul (I Reg. 16, 23); con la tromba ed altri strumenti si annunciava la dichiarazione di guerra (Is. 18, 3) e si celebrava la vittoria (2Par. 20, 28). La m. rallegrava i conviti (Is. 5, 12; 24, 8; Eccli. 32, 7; 49, 2 ecc.) e le nozze (I Mac. 9, 39), la vendemmia e la mietitura (Iudc. 9, 27; Is. 9, 3; 16,10; 25, 6; Ps. 4, 8), il lutto ed il pianto (2Par. 35, 25; 11: Reg. l, 17; Ier. 9, 17; Mt. 9, 23) ecc.
Nelle cerimonie religiose poi non mancava mai la m.: così dopo il passaggio del Mar Rosso Mosè canterà un inno accompagnato col timpano dalla sorella Maria (Ex. 15, 1.20); i sacerdoti daranno con la tromba il segnale delle feste, delle calende, dei giubilei, dei sacrifici ecc. (Num. 10, 2-11); nelle scuole profeti che si faceva uso della m. (I Reg. 10, 5; 19, 20); le varie traslazioni dell'Arca furono accompagnate da canti e suoni guidati dallo stesso David (2Reg. 6, 5.12-15; 1Par. 13, 8; 15, 16). Proprio a lui spetta il merito di aver organizzato un ottimo ordinamento musicale per il servizio liturgico: fece costruire numerosi strumenti per i leviti (1Par. 23, 5) onde accompagnare i Salmi da lui stesso composti (2Par. 7, 6; 29, 26 s.); organizzò varie classi di cantori (4.000 leviti! 1Par. 23, 5) e di strumentisti (1Par. 15, 22; 16, 5, 6; 25, 1-7; 23, 31; Eccle. 47, 11 s.). Anche Salomone fece costruire degli strumenti musicali (2Par. 19, 10-11). Al ritorno dall'esilio cantori (Esd. 2, 70; Neh. 7, l; 12, 45) e sacerdoti (Esd. 3, 10) ripresero servizio nel tempio: e così si fece al tempo dei Maccabei (1Mach. 4, 54).
Strumenti musicali. Se ne attribuisce l'invenzione a Iubal, figlio di Lamec (Gen., 4, 21; cf. 31, 27). Possiamo distinguerne 3 categorie: strumenti a corda, a fiato, a percussione. Tra i primi, tutti della famiglia dell'arpa, ricordiamo il nebhel o grande arpa (I Reg. 6, 5; Ps. 57, 9; Is. 5, 12 ecc.: si fa menzione anche di un nebhel 'asor, cioè a 10 corde: Ps. 33, 2; 144, 9) ed il kinnor, di minore grandezza e con poche corde (Gen. 4, 21; 31; 27; 1Reg. 10, 12; I Par. 13, 8; 15, 28; Is. 5, 12; 16, 11 ecc.); strumenti affini erano la sabhka ed il pesanterin (*** Dan. 3, 5.7.10.15). Tra gli strumenti a fiato importanti erano lo sophar fatto con corna di caprone o di montone (detto perciò anche qeren, Ios. 6, 4. 5) e che serviva per convocare il popolo alla guerra, alle feste religiose o profane (Iudc. 7, 18; 1Reg. 13, 3; 2Reg. 15. 10; Ex. 19, 13.16; Lev. 23, 24 ecc.), nonché per indicare il giubileo (Lev. 25, 9: detto perciò anche iobhel); l'ughabh, o piccolo flauto (Gen. 4, 21; Ps. 150, 4 ecc.), il halil o grosso flauto (1Reg. 10,5; Is. 5,12; 30, 29 ecc.) è la hasoserah *** (Num. 10, 3-10; 31, 6; Ps. 98, 6 ecc.). Degli strumenti a percussione ricordiamo il toph o tamburo (1Reg. 10, 15; Is. 30, 32 ecc.) suonato per lo più da donne (Ex. 15, 20; Ps. 68, 26), i selselim o cimbali (I Reg. 6, 5), i mesiltaim o cembali doppi (I Par. 13, 8), i mena'an'im o sistri (2Reg. 6, 5) ed i salisim (I Reg. 18, 6). Gli strumenti a percussione erano usati specialmente nelle feste, religiose o profane, e nelle danze.
Dopo la distruzione di Gerusalemme (70 d. C.) l'arte strumentale cadde in disuso, mentre quella vocale si tramandò nelle sinagoghe. Molti accenti del testo masoretico non sono altro che segni musicali, anche se non corrispondono esattamente alle nostre note: si chiamano te'amim o neghinòt («note», «toni»). La m. ebraica era solo melodica: ignote del tutto l'armonia ed anche la polifonia. La scala non era cromatica o enarmonica, ma diatonica: in una ottava si potevano avere fino a 24 gradi! È innegabile un certo influsso della m. ebraica sul canto gregoriano.

BIBL. - A. GASTOUÉ, Les origines du chant romain, Parigi 1907, c. I; F. X. KORTLEITNER, Archeologia Biblica, Innsbruck 1917, pp. 635-41; H. BERL, Das Judentum in der Musik, Berlino-Lipsia 19,26; A. Z. IDELSHON, Jewish music in its historical development, New-York 1929 (classico).

Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora