Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Controversia de Auxiliis


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I. Status quaestionis. Nella seconda metà del sec. XVI tra le varie scuole teologiche si accese vivace il dibattito sulla grazia per trovare una spiegazione che potesse anche confutare le affermazioni luterane e calviniste che andavano diffondendosi. Il Concilio di Trento, infatti, non aveva potuto o voluto risolvere tutte le questioni e si era limitato a ribadire due punti fermi: libertà dell'uomo ed efficacia della grazia divina, senza però definire la loro conciliazione. Tra le controversie è rimasta famosa quella detta De auxiliis tra i domenicani e i gesuiti sulla partecipazione della grazia e della libertà umana alla realizzazione dell'opera meritoria.
Il domenicano Domenico Bañez ( 1604), professore prima a Valladolid e poi a Salamanca, ponendo fortemente l'accento su alcune tesi di Tommaso d'Aquino, insegnava, nel dibattito sulla cooperazione tra grazia e libero arbitrio, che deve esistere un diretto influsso di Dio sulla volontà dell'uomo in modo che, infallibilmente, passasse dallo stato di « poter agire » a quello di agire effettivamente, ossia la « premozione fisica » dell'uomo da parte di Dio. Lo stesso Bañez ammetteva pure che Dio agisce in modo conforme alla natura delle sue creature in modo che, libere, agiscano liberamente. Ben presto la dottrina bañeziana divenne comune tra i domenicani.
Una concezione del genere non risultò gradita ai teologi gesuiti, in quanto sembrava minimizzare eccessivamente la base stessa della pedagogia ascetica che essi seguivano. Era loro cura, infatti, insistere sulla libertà assoluta della volontà umana, sulla efficacia non intrinseca della grazia divina e, contro il fatalismo luterano e calvinista, insegnare la predestinazione « post praevisa merita ». In questo senso Leonardo Lessio ( 1623) espose alcune tesi, condannate però nel 1567 dai dottori di Lovanio. Interposto appello a Roma, Lessio ottenne la revoca della censura, nonostante gli sforzi contrari compiuti dai domenicani, suoi oppositori.
Successivamente a Salamanca, nel 1581 1582, un altro gesuita, Prudenzio Montemayor, sostenuto dall'agostiniano Luigi Léon ( 1591) criticava le posizioni di Bañez. La reazione dei domenicani portò all'intervento dell'Inquisizione che, nel 1584, censurò tredici proposizioni di Montemayor chiaramente contrarie alla predeterminazione e premonizione fisica.
Nel 1588 un altro gesuita, Luis Molina ( 1600), interveniva nel dibattito con la pubblicazione a Lisbona dell'opera Concordia liberi arbitrii cum gratiae donis. Attraverso il concetto di « scienza media » - già sviluppato dal suo maestro Pietro de Fonseca ( 1599) e che attribuisce a Dio oltre alla conoscenza del presente e del futuro, anche quella dei futuri condizionali - Molina tentava una soluzione inedita di conciliazione delle tesi allora opposte, ma al tempo stesso strutturava un nuovo sistema che, pur riconoscendo la necessità della grazia divina, ne subordinava l'efficacia alla cooperazione del volere umano, con esclusione, in pratica, del principio della grazia efficace per se stessa. Inoltre, Molina attaccava esplicitamente la dottrina esposta da Bañez nei suoi Commentarii a s. Tommaso. Reciproche denunce e dispute riaccesero così una polemica che assunse toni scandalosi e nella quale si avvertiva la rivalità tra i due grandi ordini gesuita e domenicano. Della questione si interessò la stessa Inquisizione spagnola, ma il suo intervento risultò insufficiente. La controversia proseguì con toni appassionati anche quando Clemente VIII ( 1605) nel 1594 avocava l'esame della questione al suo tribunale. Dopo aver fatto esaminare l'opera di Molina da una commissione di teologi e invitato inutilmente i superiori generali dei domenicani e dei gesuiti a mettersi d'accordo, il papa insediava una speciale commissione o congregazione detta de auxiliis che, con venti sessioni di lavoro, concludeva il 12 ottobre 1600 (lo stesso giorno della morte di Molina) per la condanna di ventuno delle sue proposizioni. Una serie di interferenze però impedì una serena valutazione. Per questo motivo, Clemente VIII differì la condanna e volle che venisse approfondito il punto essenziale della controversia: il fondamento della grazia efficace. Dal 20 febbraio 1602 fino al 1605, la Congregazione tenne altre sessantotto sessioni, presiedute dal papa stesso. I domenicani erano rappresentati da Diego Alvarez, Tomaso de Lemos e Michele Ripa; i gesuiti da Michele Vázquez, Gregorio di Valenza, Pietro Arrubal e Fernando de la Bastida. Le dispute si convertivano in accuse di calvinismo contro i domenicani e di pelagianismo contro i gesuiti; e, a più riprese, veniva proposta la condanna e la messa all'Indice di questo o di quel teologo. Dopo ogni seduta, il papa e i cardinali giudicavano le argomentazioni proposte dalle parti. Clemente VIII, che morì il 3 marzo 1605, ondeggiò sovente tra le due posizioni, anche se si può affermare, in base alle annotazioni autografe nell'esemplare da lui usato della Concordia che, in definitiva, non era ostile al molinismo. Nel frattempo, mentre la Spagna favoriva i domenicani, a sostenere il molinismo si ergeva la Francia.
Dopo il breve pontificato di Leone XI ( 1605), la controversia riprese sotto Paolo V ( 1621). In seno alla Congregazione de auxiliis, che continuava i suoi incontri, prendeva sempre più consistenza una soluzione di condanna di Molina, a favore quindi della posizione domenicana. Nel novembre del 1606 la censura di quarantadue proposizioni di Molina era proposta da tutti i consultori, ad eccezione del carmelitano Giovanni Bovio ( 1622) che, invece, riteneva opportuni ulteriori approfondimenti. A quest'ultimo si associarono, poi, alcuni dei cardinali ai quali il papa si era rivolto per ulteriore consiglio il 28 agosto 1607. La disparità dei pareri e il fatto che la dottrina dei domenicani si differenziasse dal calvinismo e quella dei gesuiti dal pelagianesimo indussero il papa a non prendere una decisione in merito. Sciolta la Congregazione, egli ricordò, con lettera del 5 settembre del 1607 ai due superiori generali dei gesuiti e dei domenicani, la dottrina tridentina e proibì alle parti in contesa di accusarsi reciprocamente di eresia, lasciandole comunque libere di seguire le proprie opinioni. Più tardi, l'11 dicembre 1611, l'Inquisizione vietava, con decreto, di pubblicare scritti su questi argomenti senza la previa autorizzazione della S. Sede. Questa proibizione venne confermata da altri pontefici: Urbano VIII ( 1644) nel 1625 e nel 1641, Innocenzo X ( 1655) nel 1654 e Innocenzo XII ( 1700) nel 1694.

