Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Iefte


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Fu il grande capo e liberatore della tribù di Gad, cui appartiene (Iudc. 10, 6-12, 7). Scacciato dai fratelli, L, figlio illegittimo, nella regione vicina alle Fonti del Giordano, comandava con coraggio e valentia una schiera di razziatori; come già David nel deserto di Giuda e di Ziph (1Sam 22, 2). Oppressi dagli Ammoniti insediatisi in Galaad, i suoi conterranei, dopo aver invocato l'aiuto di Iahweh ed aver rimossa l'idolatria, volendo sollevarsi, si rivolsero a I., perché dirigesse la lotta. I. accettò, dopo aver fatto giurare, nel nome di Iawheh, agli anziani di lasciargli, dopo la vittoria, il potere. I., mentre si preparava, iniziò trattative con gli Ammoniti; una volta fallite, fiducioso in Iahweh, li attaccò e sbaragliò, riconquistando 20 città israelite, e liberando Galaad fino al Giordano.
La sua fede era sincera (Hebr. 11, 32), ma rozza, e influenzata dai costumi cananei (cf. il re moabita Mesa; 2Reg. 3, 27); così per propiziarsi Iahweh, I. fece voto, prima della battaglia, di immolargli la prima persona (contro la proibizione della legge: Deut. 12, 31) che gli fosse uscita incontro dalla sua casa, al ritorno vittorioso. Fu l'unica sua figlia che, prima fra le vergini, avanzò per la rituale fantasia. I., pur nel suo strazio, credette suo dovere compiere il voto, immolandola dopo averle concesso di piangere sui monti con le compagne il fiore della sua giovinezza recisa.
I. punì duramente l'insolenza degli Efraimiti, che gli facevano minacciose rimostranze perché aveva vinto senza di loro. Ai guadi del Giordano, gli Efraimiti in fuga, riconosciuti dalla pronunzia sibboleth (corrente) per sibboleth (spiga), vennero uccisi (come nei Vespri Siciliani, i Francesi si svelavano dicendo sesi, per ceci).
Per sei anni governò Galaad; fu questo il secondo tentativo, dopo quello di Gedeone, di stabilire un principato monarchico.
[F. S.]

BIBL. A. MÉDEBIELLE, in DBs, III, coll. 11-24; L. DESNOYERS, Histoire du peuple hébreu, I, Parigi 1922, pp. 178-85. 308. 340. 397 ss.; R. TAMISIER, Le livre des Juges (La Ste Bible, ed. Pirot, 3), ivi 1949. pp. 233-45.

Autore: Mons. Francesco Spadafora
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora