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Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Melchisedech


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Melchisedech, nella Bibbia, appare il protettore di Abramo, predecessore di David e figura anticipata di Gesù. 1. Melchisedech e Abramo (Gen 14). - Melchisedech, re e quindi sacerdote di Salem (che il Sal 76, 3 identifica con Gerusalemme) offre ad Abramo un pasto di pane e vino, rito d‘alleanza (Gen 31, 44-46; Gios 9,12-15); pronuncia su Abramo una benedizione; riceve da Abramo un tributo, in cambio della sua protezione. Questi gesti vengono compiuti al Cospetto di‘El `EljBn, il Dio altissimo, dio ancestrale dei clan semiti, che Melchisedech considera almeno il Dio supremo, e Abramo l‘unico Dio. La parte principale viene qui svolta da Melchisedech, sacerdote non ebreo; di fronte a lui, Abramo, antenato dei sacerdoti levitici, occupa un rango inferiore. L‘esegesi rabbinica Cercherà di farlo dimenticare; l‘esegesi cristiana se ne ricorderà. 2. Melchisedech e David (Sal 110). - Quando David si stabilisce a Gerusalemme, vi instaura una politica di assimilazione. Il Sal 110 presenta il re israelita come il continuatore del prestigioso Melchisedech. Jahve ha giurato al suo unto: in quanto re di Gerusalemme «tu sei sacerdote per sempre, al modo di Melchisedech». L‘espressione, iperbolica per i messia effimeri, sarà vera per l‘ultimo Messia, verso il quale, dopo l‘esilio, il Sal 110 orienterà l‘attesa di Israele. Quelli che lo leggono sognano infatti di veder sorgere un salvatore che associ nella propria persona sacerdozio e regalità. C‘erano stati dei profeti che avevano annunciato che nei tempi futuri potere regio e potere sacerdotale sarebbero stati associati (Ger 33, 14-22; Zac 3 - 6). Certuni rivendicarono la regalità per il sommo sacerdote: questo fu una realtà per i Maccabei (1 Mac 10, 20. 65; 14, 41. 47); una speranza per i redattori giudaici dei «Testamenti dei Dodici Patriarchi» (soprattutto Test. di Levi). Altri invece, fedeli all‘orientamento tracciato da Melchisedech e David, preferirono attribuire al futuro re il sommo sacerdozio. In realtà, l‘intima fusione tra una regalità purificata e un sacerdozio autentico si realizzerà solo in Gesù Cristo. 3. Melchisedech e Gesù (Ebr 7; cfr. 5, 6-10; 6, 20). - Gesù, uomo, discende non soltanto da Abramo, ma prima di tutto da Adamo (Le 3, 23-38). Secondo la lettera agli Ebrei, Gesù, sacerdote, esercita il sacerdozio perfetto, che non si ricollega a quello di Levi (Gesù d‘altronde è della tribù di Giuda), ma realizza il sacerdozio regale del Messia davídico, successore di Melchisedech (Sal 110). Già nella Genesi, questo sacerdote-re appare superiore ai sacerdoti levitici, dato che ha visto i figli di Levi, nella persona del loro antenato Abramo, inchinarsi rispettosamente davanti a lui, riceverne la benedizione e pagargli tributo. D‘altra parte, il personaggio, il nome, i titoli di Melchisedech abbozzano in certo qual senso i Caratteri di Gesù. Apparso «senza principio né fine», prefigura il Cristo, sacerdote eterno. Il suo nome Melchi-sedech significa: «li mio re è giustizia»; re di Salem è quasi equivalente a re di salóm, cioè re di pace. Ora, Gesù non apporta forse al mondo la giustizia e la pace? Il giuramento solenne del Sal 110 non riguarda i sacerdoti levitici, peccatori, mortali e quindi molteplici, succedentisi da una generazione all‘altra, e ministri di un‘alleanza superata; si rivolge al re-sacerdote, al vero figlio di David, a Gesù, innocente, immortale e quindi unico, ministro di una nuova alleanza definitiva, espressa per mezzo del pane e del vino, come un tempo lo era stato il patto di Melchisedech. Melchisedech; quindi, straniero rispetto a Israele, membro delle «nazioni», ma personaggio religioso, «autodidatta della conoscenza di Dio» (Filone), potente amico di Abramo, annesso da David, prefigurazione di Gesù, ha registrato una straordinaria promozione. Ha il proprio nome nel rituale (consacrazione degli altari), e nel messale romano (preghiera eucaristica). Rimane il testimone dell‘universalismo dei disegni di Dio, che, per condurci a Cristo, si è servito non solo di Israele, ma anche delle nazioni.

Autore: P.E. Bonnard
Fonte: Dizionario teologico biblico