Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Giudea


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Termine geografico del regno di Giuda (I Sam 23, 3), che indica talvolta tutta la nazione israelita (Ps. 114, 2) o il solo territorio della tribù di Giuda, se traduce l'ebr. Iehùdàh. Dopo l'esilio, designa il territorio occupato dai rimpatriati nei dintorni di Gerusalemme (Neh. 3); e più tardi, una delle tre province che dividono la Palestina cisgiordanica al tempo di Cristo (8 volte in Mt., 4. in Mc., 10 in Lc., 5 in Io., 12 in At.). Il termine sembra in uso dal IV sec. a. C. e, adottato dai LXX, ricorre in I-II Mach. Per Tolomeo, Strabone, Dione Cassio, Flavio Giuseppe, Eusebio, Girolamo e gli storici romani G. indica tutta la Palestina.

La G., come provincia distinta dalla Galilea e dalla Samaria, non è ristretta al territorio dell'antica tribù di Giuda, ma si estende sul suolo di Beniamino, Dan, Simeone e su una parte di Efraim. Sulla costa risale fino al Carmelo. I limiti esatti variano nella storia e, in certe epoche, sono di difficile precisazione. Dal punto di vista del suolo, la G., come la tribù di Giuda, comprende la parte montagnosa (Har Iehùdàh, tra i 700/1000 m. sul livello del mare), la pianura o le basse colline (Shefélah), la vallata o il mezzogiorno (darom) e il deserto (midbar Iehùdàh) con la depressione del mar Morto. È un paese chiuso, con tutti i vantaggi di una penisola dal punto di vista strategico, difficile a prendersi. La G. è la parte principale della Palestina, è molto popolata e le sue città principali sono tra le più conosciute del territorio. Ha Gerusalemme per capitale col Tempio di Dio, il sommo sacerdote e il Sinedrio (tempo di N. S.), che ha giurisdizione sugli Ebrei che abitano nelle altre parti della Palestina. Gli abitanti della G. si considerano superiori e ai Samaritani, trattati da apostati, e ai Galilei. Amministrativamente, la G. è divisa in toparchie che, secondo Flavio Giuseppe (Bell. III, 3, 5) e Plinio (Hist. Nat. V, 14) combinati, dovrebbero essere Gerusalemme, Gophna, Akrabatta, Thamna, Lydda, Emmaus, Bethleptepha, l'Idumea, Engaddi, Herodium, Gerico.

La storia della G. è legata a quella della tribù di Giuda: i reduci dall'esilio quasi tutti appartengono a detta tribù, e occupano il territorio dell'antico regno di Giuda, che vien detto pertanto G. e Giudei essi stessi. Sotto i Persiani la G. forma una provincia (medinàh) appartenente alla quinta satrapia dell'impero (Erodoto III, 91) e amministrata da un governatore (pèhàh) che è generalmente un giudeo assistito da un consiglio di anziani, residente a Gerusalemme (Agg. 1, 1.14; 2, 3-22; Neh. 5, 14-18; 12, 26). Dopo la presa di Tiro e di Gaza, la G. passa sotto il dominio di Alessandro. Sotto i diadochi, dalla morte di Alessandro (323 a. C.) alla morte di Antigono a Ipsos (301) la G. cambia 5 volte padrone. Fino alla battaglia di Paneion (198) rimane sotto i Lagidi che esercitano una sorveglianza militare, rispettano la costituzione teocratica autorizzata dai Persiani e stabilita da Esdra, e preservano dai progressi dell'Ellenismo. Nel 198 Antioco III strappa la Celesiria ai Tolomei e occupa Gerusalemme: la G. cade sotto i Seleucidi. Tra questi Antioco IV Epifane (175-164) suscita, dopo un periodo di resistenza passiva (2Mac. 6, 18-7, 41) la rivolta aperta dei Maccabei. La G. diventa indipendente. Gli Asmonei proteggono questa indipendenza, tra le lotte contro i Farisei, finché Pompeo (63 a. C.) fa cadere Gerusalemme e tiene sotto controllo la G., la Galilea e la Perea. All'arrivo di Cesare in Siria (47 a. C.), Antipatro è nominato procuratore. Dopo la morte di Cesare, Erode si fa nominare re della G. dal Senato romano e conquista Gerusalemme (37 a. C.). Sotto il regno di Erode nasce il Salvatore (Mt. 2, 1; Lc. 1, 5). Morto Erode, il regno viene diviso fra i figli finché cade sotto l'amministrazione diretta dei Romani mediante i procuratori (6 d. C.) che hanno pieni poteri. I procuratori esasperano il popolo della G. e preparano la rivolta che viene soffocata da Vespasiano e da Tito con la caduta di Gerusalemme e l'incendio del Tempio (70 d. C.). Un altro tentativo di insurrezione capeggiato da Bar Koseba è represso al tempo di Adriano (135 d. C.).
[F. V.]

BIBL. - F. M. ABEL, Géographie de la Palestine. I, Parigi 1933, pp. 104 s., 281 ss. 314 ss.; II, 1938, pp. 152 s. 162 ss.; ID., Histoire de la Palestine depuis la conquete d'Alexandre jusqu'à l'invasion arabe. I-II, ivi 1952; E. LEVESQUE, Le mot Judée dans le N. T., in RB. 1945, 104-111.

Autore: Sac. Francesco Vacchioni
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora