Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Caterina da Genova (Santa)


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I. Vita e opere. C. nasce nel 1447 a Genova nella famiglia nobile dei Fieschi. Riceve un'educazione umanistica e una buona formazione religiosa. A dodici anni sente forte l'attrattiva per la preghiera e sembra dimostrare un'inclinazione verso la vita monastica. I contemporanei dicono che è bellissima; dotata di carattere forte è, tuttavia, molto sensibile e possiede una grande capacità d'introspezione. A sedici anni, nel gennaio 1463, si lascia convincere dalla famiglia a sposare Giuliano Adorno: si tratta di un matrimonio combinato per sanare il dissidio politico tra i Fieschi e gli Adorno. Giuliano è violento, brutale e dissipatore e C. trascorre i primi cinque anni di vita matrimoniale in una solitudine penosissima. Le suggeriscono di inserirsi nella vita mondana della città per conquistare l'affetto del marito, ma questo periodo si conclude dopo breve tempo con un avvenimento che segna la sua totale conversione al Signore. Il 22 marzo 1473, indotta dalla sorella monaca Limbania a confessarsi, deve interrompere la confessione perché sviene. Ritornata a casa, ha la visione del Cristo croficisso che riempie la casa di sangue. Il 25 marzo può riprendere la confessione e riceve l'Eucaristia.
Inizia per C. un'ascesa così rapida verso lo stato d' unione con Dio che sembra bruciare i gradi intermedi, le battute d'arresto del generale cammino mistico. L'ascesa si tempra su due fronti: la lotta senza quartiere al suo amor proprio e la dedizione totale ai malati più trascurati, come i lebbrosi e gli incurabili, ai diseredati, ai trovatelli e alle prostitute. Non ha sosta la sua vita di penitenza come non ha sosta la febbre della carità che consuma le sue energie senza risparmio.
Nel 1479, Giuliano Adorno è toccato dalla grazia e con C. entra nel Terz'Ordine francescano: d'accordo con lei fa voto di castità e si dedicherà fino alla morte, nel 1497, alla cura dei sofferenti. Durante la terribile peste del 1493 C. spende le sue forze in maniera eroica per questi ammalati e contrae il morbo per aver voluto abbracciare una consorella terziaria morente. Ne guarirà, ma la sua salute fisica verrà definitivamente intaccata da un malessere di origine ignota che la consumerà togliendole ogni apparenza di residua presenza e bellezza.
Una cerchia di ammiratori e di collaboratori si stringe intorno a C.: sono uomini e donne, religiosi e laici, nobili e borghesi. Nasce così la Compagnia del Divino Amore, uno tra gli « Oratori » che germogliano nell'Italia del tempo.
E a questo cenacolo che risale l'Opus Catharinianum, un complesso di opere attribuite a C., ma di cui solo una piccola parte è stata probabilmente redatta da lei. L'Opus Catharinianum comprende il Libro della vita mirabile e dottrina santa de la Beata Catarinetta da Genova; il Trattato del purgatorio; il Dialogo spirituale fra l'anima il corpo, l'amor proprio, lo spirito, l'umanità e il Signor Iddio.
La Vita si ritiene redatta dal Marabotto; il Dialogo sarebbe redatto da C. nella prima parte; il Trattato del Purgatorio sarebbe stato composto dal ricordo vivo della voce di C. e risponderebbe, di fatto, al suo pensiero e, in un certo modo, anche alla sua espressione linguistica.
C. muore la mattina del 14 settembre 1510. Il 16 maggio 1737 è canonizzata da Clemente XII ( 1740). Il 15 settembre 1943, Pio XII con il documento Inter gravissimas dichiara santa C. da Genova « Patrona degli ospedali d'Italia ».
II. L'itinerario spirituale di C. ha come idea speculativa portante l'annichilimento di sé per consentire la totale occupazione del suo essere da parte di Dio. La volontà di annullamento le detta interiormente lo spogliamento da tutte le proprietà del proprio essere e l'oblio dello stesso suo io soprannaturale e di ciò che opera Dio. Ella si offre così alla giustizia riparatrice senza sollievi e concretamente compie atti di mortificazione e di penitenza che sono al limite dell'umano. La nudità del suo essere e della sua vita assume l'atteggiamento interiore dell'estraniazione da sé e da ogni relazione con le cose, per quanto esse possono toccarla. L'amor proprio per C. è una forma di anticristo che tende ad impadronirsi della persona escludendo la presenza di Dio. L'amor proprio si pasce, infatti, « di cibi terreni e celesti ed è tanto sottile ladro, che ruba sino a Dio, per sé proprio, senza sentirne dentro stimolo, né riprensione come se fusse cosa sua e senza la quale potesse vivere » (Vita, 21).
C., teorizzando la propria esperienza di purificazione da parte dell'amore divino che sempre più veemente l'invade nel suo cammino mistico, ne trae un'immagine del purgatorio in cui le anime sono tormentate dal fatto che lo slancio infuocato che l'amore di Dio comunica loro è arrestato dai residui di peccato che ancora non sono cancellati.
Sul filo di questa ascesi purificante C. raggiunge i vertici dell'unione con Dio e dell'amore trasformante: « Aveva questa santa anima tanta unione col suo Dio, che spesso diceva: S'io mangio, se bevo, se vado, sto, parlo, taccio, dormo, veglio, vedo, odo, penso, se sono in chiesa, in casa o fuori; se sono inferma o sana; se morissi o non morissi, in ogni ora e momento del corso della mia vita, tutto voglio sia in Dio e per Dio, e per il prossimo per amore di Dio » (U. Bonzi, c. 27).

Bibl. Opere: U. Bonzi da Genova, Edizione critica dei manoscritti cateriniani, II, Genova l962; G. De Libero, S. Caterina da Genova: le opere, Cinisello Balsamo (MI) 1956. Studi: C. Balduzzi, Il soprannaturale in santa Caterina da Genova patrona degli ospedali, Udine 1992; U. Bonzi da Genova, Teologia mistica di S. Caterina da Genova, Roma 1960; F. Casolini, s.v., in EC III, 1145 1148; P. Cassiano Carpaneto da Langasco, Sommersa nella fontana dell'amore. S. Caterina Fieschi Adorno. La vita e le opere, 2 voll., Genova 1990; P. Costa, L'esperienza della purificazione nelle opere di santa Caterina da Genova, Roma 1970; D. Del Bo, Caterina da Genova. L'amore e il purgatorio, Milano 1978; G.D. Gordini, s.v., in BS III, 984 989; P. Lingua, Caterina degli ospedali, Milano 1986; M. Petrocchi, Storia della spiritualità italiana, I, Roma 1978, 164; G. Pozzi e C. Leonardi (cura di), Scrittrici mistiche italiane, Genova 1988, 346 362; A. Roggero, s.v., in DES I, 478 480; Umile Bonzi da Genova, s.v., in DSAM II, 290 325; Valeriano da Finalmarina, Capolavori dei Mistici Francescani: S. Caterina da Genova. Trattato del Purgatorio, Genova 1992.

Autore: M. Tiraboschi
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)