Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Mitezza


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«Mettetevi alla mia scuola, perché io sono mite ed umile di Cuore» (Mt 11, 29). Gesù, che così parla, è la rivelazione suprema della mitezza di Dio (Mi 12, 18 ss); è la fonte della nostra, quando proclama: «Beati i miti» (Mt 5,4). l. La mitezza di Dio. - Il VT Canta l‘immensa e clemente bontà di Dio (Sal 31,20; 86, 5), manifestata nel suo governo dell‘universo (Sap 8, 1; 15, 1), e ci invita a gustarla (Sal 34, 9). Più dolci del miele sono la parola di Dio, la sua legge (Sal 119, 103; 19, 11; Ez 3, 3), la conoscenza della sua sapienza (Prov 24, 13; Eccli 24, 20) e la fedeltà alla sua legge (Eccli 23, 27). Dio nutre il suo popolo con un pane che soddisfa tutti i gusti; rivela in tal modo la sua dolcezza (Sap 16, 20 s), dolcezza che egli fa gustare al popolo di Cui è lo sposo diletto (Cant 2, 3), dolcezza che il Signore Gesù finisce di rivelarci (Tito 3, 4) e di farci gustare (1 Piet 2, 3). 2. Mitezza ed umiltà. - Mosè è il modello della vera mitezza, virtù Che non è debolezza, ma umile sottomissione a Dio, fondata sulla fede nel suo amore (Num 12,3; Eccli 45, 4; 1, 27; cfr. Gal 5, 22 s). Questa umile mitezza Caratterizza il «resto» Che Dio salverà, ed il re che darà la pace a tutte le nazioni (Sof 3, 12; Zac 9, 9 s = Mt 21, 5). Questi miti, sottomessi alla sua parola (Giac 1, 20 ss), Dio li dirige (Sal 25, 9), li sostiene (Sal 147, 6), li salva (Sal 76, 10); dà loro il trono dei potenti (Eccli 10, 14) e fa loro godere la pace nella sua terra (Sal 37, 11 = Mt 5, 4). 3. Mitezza e carità. - Colui Che è docile a Dio,‘è mite verso gli uomini, specialmente verso i poveri (Eccli 4, 8). La mitezza è il frutto dello Spirito (Gal 5, 23) ed il segno della presenza della sapienza dall‘alto (Giac 3, 13. 17). Sotto il suo duplice aspetto di Calma mansuetudine (gr. pràytes) e di indulgente moderazione (gr. epieikìi.), la mitezza Caratterizza Cristo (2 Cor 10, 1), i suoi discepoli (Gal 6,1; Col 3, 12; Ef 4, 2) ed i loro pastori (1 Tim 6, 11; 2 Tim 2, 25). Essa è l‘ornamento delle donne cristiane (1 Piet 3, 4) e fa la felicità dei loro focolari (Eccli 36, 23). Il vero Cristiano, anche nella persecuzione (1 Piet 3, 16), mostra a tutti una mitezza serena (Tito 3, 2; Fil 4, 5); attesta in tal modo che il «giogo del Signore è dolce» (Mt 11, 30), essendo quello dell‘amore.

Autore: C. Spicq e M.F. Lacan
Fonte: Dizionario teologico biblico