Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Cherubino


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(Ebr. kerubim plur. di kerùb). È un ministro visibile di Dio, ne manifesta la presenza e simbolizza l'azione. Il nome ha un equivalente solo nell'acc. karibu "colui che prega, intercede", participio presente di karabu, che nel pantheon assiro-babilonese è un dio (il nome è preceduto dall'ideogramma determinativo "ilu = dio"), ma secondario, come lo sedu e il lamasu, geni tutelari, ed è rappresentato, come essi, alle porte del tempio (v. anche il cilindro di Asarhaddon scoperto recentemente a Nimrud, lin. 10 s. in Iraq, 14 [1952] 54-60). Non si conserva nei rituali una descrizione tecnica, né alcuna figura di geni tutelari porta il nome del karibu. I c. biblici hanno il nome in comune col karibu, l'antropomorfismo e la funzione, non il carattere divino. In Gen. 3, 24 (Ez. 28, 14.16) i c. sono posti davanti all'Eden con la spada fiammeggiante, immagine della folgore e simbolo dell'anatema divino, per custodire il cammino all'albero della vita. Avrebbero ali e forme umane, secondo Dhorme e Vincent, o sarebbero quadrupedi alati con faccia umana, per Wright. Nel tabernacolo i c. occupano un posto considerevole: ricamati sulle tende interne (Ex. 26, 1.31; 36, 8.35) appaiono all'estremità del propiziatorio (Ex. 25, 17-22; 37, 6-9) donde, tra 2 c., Dio parla a Mosè (Num. 7, 89) ed è chiamato "colui che siede sui c." (I Sam 4, 4; 2Sam 6, 2; 2Reg. 19, 15; Is. 37, 16; Ps. 80, 2; 99, 1; Dan. gr. 3, 55) o "colui che viaggia sui C. e vola sulle ali del vento" (2Sam 22, 11; Ps 18, 11; cf. Ez. 10, 19 s.). L'immagine del re seduto sul trono, sostenuto da sfingi o leoni, alati, con testa umana, degli scavi di Byblos, Hamath e Megiddo (1200-800 a. C.) ha spinto ad una identificazione, per Albright certa, dei C. Nel tempio di Salomone non mancano 2 c. in legno d'olivo rivestito d'oro, dell'altezza di 10 cubiti (= ca. 5 m.) con ali della stessa misura, che raggiungono le opposte pareti e si toccano all'interno tra loro (I Reg. 6, 23-28; 2Par. 3, 10-13, cf. I Reg. 7, 6 s.; 2Par. 6, 7 s.). Sono ricamati sulla tenda che nasconde il santo dei santi (2Par. 3, 14) e scolpiti tra le ghirlande e i palmeti delle pareti del tempio (I Reg. 6, 29; Ez. 41, 18.20.25) e sulle 10 basi (I Reg. 7, 29.36) che sono, per Albright, archeologicamente parallele agli altari per l'incenso, scoperti a Taanac e a Megiddo. In Ez. (1, 5 s.; 9, 3; 10, 1 s.; 41, 18 s.) i C. sono legati alla gloria di Iahweh (cf. Eccli. 49, 8) ; e presentano esseri non specificati, variamente composti, con quattro aspetti: testa, e forse petto, d'uomo; ali d'aquila; il corpo di leone da un lato e di toro dall'altro. Tutti questi simboli e perciò tutte queste forze, erroneamente divinizzate dai Babilonesi, servono di sgabello al trono dell'unico vero Dio. Il N. T. non offre molte spiegazioni: Hebr. 9, 5 è un chiaro riferimento a Ex. 25, 17 ss. Anche nei 4 animali di Apoc. 4, 6 si riscontrano i c. di Ezechiele, sebbene non nominati.
[F. V.]

BIBL. - P. DHORME - H. VINCÈNT. Les Chérubins, in RB, 35 (1926) 328 SS. 481 ss.; W. F. ALBRIGHT, What were the Cherubin, in The Biblical Archaeologist, I (1938) l ss.; TRINQUET J.. Kerub, Kerubin, in DBs; F. SPADAFORA; Ezechiele, 2a ed., Torino 1951, pp. 27-37. 85-90.

Autore: Sac. Francesco Vattioni
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora