Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Agonia di Gesù


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L'estrema sofferenza del Redentore (Mt. 26, 36-44; Me. 14, 32-40; Lc. 22, 39-42.45-46; Io. 18, l), nel Gethsemani, frequentato abitudinariamente da Cristo e dai discepoli (Io. 18, 2; Lc. 22, 39), uliveto, munito di pressoio (di qui il nome: gath semanin, in aramaico, = "torchio d'olio"), raggiunto da Cristo dopo l'orazione sacerdotale nel Cenacolo, scendendo dalla città alta nel Tyropeion per l'antica scala a gradini recentemente scoperta. Gli unici testimoni dell'a. sono gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, già testimoni della gloriosa Trasfigurazione (Mt. 17, 1 e par.). Lo sgomento e l'angoscioso tedio, dovuti alla chiaroveggenza della Passione vicinissima e di tutti i peccati che per molti la renderanno vana, assalgono Gesù. Si sente morire dall'angoscia (una tristezza mortale): ricercata invano la solidarietà dei prediletti, s'inoltra solo e, avanzato una trentina di metri (Lc. 22, 41), s'accascia al suolo con la faccia a terra in adorazione profonda e nella domanda al Padre che gli sia risparmiata quella sofferenza ("calice", espressione rabbinica metaforica).

Apparizione dell'Angelo e sudore di Sangue (Lc. 22, 43 s.). Mt. e Mc. riportano la triplice preghiera di Gesù al Padre e il triplice appello alla solidarietà degli apostoli nel suo dolore; Lc. ricorda la preghiera e l'appello e aggiunge in più la apparizione dell'angelo e il sudore di sangue. Dopo l'apparizione sensibile dell'angelo confortatore, Cristo entra in a. (***). Il termine per i Greci esprimeva la strenua lotta degli atleti per il conseguimento del premio, che richiede laceranti sforzi delle membra e dello spirito, paure e trepidazione nell'attesa. Quindi significò ogni grave trepidazione, in particolare di chi è impegnato nella lotta suprema con la morte. La preghiera si fa più intensa di prima. Nella tensione dello spirito e del corpo, Cristo trasuda ed il Suo sudore diviene «quasi globuli di sangue» scendenti giù in terra. Il sudore sanguigno (ematidrosi) è un fenomeno naturale, già noto ad Aristotele (Hist. Anim., III, 19). È una fuoriuscita di sangue senza alcuna lesione di continuità della pelle attraverso le ghiandole dilatate sudoripare, sparse su tutta la superficie cutanea. A causa di alterazioni del sangue o impressioni nervose particolarmente intense, vasodilatatorie, i capillari sanguigni dell'apparato sudoriparo si congestionano e si spezzano provocando lo spargimento del sangue sulla superficie subepiteliale delle ghiandole sudoripare ed il seguente superamento della sottilissima barriera epiteliale, con fuoriuscita alla superficie cutanea. Sebbene Lc. 22, 44 sia omesso nei codici greci maiuscoli BWANRT, in alcuni minuscoli (579, 13, 69, 124), nei codici migliori copti, nelle versioni armena e siriaco.-sinaitica e in parecchi Padri (Atanasio, Ambrogio, Cirillo Alessandrino), in favore dell'autenticità stanno la maggior parte dei codici greci maiuscoli e minuscoli, le versioni siria che, latina pregeronimiana, volgata latina e gli altri Padri; la critica interna inoltre è decisiva perché, mentre l'omissione si spiega, un'eventuale aggiunta rimarrebbe inspiegabile.
[A. R.]

BIBL. - DR. BARADAN, in DThC, I, coll. 621-4; BONNETAIN, La cause de l'a. de Jésus, in RA. 50 (930) 681-90: 53 (931) 276-95; M. VOSTÉ, De Passione et Morte Iesu C. Roma 1937, pp. 43-52; U. HOLZMEISTER, Exempla sudoris sanguinei, in VD, 18 (938) 73-81; 23 (943) 71-6.

Autore: Sac. Armando Rolla
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora