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Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Nascita (nuova)


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Il simbolismo della nuova nascita è un tema abbastanza comune nelle religioni della umanità. Così le pratiche, molto diffuse presso i primitivi, che fanno del bambino un adulto, del profano un iniziato, implicano frequentemente dei riti Che fanno ripassare il «neonato» attraverso le tappe della prima infanzia- Anche l‘intronizzazione regale può apparire come una nuova nascita (Sal 2, 7; 110, 3 LXX). Ma nella rivelazione giudeo-cristiana, questo simbolismo esprime realtà di un ordine unico- «Ciò che è nato dalla Carne è Carne; ciò Che è nato dallo Spirito è spirito» (Gv 3, 6). Alla nascita naturale dell‘uomo, il NT oppone una nascita soprannaturale, il cui principio è sia la parola, sia lo Spirito di Dio, e che si realizza mediante la fede ed il battesimo. 1. Le preparazioni. - Il VT non parla mai di nuova nascita per l‘uomo: in base alla sua nascita naturale l‘israelita apparteneva di pieno diritto al popolo di Dio; non aveva quindi bisogno di nascere nuovamente. Tuttavia questo tema ha profonde radici nel VT. La costituzione di Israele come popolo di Dio vi è sovente rappresentata come una vera generazione. Israele è il «primogenito» di Dio (Es 4, 22; Sap 18,13). Dio lo ha generato quando lo fece uscire dall‘Egitto (Deut 32, 6. 18 s), e la vita nel deserto fu come la sua prima infanzia (Deut 1, 31; 32, 10; Os 11, 1-5). La tradizione giudaica ha legato in modo particolare questa nascita di Israele al dono della legge: «Perché il Sinai viene chiamato: Casa della mia madre? Perché là gli Israeliti divennero: bambini neonati» (Midrash su Cant 8, 2). Nella nuova alleanza annunziata dai profeti Dio non si accontenterà di dare al popolo la sua legge, ma la scolpirà nel cuore di ognuno, nel più intimo del suo io (Ger 31, 31- 34; Deut 30, 10-14). Oppure è lo spirito che deve venire a rinnovare il cuore dell‘uomo (Ez 36, 26 s). Nuova nascita ancora e fonte di gioia inaudita, quella che «apre il seno» di Gerusalemme e lo ricolma di figli (Is 66, 7-14). Nel primo secolo della nostra era il giudaismo non ignorava il tema della nuova nascita. Quando un pagano si Convertiva e riceveva il battesimo dei proseliti, si riteneva che tutti i legami anteriori venissero rotti. Per significare questa rottura, si diceva di lui che era come un bambino neonato. Qui non c‘era Che una metafora, intesa soprattutto sul piano giuridico; diverrà realtà nel NT. 2. Parole di Gesù. - Nei vangeli sinottici Cristo non parla di nuova nascita. Tuttavia, prendendo lo spunto da Ger 31 e Deut 30, egli paragona la parola di Dio ad un seme posto nel cuore dell‘uomo per esservi principio di nuova vita morale (MI 13, 18-23 par.). Altrove insegna la necessità di «ritornare allo stato di bambini» per entrare nel regno dei cieli (Mt 18,3): l‘uomo, al pari del bambino, deve accettare di ricevere tutto da Dio. Questa verità è resa esplicita nel quarto vangelo: «bisogna nascere di nuovo per entrare nel regno dei cieli» (Gv 3, 3. 5). 5. La riflessione apostolica. a) Il principio divino- - Ogni nascita avviene partendo da un germe di vita che determina la natura dell‘essere generato. Per rinascere soprannaturalmente l‘uomo deve quindi ricevere in sé un principio di vita venuto «dall‘alto», da Dio. La tradizione apostolica lo ha identificato sia con la parola, sia Con lo Spirito di Dio. La parola. - Secondo Giac l, 18. 21, Dio «Ci ha generati per mezzo della sua parola di verità», Che bisogna «ricevere» per essere salvi. In una prospettiva giudeo-cristiana, qui la parola è ancora identica alla legge mosaica (1, 22-25) ed è difficile determinare se la generazione di cui si tratta concerne la Costituzione da parte di Dio del popolo santo, Oppure la nuova nascita del cristiano. Se ondo 1 Piet 1, 22-25, Dio Ci ha rigenerati mediante la sua parola (la predicazione evangelica), che ha posto in noi come un «seme» di vita ed alla quale dobbiamo obbedire. «Simili a bambini appena nati» (cfr. Introito della messa della domenica in Albis), noi desideriamo il latte della parola che deve farci crescere fino alla salvezza (1 Piet 2, 2). Lo stesso per Giovanni: la nostra nuova nascita è l‘effetto di un «seme» di Dio deposto in noi (1 Gv 3, 9), Cristo, parola di Dio (2, 14; 5, 18), che bisogna «ricevere» mediante la fede (Gv 1, l. 12 s). Lo Spirito. - In Gv 3, 3 ss, come principio della nostra nuova nascita non è più presentata la parola, ma lo Spirito, in unione Con l‘acqua battesimale, come in Tit 3, 5. Per Paolo è lo Spirito a fare di noi dei «figli di Dio» (Rom 8,15s; Gal 4,6). Nascita per mezzo della parola che si riceve grazie alla fede, o per mezzo dello Spirito Che Ci è dato mediante il battesimo, sono due effetti complementari di una stessa realtà, perché parola e Spirito sono inseparabili: lo Spirito Conferisce efficacia alla parola. Come la creazione (Gen 1, 2 s; Gal 33, 6), l‘opera della nostra rigenerazione non si potrebbe concepire senza il concorso della parola e dello Spirito. b) Nuova vita. - Nel NT la «nuova nascita» non è più una metafora, ma una realtà profonda. L‘uomo, ricreato dalla parola e dallo Spirito, è diventato un essere nuovo (Tit 3, 5) il cui Comportamento morale è radicalmente trasformato. Egli ha abbandonato il male (1 Piet 2, 1; Giac 1, 21), non segue più le sue passioni (1 Piet 1, 14), ma obbedisce alla parola Che gli Comanda l‘amore dei fratelli (1, 22 s); non può più peccare Contro le esigenze dell‘amore fraterno (1 Gv 3, 9 s). Vive ormai sotto la mozione dello Spirito (Roma 8, 14), innestato sulla vita stessa di Cristo (Rom 6, 5). c) Frutti escatologici. - Divenuto figlio, egli può avanzare pretese all‘eredità del regno (Gv 3, 5; 1 Piet 1, 3 ss; Rom 8, 17; Gal 4,7). Il seme deposto in lui è un germe di incorruttibilità, perché è la parola Che «rimane eternamente» (1 Piet 1, 23 ss). Per salire al cielo è necessario esserne discesi (Gv 3, 13); questo principio, valido in primo luogo per il figlio dell‘uomo, ha una portata universale; potrà quindi salire al cielo soltanto colui Che avrà ricevuto in sé questo principio «venuto dall‘alto» (Gv 3, 3; Giac 1, 17): lo Spirito di Dio (Gv 3, 5), pegno della nostra risurrezione gloriosa (Rom 8, 10-23).

Autore: M.E. Boismard
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)