Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Iahvè


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È il nome proprio che gli Ebrei dànno a Dio, che è anche chiamato frequentemente Elohim (= il nome semitico che indica comunemente Dio). Il nome « Iahvè » si trova nei racconti della creazione e dei patriarchi (cf Gn 2,4; 4,26; 12,8; 26,25). Potrebbe, però, essere un anacronismo, essere, cioè, un nome dato a Dio in una data posteriore, quando le tradizioni e i testi originali furono poi composti da un redattore chiamato iahvista. Secondo un altro redattore (chiamato elohista, perché fino allora aveva usato il nome « Elohim » per designare Dio), Iahvè come nome di Dio fu rivelato per la prima volta a Mosè e fu spiegato come « Io sono colui che sono », o « Io sarò quello che sarò » (Es 3,13?15). Comunque, invece di aver ricevuto il nome « Iahvè » da una rivelazione speciale, gli Israeliti potrebbero averlo mutuato da altri. Se lo si intende in senso causativo, cioè come « colui che fa essere », il nome indica Dio come creatore e signore della storia. Verso la fine dell'esilio di Babilonia (587?538 a.C.), gli Ebrei cessarono di pronunciare questo nome e lo scrissero col tetragramma (Gr. « parola di quattro lettere ») YHWH. Ogni volta che lo incontravano, invece di nominarlo, dicevano: « Adonài » (Ebr. « Signore »). Un rispetto del genere per il nome di Dio è manifestato nelle versioni che traducono « Iahvè » con « Signore ». Cf Israele; Pentateuco; Geova.

Fonte: Dizionario sintetico di Teologia (G.O Collins, E.G. Farrugia)