Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Madre


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Dando la vita, la madre occupa un posto speciale nell‘esistenza ordinaria degli uomini ed anche nella storia della salvezza.

I. LA MADRE DEGLI UOMINI

Colei che dà la vita deve essere amata, ma l‘amore che le si porta deve anche essere trasfigurato, talvolta fino al sacrificio, sull‘esempio di Ciò che fece Gesù. 1. L’appello alla fecondità. - Adamo, chiamando «Eva» la sua donna, ne indicava la vocazione ad essere «la madre dei viventi» (Gen 3, 20). La Genesi racconta in seguito come questa vocazione si compie, e a volte nonostante le circostanze più sfavorevoli. Così Sara ricorre ad uno strattagemma (16, 1 s), le figlie di Lot ad un incesto (19, 30-38), Rachele al ricatto: «Dammi dei figli, oppure muoio», grida al proprio marito; ma Giacobbe Confessa che non può mettersi al posto di Dio (30, 1 s). Di fatto Dio solo, che ha posto nel Cuore della donna il desiderio imperioso di essere madre, è colui che apre e chiude il seno materno: egli solo può trionfare della sterilità (1 Sam 1, 2 - 2, 5). 2. La madre al focolare. - La donna, divenuta madre, esulta. Eva giubila al suo primo parto: «Ho acquistato un uomo con il favore di Jahve» (Gen 4, 1), giubilo che perpetuerà il nome di Caino (dall‘ebr. ganah: «acquistare»). Così pure «Isacco» ricorda il riso di Sara al momento di questa nascita (Gen 21, 6), e «Giuseppe» la speranza Che Rachele ha di avere ancora un altro figlio (30, 24). Con la sua maternità, la donna non entra soltanto nella storia della vita, ma suscita nel suo sposo un attaccamento più forte (Gen 29, 34). Infine, Come proclama il deca logo, essa deve essere rispettata dai figli, al pari del padre (Es 20,12): le mancanze nei suoi riguardi meritano lo stesso Castigo (Es 21, 17; Lev 20, 9; Deut 21, 18-21). I sapienziali, a loro volta, insistono sul dovere del rispetto verso la madre (Prov 19, 26; 20, 20; 23,22; Eccli 3,1-16), aggiungendo Che la si deve ascoltare e seguirne le istruzioni (Prov 1, 8). 3. La regina-madre. - Una posizione speciale sembra competere alla madre del re che sola, a differenza della sposa, fruisce di un onore particolare presso il principe regnante. Era chiamata la .«grande signora», Come Betsabea. (1 Re 15, 13 e 2, 19) o la madre del re Asa (2 Cron 15, 16) od Atalia (2 Re 11, 1 s). Quest‘uso potrebbe illuminare l‘apparizione della maternità nella cornice del messianismo regale; e non è senza interesse segnalare la funzione della madre di Gesù, divenuta nella pietà «Nostra Signora». 4. Il senso profondo della maternità. - Con la venuta di Cristo, il dovere della pietà filiale non è soppresso, ma perfezionato: la catechesi apostolica lo conserva nettamente (Col 3, 20 s; Ef 6, 1-4); Gesù lancia fulmini contro i farisei che lo eludono sotto vani pretesti cultuali (Mt 15, 4-9 par.). Ma ormai, per amore verso Gesù, bisogna saper superare la pietà filiale, perfezionandola con la pietà verso Dio stesso. Egli è venuto «a separare la figlia dalla madre» (MI 10, 35), e promette il Centuplo a chi avrà lasciato per lui il padre o la madre (Mt 19, 29). Per essere degni di lui, bisogna essere capaci di «odiare il padre e la madre» (Lc 14, 26), cioè di amare Gesù più dei genitori (Mt 10, 37). Gesù stesso dà l‘esempio di questo sacrificio dei legami materni. Nel tempio, a dodici anni, rivendica nei Confronti della madre il diritto di occuparsi delle cose del Padre suo (Le 2, 49 s). A Cana, pur accordando infine ciò che la madre domanda, Gesù le fa comprendere Che essa non deve più intervenire presso di lui, sia perché l‘ora del suo ministero pubblico è suonata, sia perché l‘ora della croce non è ancora venuta (Gv 2,4). Ma se Gesù in tal modo stabilisce le distanze nei confronti della madre non lo fa perché disconosca la vera grandezza di Maria; al Contrario, la rivela nella fede che manifesta. «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?», ed indica con la mano i suoi discepoli (Mt 12, 48 ss); alla donna, che ammirava la maternità carnale di Maria, fa capire che essa è la fedele per eccellenza, ascoltando la parola di Dio e mettendola in pratica (LC 11, 27 s). Gesù estende questa maternità di ordine spirituale a tutti i suoi discepoli quando, dall‘alto della croce, dirà a Colui che ama: «Ecco la tua madre» (Gv 19, 26 s).

II. LA MADRE NELLA STORIA DELLA SALVEZZA

Le caratteristiche della madre vengono usate metaforicamente per esprimere un atteggiamento divino, o una realtà d‘ordine messianico, o ancora la fecondità della Chiesa. 1. Tenerezza e sapienza divina. - In Dio c‘è una tale pienezza di vita Che Israele gli dà i nomi di padre e di madre. Per esprimere la misericordiosa tenerezza di Dio, si usa rahamim che designa le viscere materne ed evoca la commozione viscerale che la donna prova per i suoi figli (Sal 25,6; 116,5). Come una madre, Dio ci consola (Is 66, 13), e quand‘anche se ne trovasse una che dimenticasse il figlio delle sue viscere, egli non dimenticherà mai Israele (49,15) come Gesù Che voleva radunare i figli di Gerusalemme (Lc 13,34). La sapienza, che è la parola di2Dio incaricata di Compiere i suoi disegni (Sap 18, 14s) uscendo dalla sua stessa bocca (Eccli 24, 3), si rivolge ai suoi figli Come una madre (Prov 8 - 9), raccomandando loro le sue istruzioni, nutrendoli col pane dell‘intelligenza, dissetandoli con la sua acqua (Eccli 15, 2 ss). I suoi figli le renderanno giustizia (LC 7, 35), riconoscendo in Gesù colui che svolge la sua funzione: «Chi viene a me, non avrà mai fame, chi Crede in me, non avrà mai sete» (Gv 6, 35; cfr. 8, 47). 2. La madre del messia. - Già il protovangelo annunzia che la donna, la cui posterità schiaccerà la testa del serpente, è madre (Gen 3, 15). Poi, nei racconti in cui si vede Dio trionfare della sterilità, le donne che hanno dato ai patriarchi una posterità prefigurano da lungi la vergine-madre. Questa concezione verginale è annunciata nelle profezie dell‘Emmanuel (Is 7, 14) e di colei che deve partorire (Mi 5, 2); in ogni Caso gli evangelisti vi hanno riconosciuto la profezia compiuta in Gesù Cristo (Mt 1, 23; Lc 1, 35 s). 3. La madre dei popoli. - Gerusalemme è la città-madre per eccellenza (cfr. 2 Sam 20, 19), quella da Cui gli abitanti traggono nutrimento e protezione. Da essa soprattutto derivano la giustizia e la conoscenza di- Jahve. Come Rebecca, alla quale si augura di moltiplicarsi in migliaia di miriadi (Gen 24,60), essa diventerà la madre di tutti i popoli: «A Sion ognuno dice: ?Madre, perché in essa ognuno è nato» (Sai 87, 5), sia che appartengano ad Israele oppure alle nazioni. Dopo il castigo che l‘ha allontanata dal suo sposo, eccola nuovamente felice: «Lancia grida di gioia, o sterile Che non partorivi... perché sono più numerosi i figli della derelitta che i figli di colei che ha uno sposo» (Is 54, 1; Gal 4, 22-30). Verso di essa si slanciano «come Colombe verso il loro colombaio» tutti i popoli della terra (Is 2, 1-5; 60, 1-8). Ma Gerusalemme, ripiegandosi su se stessa, rigettando Cristo, è stata infedele a questa maternità spirituale (LC 19, 41-44), ed i suoi figli potranno rivolgersi contro di essa per rimproverarglielo (cfr. Os 2, 4). Perciò essa sarà soppiantata da un‘altra Gerusalemme, quella di lassù Che è veramente la nostra madre (Gal 4, 26), che discende dal cielo, da presso Dio (Apoc 21, 2). Questa nuova Città è la Chiesa che genera i suoi figli alla vita di figli di Dio; è anche ogni comunità cristiana in particolare (2 Gv 1). Essa è destinata a dare a Cristo la pienezza del suo corpo, ed a radunare nell‘Israele spirituale tutti i popoli (Ef 4, 13). Partecipando a questa maternità, gli apostoli sono gli strumenti di questa fecondità, piena di gioia attraverso il dolore (cfr. Gv 16, 20 ss). Paolo dice ai suoi Cari Galati che li partorisce fino a Che Cristo sia formato in essi (Gal 4, 19), e ricorda ai Tessalonicesi Che li ha circondati di cure Come una madre Che nutre i suoi figli (1 Tess 2, 7 s). Ma questa maternità non ha valore se non in virtù di quella della donna che è continuamente nei dolori e nella gioia del parto, figura dietro la quale si profilano tutte le madri, - da Eva, madre dei viventi, alla Chiesa, madre dei credenti, passando attraverso la madre di Gesù, Maria, madre nostra (Apoc 12).

Autore: A. Negrier e X. Leon Dufour
Fonte: Dizionario teologico biblico