Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Gustare


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Gustare significa talvolta prendere cibo (Giona 3,7; Col 2,21), ma in primo luogo apprezzare i sapori a tutti i livelli della nostra esperienza (2 Sam 19, 36). La Bibbia applica il termine al discernimento dei valori morali e alla conoscenza piacevole di Dio e di Cristo, delizie della nostra vita in terra ed in cielo. 1. Il discernimento. - Il gusto comprende diverse forme della sapienza: saper fare (1 Sam 25, 33), tatto (Prov 11, 22), giudizio prudente (Prov 26,16). Dono di Dio (Sal 119, 66) che può ritorglierlo (Giob 12, 20), esso è nello stesso tempo il frutto dell‘età e dell‘esperienza (Giob 12, 11 s). Orienta la condotta dell‘uomo nei campi più pratici (Prov 31, 18); tuttavia la sua forma superiore, il discernimento del bene e del male, non è un valore semplicemente morale, ma già religioso, a base di fede (Sal 119, 66), e Culmina nell‘attrattiva per la parola di Dio Che si trova dolce (Ez 3, 3), e per i suoi comandamenti (Sal 119,16; Rom 7,22). 2. L’esperienza religiosa. - Al di là del discernimento della sapienza, si trova l‘esperienza vissuta dell‘amore che Dio ci porta. Le benedizioni temporali formano le delizie del giusto del VT che obbedisce alla legge divina (Neem 9, 25; Is 55, 2). Egli gusta le delizie indefinitamente varie della manna (Sap 16,20 s), esperimenta quanto è buono il Signore (Sal 34, 9) e si attacca a lui Come al suo solo tesoro (Giob 22, 26). Nel NT tutta la vita del battezzato è unione con Cristo risorto, ma il ricevere il battesimo comporta l‘esperienza piacevole di aver avuto definitivamente accesso ai beni celesti della salvezza: la partecipazione allo Spirito Santo, la parola del vangelo assimilata per mezzo della fede, le manifestazioni della potenza di Dio Che Crea già il mondo nuovo (Ebr 6, 4 s). Tutto Ciò è il pegno sovraeminente della bontà di Dio (1 Piet 2, 3). Questa dolcezza (cfr. mitezza) ci viene dall‘amarezza della morte Che Gesù ha gustato (Ebr 2, 9) per risparmiare a noi di gustare la morte eterna (Gv 8, 52). Essa è una pregustazione della beatitudine (Apoc 2,17).

Autore: P. Sandevoir
Fonte: Dizionario teologico biblico