II. Conseguenze per la vita mistica. La controversia alla quale Paolo V aveva posto fine senza definirla, è tornata a farsi sentire nel corso del nostro secolo (G. Schneemann, A.M. Dummermuth e altri), imprimendo una svolta significativa al dibattito teologico con l'accento sull'alterità o trascendenza di Dio personale e sulla incatturabilità del suo agire. Ai fini di un discorso sulla mistica risulta utile tener presente tale controversia per poter armonizzare l'intervento di Dio e lo sforzo della volontà umana non certo identificabili tra loro, ma certamente interagenti nel conseguimento della divinizzazione dell'uomo.

Bibl. C. Baisi, S. C. de auxiliis divinae gratiae, in EC IV, 339 340; A. Bonet, La filosofía de la libertad en las controversias teológicas del siglo XVI y primiera mitad del siglo XVII, Barcelona 1932; L. Bournet, Auxiliis (Congrégation de), in DHGE V, 960 970; I.M. March, El ejemplar del libro de p. Molina anotado por Clemente VIII, in Razón y Fé, 24 (1909), 183 194; V. Muñoz, Nuevos documentos acerca de las controversias « de auxiliis » en Salamanca, in Salm 1 (1954), 440 449; A.C. Pegis, Molina and Human Liberty, Jesuit Thinkers of the Renaissance, Milwaukee 1924; A. Queralt, Libertad humana en Luis de Molina, Roma 1977; B. Romeyer, Libre arbitre et concours selon Molina, in Greg 23 (1942), 169 201; G. Scheemann, Controversiarum de divina gratia liberique arbitrii concordia initia et progressus, Freiburg 1881; T.H. Serry, Historia congregationum de auxiliis divinae gratiae, Anversa 1709; F. Stegmüller, Ursprung und Entwicklung des Molinismus, Köln 1933; Id., Geschichte der Molinismus, Köln 1935; Id., Gnadenstreit, in LThK IV, 1002 1007; I. Stöhr (cura di), Zur Frühgeschichte des Gnadenstreites Gutachten spanische Dominikaner, Münster 1980; E. Vansteenberghe, Molinisme, in DTC X, 2154 2166.

Autore: A. Boaga
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)