Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Giuramento


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Nella maggior parte delle religioni, l‘uomo ricorre alla divinità per garantire solennemente la validità della propria parola; sia che si tratti di una promessa di Cui vuole assicurare l‘adempienza, sia Che si tratti di un‘affermazione della cui verità pretende di dare piena assicurazione.

VT

1. In tutte le epoche del VT, gli uomini si scambiano giuramenti, sia per allacciare alleanze (Gen 21,22- 32; 31,44-54), sia per garantire l‘irrevocabilità delle loro promesse (Gen 24, 2-4; 47, 29) e delle loro decisioni (1 Sam 14, 44; 25, 22). Il giuramento garantisce inoltre la veridicità di un‘affermazione nelle relazioni correnti (Giud 8, 19; 1 Sam 20, 3), nelle inchieste giuridiche (Es 22, 7. 10), nelle predizioni dei profeti (1 Re 17, 1; cfr. Dan 12, 7). Questo ricorso alla garanzia di Dio assume a volte la forma di un appello alla sua sanzione in caso di spergiuro: «Jahve mi è testimone: guai a me se... (soprattutto anticamente: Gen 24, 37; Giud 11, 10; 1 Sam 14, 24. 48). 2. È comprensibile che Israele abbia spesso attribuito dei giuramenti a Jahve stesso: per Concludere la sua alleanza (Deut 4, 31; 7, 8); garantirne le promesse (Gen 22, 16; 26, 3), annunciarne il giudizio (Num 14,21; Am 4, 2; 6, 8), sottolineare l‘autorità della sua parola (Ez 20, 3; 33, 11). La sua formula abituale è allora :«lo sono vivo». Dio non può basare che su se stesso la propria parola- 3. Malgrado il valore assicurato al giuramento dalla presenza e dall‘autorità del giusto Giudice, si verificano sampre degli spergiuri. Il decalogo li condanna (Es 20, 7) e i profeti non si stancheranno di denunciarli (Os 4, 2; Ger. 5, 2; 7, 9; Ez 17, 13-19; Mal 3,5). Dopo l‘esilio, si acquista sensibilità a un altro abuso: la frequenza dei giuramenti che utilizzano Dio a servizio dei più sordidi interessi moltiplicando i rischi di spergiuro (Eccle 5, 1; Eccli 23, 9-11; Qumràn). L‘avvertimento dei sapienti non equivale a un rifiuto del giuramento, ma dimostra una più acuta intelligenza del suo valore, e invita a riservarlo per le occasioni solenni.

NT

1. Il pensiero di Gesù appare sfumato. Non ricorre mai al giuramento per garantire la autorità della propria dottrina; si limita a introdurre le sue affermazioni più solenni Con la formula consuetudinaria: «Amen, io ve lo dichiaro». D‘altronde, nel discorso della montagna, prescrive ai suoi di astenersi dai giuramenti (Mt 5,33-37): l‘uomo non dovrebbe giurare su quanto è di proprietà di Dio, in quanto non ne è lui il padrone; e la parola dei discepoli non ha bisogno di cercare altra garanzia all‘infuori della sincerità fraterna. Tuttavia Gesù si scaglia con forza Contro la casistica lassista degli scribi, Che propongono espedienti per attenuare il rigore del giuramento (Mi 23, 16-22); di fronte al sinedrio, accetta di rispondere al sommo sacerdote che lo scongiura, cioè gli deferisce il giuramento (Mt 26, 63): in questa solenne circostanza, in cui proclama di fronte all‘autorità legittima la propria missione, Gesù riconosce implicitamente il valore del giuramento. 2. Paolo, che condanna gli spergiuri (1 Tim 1, 10), non utilizza mai le formule biasimate da Gesù né quelle in uso nel giudaísmo. Tuttavia fa volentieri ricorso alla garanzia divina nelle affermazioni che gli stanno particolarmente a cuore. Prende Dio a testimone del proprio disinteresse (1 Tess 2, 5. 10; 2 Cor 1,23), della propria sincerità (Gal 1,20), del proprio amore per i fedeli (2 Cor 11, 11; Fil 1, 8; Rom 1, 9). Si direbbe che in lui il precetto di Gesù concernente i giuramenti corregga già le abitudini giudaiche. 3. Gli altri autori del NT manifestano la stessa discrezione di Gesù. La lettera di Giacomo (Giac 5,12) interpreta a suo modo l‘insegnamento di Gesù in Mt 5,33-37; ma la lettera agli Ebrei (6, 16) riconosce il valore del giuramento. Quanto ai giuramenti attribuiti a Dio, essi vengono ricordati più volte nel NT (Atti 2, 20; Ebr 3, 11 ss; 6, 13 ss; 7, 20 ss), soprattutto quando si tratta di giuramenti di portata messianica. Tutto sommato, il NT trasmette il pensiero di Gesù sulla sincerità che tra gli uomini si impone, sul rispetto dell‘onore divino e sulla gravità dei casi ai quali bisogna riservare il giuramento.

Autore: A. George
Fonte: Dizionario teologico biblico