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Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Pace


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L‘uomo desidera la pace dal più profondo del suo essere. Ma spesso ignora la natura del bene che invoca con tutte le sue forze, e le vie che segue per ottenerlo non sono sempre le vie di Dio. Deve quindi imparare dalla storia sacra in che cosa consista la ricerca della vera pace, e sentir proclamare il dono di questa pace da Dio in Gesù Cristo.

I. LA PACE, FELICITÀ PERFETTA

Per apprezzare nel suo pieno valore la realtà indicata dalla parola, occorre sentire il sapore locale che sussiste nell‘espressione semitica sin nella sua concezione più spirituale, e nella Bibbia sin nell‘ultimo libro del NT.

1. Pace e benessere. - La parola ebraica salóm deriva da una radice che, secondo i suoi usi, designa il fatto di essere intatto, completo (Giob 9, 4), ad es. terminare una casa (1 Re 9, 25), o l‘atto di ristabilire le cose nel loro stato primitivo, nella loro integrità, ad es. «pacificare» un Creditore (Es 21, 34), compiere un voto (Sal 50, 14). Perciò la pace biblica non è soltanto il «patto» Che permette una vita tranquilla, né il «tempo della pace» in opposizione al «tempo della *guerra» (Eccle 3, 8; Apoc 6, 4); designa il benessere dell‘esistenza quotidiana, lo stato dell‘uomo che vive in armonia con la natura, con se stesso, con Dio; in concreto è *benedizione, *riposo, *gloria, *ricchezza, *salvezza, *vita.

2. Pace e felicità. - «Essere in buona salute» ed «essere in pace» sono due espressioni parallele (Sal 38, 4); per domandare come sta uno, se sta bene, si dice: «È in pace?» (2 Sam 18, 32; Gen 43, 27); Abramo che mori in una vecchiaia felice e sazio di giorni (Gen 25, 8) se ne andò in pace (Gen 15, 15; cfr. LC 2, 29). In senso più largo, la pace è la sicurezza. Gedeone non deve più *temere la morte dinanzi alla apparizione Celeste (Giud 6, 23; cfr. Dan 10, 19); Israele non ha più da temere i *nemici, grazie a Giosuè vincitore (Gios 21, 44; 23, 1), a David (2 Sam 7, 1), a Salomone (1 Re 5, 4; 1 Cron 22, 9; Eccli 47, 13). Infine la pace è concordia in una vita fraterna: il mio familiare, il mio amico, è «l‘uomo della mia pace» (Sal 41, 10; Ger 20, 10); è mutua fiducia sanzionata sovente da una *alleanza (Num 25,12; Eccli 45,24) o da un trattato di buona vicinanza (Gios 9, 15; Giud 4,17; 1 Re 5,26; Lc 14,32; Atti 12,20).

3. Pace e salvezza. - Tutti questi beni materiali e spirituali sono compresi nel saluto, nell‘augurio di pace (in arabo, il salamelecco) mediante il quale, nel VT e nel NT, si dice «buon giorno», ed «addio», sia nella conversazione (Gen 26, 29; 2 Sam 18, 29), sia nelle lettere (ad • es. Dan 3, 98; Filem 3). Ora, se è conveniente augurare la pace o porsi la domanda circa le disposizioni pacifiche del visitatore (2 Re 9, 18), si è perché la pace è uno stato da conquistare o da difendere; è *vittoria su un qual che nemico. Gedeone od Achab sperano di ritornare in pace, Cioè vincitori della guerra (Giud 8, 9; 1 Re 22, 27 s); allo stesso modo si augura il successo di una esplorazione (Giud 18, 5 s), il trionfo sulla sterilità di Anna (1 Sam 1, 17), la *guarigione delle fe rite (Ger 6, 14; Is 57, 18 s); infine si of frono «*sacrifici pacifici» (salutaris bostia) Che significano la *comunione tra Dio e l‘uomo (Lev 3, 1). 4. Pace e giustizia. - Infine la pace è Ciò che è bene in opposizione a ciòche è male (Prov 12, 20; Sal 28, 3; cfr. Sal 34,15). «Non c‘è pace per i malvagi» (Is 48,22), viceversa, «guardare l‘uomo giusto: C‘è una posterità per l‘uomo di pace» (Sal 37, 37); «gli *umili possederanno la terra e *gusteranno le delizie di una pace senza fine» (Sal 37, 11; cfr. Prov 3, 2). La pace è la somma dei beni accordati alla *giustizia: avere una terra fertile, mangiare a sazietà, abitare in sicurezza, dormire senza timore, trionfare dei propri nemici, moltiplicarsi, e tutto questo in definitiva perché Dio è con noi (Lev 26, 1-13). Lungi, quindi, dall‘essere soltanto una assenza di guerra, la pace è pienezza della felicità.

II. LA PACE, DONO DI DIO

Se la pace è il frutto ed il segno della *giustizia, come mai gli *empi sono in pace (Sal 73, 3)? La risposta a questa questione angosciosa sarà data nel corso della storia sacra: concepita da prima come una felicità terrena, la pace appare come un bene sempre più spirituale, a motivo della sua fonte celeste.

1. Il Dio di pace. - Fin dagli inizi della storia biblica si vede Gedeone Costruire un altare a «Jahve Shalom» (Giud 6, 24). Dio, che domina il cielo (Giob 25, 2), può di fatto creare la pace (Is 45, 7). Da lui si attende quindi questo bene. «Grande è Jahve che vuole la pace del suo servo» (Sal 35, 27): benedice Israele (Num 6, 26), il suo popolo (Sal 29, 11), la Casa di David (1 Re 2, 33), il sacerdozio (Mal 2, 5). Chi confida (cfr. *fiducia) in lui può quindi addormentarsi in pace (Sal 4, 9; cfr. Is 26, 3). «Augurate la pace a Gerusalemme! Siano tranquilli coloro che ti amano!» (Sal 122, 6; cfr. Sal 125, 5; 128,6).

2. Dona la pace, o Signore! - L‘uomo ottiene questo dono divino mediante la pre ghiera fiduciosa, ma anche mediante una «attività di giustizia», perché, secondo il disegno di Dio stesso, egli deve cooperare all‘instaurazione della pace sulla terra, cooperazione che si rivela ambigua a motivo del *peccato sempre presente. La storia del tempo dei Giudici è quella di Dio che suscita *liberatori incaricati di ristabilire questa pace Che Israele ha perso per le sue Colpe. David pensa di aver svolto il suo compito quando ha liberato il paese dai suoi nemici (2 Sam 7,1). Il re ideale si chiama Salomone, re pacifico (1 Cron 22, 9), sotto il regno del quale i due *popoli del Nord e del Sud sono fraternamente uniti (1 Re 5). - 3. La gotta per la pace. a) La lotta profetica. - Ora questo ideale si Corrompe presto, ed i re cercano di procurarsi la pace non come un frutto della giustizia divina, ma mediante *alleanze politiche, sovente empie. Condotta illusoria che sembra autorizzata dalla parola di apparenza profetica di taluni uomini, non tanto preoccupati di ascoltare Dio, quanto «di avere qualcosa da mettere sotto i denti» (Mi 3, 5): in pieno stato di peccato, essi osano proclamare una pace duratura (Ger 14, 13). Verso l‘anno 850 Michea, figlio di Jitnla, si leva per disputare a questi falsi profeti la parola e la realtà della pace (1 Re 22, 13-28). La lotta diventa vivíssima in occasione dell‘assedio di Gerusalemme (cfr. Ger 23, 9-40). Il dono della pace esige la soppressione del peccato, e quindi un *castigo preliminare. Geremia accusa: «Essi guariscono superficialmente la piaga del mio popolo dicendo: Pace! Pace! E tuttavia non c‘è pace» (Ger 6,14). Ezechiele esclama: Basta con gli intonachi! Il muro deve Cadere (Ez 13, 15 s). Ma quando esso sarà crollato, Coloro che profetizzavano la sventura, ormai sicuri che non c‘è più illusione possibile, proclamano nuovamente la pace. Agli esiliati Dio annunzia: «Io conosco il disegno che ho su di voi, disegno di pace e non di sventura: Concedervi un futuro ed una speranza» (Ger 29, 11; cfr. 33, 9). Sarà conclusa un‘alleanza di pace, che sopprime gli animali feroci, garantisce sicurezza, benedizione (Ez 34, 25-30), perché, dice Dio, «io sarò con essi» (Ez 37,26). b) La pace escatologica. - Questa controversia sulla pace è soggiacente al messaggio profetico nel suo insieme. La vera pace si libera delle sue limitazioni terrene e delle sue contraffazioni peccaminose, diventando un elemento essenziale della predicazione escatologica. Gli oracoli minacciosi dei profeti terminano ordinariamente con un annunzio di restaurazione abbondante (Os 2, 20 ...; Am 9,13 ...; ecc.). Isaia sogna il «principe della pace» (Is 9, 5; cfr. Zac 9, 9 s), che darà una «pace senza fine» (Is 9, 6), aprirà un nuovo *paradiso, perché «egli sarà la pace» (Mi 5, 4). La natura sarà soggetta all‘uomo, i due regni separati si *riconcilieranno, le *nazioni vivranno in pace (Is 2, 2...; 11, 1...; 32, 15-20; cfr. 65, 25), «il giusto fiorirà» (Sal 72, 7). Questo *vangelo della pace (Nah 2, 1), la liberazione da Babilonia (Is 52, 7; 55, 12), è realizzato dal *servo sofferente (53, 5), che col suo sacrificio annuncia quale sarà il prezzo della pace. Da quel momento «pace a chi è lontano ed a chi è vicino! Le ferite saranno guarite» (57, 19). 1 governanti del popolo saranno pace e giustizia (60, 17). «Farò scorrere su di essa la pace come un fiume, e come un torrente straripante la *gloria delle nazioni» (66, 12; cfr. 48, 18; Zac 8,12). c) Infine la riflessione sapienziale affronta la questione della vera pace. La fede afferma: «Grande pace per coloro Che amano la tua legge, nulla è loro di scandalo» (Sal 119,165); ma gli avvenimenti sembrano contraddirla (Sal 73, 3), sollevando il problema della *retribuzione. Esso sarà pienamente risolto soltanto con la Credenza nella sopravvivenza perfetta e personale: «Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio... Agli occhi degli insensati essi sembrano morti... ma sono nella pace» (Sap 3, 1 ss), Cioè nella pienezza dei beni, nella *beatitudine.

III. LA PACE DI CRISTO

La speranza dei profeti e dei sapienti diventa realtà concessa in *Gesù Cristo, perché il peccato è vinto in lui e per mezzo di lui; ma finché il peccato non è morto in ogni uomo, finché il Signore non sarà venuto nell‘ultimo *giorno, la pace rimane un bene futuro; il messaggio profetico conserva quindi il suo valore: «il frutto della giustizia si *sémina nella pace da coloro che praticano la pace» (Giac 3, 18; cfr. Is 32, 17). Tale è il messaggio proclamato dal NT, da Luca a Giovanni, passando attraverso Paolo. Luca, nel suo vangelo, traccia in modo speciale il ritratto del re pacifico. Alla sua nascita gli angeli hanno annunziato la pace agli uomini Che Dio ama (Le 2,14); *Gerusalemme non vuole accogliere questo messaggio (19, 42), ripetuto dai discepoli festanti che scortano il *re che entra nella sua Città (19, 38). Nella bocca del re pacifico l‘augurio della pace terrena diventa l‘annunzio di una *salvezza: come un buon giudeo, Gesù dice: «Va ? in pace!», ma Con questa parola rende la salute alla emorroissa (8, 48 par.), rimette i peccati alla peccatrice pentita (7, 50), Connotando in tal modo la sua *vittoria sul potere della *malattia e del *peccato. Al pari di lui, i discepoli offrono alle città, con il loro saluto di pace, la salvezza in Gesù (10, 5-9). Ma questa salvezza sconvolge la pace di questo mondo: «Credete che io sia venuto a portare la pace svfla terra? No, vi dico, ma piuttosto la divisione» (12, 51). Gesù quindi non si accontenta di proferire le stesse minacce dei profeti contro ogni sicurezza fallace (17, 26-36; cfr. 1 Tess 5, 3), ma separa i membri di una stessa famiglia. Secondo la frase del poeta cristiano, egli non è venuto a distruggere la guerra, ma ad aggiungervi la pace, quella pace di Pasqua Che Consegue alla vittoria definitiva (Lc 24, 36). I discepoli irradieranno quindi fino ai confini del mondo la pax israelitica (cfr. Atti 7, 26; 9, 31; 15, 23) che sul piano religioso è Come una trasfigurazione della pax romana (cfr. 24, 2), perché Dio ha annunziato la pace per mezzo di Gesù Cristo rivelandosi come «il Signore di tutti» (10, 36). 2. Paolo, unendo ordinariamente nei saluti delle sue lettere la *grazia alla pace, ne afferma in tal modo l‘origine e la stabilità. Manifesta soprattutto il legame che essa ha Con la *redenzione. Essendo «la nostra pace», Cristo ha fatto la pace, ha *riconciliato i due popoli unendoli in un solo *corpo (Ef 2, 14-22), Dio si è Così «riconciliato tutti gli esseri, sia in terra che nei cieli, facendo pace in virtù del *sangue della *croce di Cristo» (Col 1, 20). Poiché dunque «noi siamo raccolti in uno stesso corpo, la pace di Cristo regna nei nostri cuori» (Col 3, 15), grazie allo *Spirito che crea tra noi un saldo vincolo (Ef 4, 3). Per mezzo di Gesù Cristo ogni credente, *giustificato, è in pace con Dio (Rom 5, 1), il Dio d‘amore e di pace (2 Cor 13, 11) che lo santifica «a fondo» (1 Tess 5, 23). Al pari della *carità e della *gioia, la pace è *frutto dello Spirito (Gal 5, 22; Rom 14, 17), è la *vita eterna anticipata quaggiù (Rom 8, 6), supera ogni intelligenza (Fil 4, 7), sussiste nella tribolazione (Rom 5, 1-5), irradia nei nostri rapporti Con gli uomini (1 Cor 7,15; Rom 12, 18; 2 Tim 2, 22), fino al *giorno in Cui il Dio di pace Che ha risuscitato Gesù (Ebr 13, 20), avendo distrutto Satana (Rom 16,20) ristabilirà tutte le cose nella loro integrità originale. 3. Giovanni esplicita ancora la rivelazione. Per lui, come per Paolo, la pace è frutto del *sacrificio di Gesù (Gv 16, 33); Come nella tradizione sinottica, essa non ha nulla a che vedere Con la pace di questo mondo. Alla stregua del VT, Che vedeva nella *presenza di Dio in mezzo al suo popolo il bene supremo della pace (ad es. Lev 26, 12; Ez 37, 26), Giovanni fa vedere nella presenza di Gesù la fonte e la realtà della pace, e questo è uno degli aspetti caratteristici della sua prospettiva. Quando la *tristezza invade i discepoli che stanno per essere separati dal loro maestro, Gesù li rassicura: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv 14, 27); questa pace non è più legata alla sua presenza terrena, ma alla sua *vittoria sul *mondo; Gesù, vittorioso della *morte, dona quindi, Con la sua pace, lo Spirito Santo ed il potere sul peccato (20, 19-23). 4. «Beata visione di pace». - Saldo nella speranza Che gli fa Contemplare la *Gerusalemme Celeste (Apoc 21, 2), il Cristiano tende a realizzare la *beatitudine: «Beati coloro Che fanno la pace!» (Mt 5, 9), perché ciò significa vivere come Dio, significa essere *figli di Dio nel Figlio unico, Gesù. Egli mira quindi Con tutte le sue forze a stabilire quaggiù la concordia e la tranquillità. Ora, questa politica cristiana della pace terrena si rivela tanto più efficace in quanto è senza illusioni; tre principi ne guidano la ricerca instancabile. Soltanto il riconoscimento universale della sovranità (cfr. *Signore) di Cristo da parte di tutto l‘universo in occasione dell‘ultimo avvento stabilirà la pace definitiva ed universale. Soltanto la Chiesa, Che supera le distinzioni di razza, di classe e di *sesso (Gal 3, 28; Col 3, 11), rappresenta sulla terra il luogo, il *segno e la fonte della pace tra i popoli, perché è il corpo di Cristo e la dispensatrice dello Spirito. Infine soltanto la *giustizia dinanzi a Dio e tra gli uomini è il fondamento della pace, perché sopprime il peccato, sorgente di ogni divisione. Il cristiano sosterrà il suo sforzo pacifico, ascoltando il Dio, che solo dà la pace, parlare attraverso il salmo in cui sono raccolti gli attributi del Dio della storia: «Ciò che Dio dice è la pace per il suo popolo... Fedeltà germoglia dalla terra, e dai Cieli guarda la giustizia. Jahve stesso darà la felicità, e la nostra terra il suo frutto. La giustizia camminerà dinanzi a lui e la pace sull‘orma dei suoi passi» (Sal 85, 9-14).

Autore: X. Leon Dufour
Fonte: Dizionario teologico biblico