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Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Donna


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Nei Codici di Israele come in quelli del Medio Oriente antico, la condizione della donna resta quelladi una minorenne: la sua influenza permane legata alla funzione materna. Ma Israele si distingue perla sua fede nel Dio Creatore che afferma la sostanziale parità dei sessi. Tuttavia la vera posizionedella donna è rivelata soltanto con la venuta di Cristo; perché, se, secondo l‘ordine della Creazione,la donna si Completa diventando sposa e madre, può anche completarsi, nell‘ordine della nuova creazione, con la verginità.

VT

1. Nel paradiso terrestre. - I sessi sono un dato fondamentale dellanatura umana: l‘uomo fu creato «maschio e femmina» (Gen 1, 27). Questa sintesi del redattoresacerdotale suppone il racconto jahvista, dov ?è esposta la duplice funzione della donna in rapportoall‘uomo. A differenza degli animali, la donna, tratta dal più intimo di Adamo, ne ha la stessanatura; tale è la constatazione dell‘uomo dinanzi alla creatura Che Dio gli presenta. Più ancora,rispondendo al disegno divino di dargli «un aiuto, una specie di riflesso» (2, 18), Adamo siriconosce in essa; riconoscendone il nome, dà un nome a se stesso: dinanzi ad essa non è piùsemplicemente Adamo, ma diventa is, ed essa è isfah. Sul piano della creazione la donna completal‘uomo, facendolo diventare suo sposo- Questa relazione avrebbe dovuto rimanere perfettamenteuguale nella differenza, ma il peccato l‘ha snaturata assoggettando la sposa al proprio marito (3,16). La donna non inizia soltanto alla vita di società, ma è la madre di tutti i viventi. Mentrenumerose religioni assimilano volentieri la donna alla terra, la Bibbia la identifica piuttosto con lavita: essa è, secondo il senso del suo nome di natura, Eva, «la vivente» (3, 20). Se, a Causa delpeccato, essa non trasmette la vita se non attraverso la sofferenza (3, 16), trionfa non di meno dellamorte assicurando la perpetuità della specie; e per mantenersi in questa speranza essa sa Che ungiorno la sua posterità schiaccerà la testa del serpente, del nemico ereditario (3, 15).

2. Nella storiasacra. - In attesa dì quel giorno benedetto, la funzione della donna rimane limitata. Certamente, inCasa, i suoi diritti sembrano uguali a quelli del marito, per lo meno nei confronti dei figli che essaeduca; ma la legge la mantiene al secondo posto. La donna non ha partecipazione ufficiale alculto; se anch‘essa può gioire pubblicamente durante le feste (Es 15,20 s; Deut 12,12; Giud 21, 21;2 Sam 6), non esercita alcuna funzione sacerdotale; solo gli uomini sono tenuti ai pellegrinaggid‘obbligo (Es 23, 17). Tra quelli che sono rigorosamente obbligati a osservare il sabato (20, 10), lasposa non è nominata. Al di fuori del culto, la legge si preoccupa molto di proteggere la donna,soprattutto nel suo campo proprio, la vita: non costituisce essa forse la presenza stessa quaggiù dellavita feconda (ad es. Deut 25, 5-10)1 L‘uomo la deve rispettare nel suo ritmo di esistenza (Lev 20,18); la rispetta a tal punto da esigere da essa un ideale di fedeltà nel matrimonio a Cui egli stessonon si attiene. Nel corso della storia dell‘alleanza talune donne hanno avuto una parte importante,sia in bene Che in male. Le donne straniere hanno sviato il cuore di Salomone verso i loro dèi (l Re11, 1-8; cfr. Eccle 7, 26; Eccli 47, 19); Gezabele rivela la potenza d‘una donna sulla religione e lamorale del suo sposo (1 Re 18, 13; 19, 1 s; 21, 25 s); si vedono dei figli conoscere la lingua maternae «non saper più parlare ebraico» (Neem 13, 23 s). La donna sembra disporre a piacer suo della vitareligiosa che non esercita ufficialmente nel culto. Accanto a questi esempi al rovescio, ecco lemogli dei patriarchi che mostrano il loro lodevole slancio verso la fecondità. Ecco le eroine:mentre l‘accesso al culto è loro vietato, lo spirito di Jahve scende su talune donne, trasformandole,proprio Come gli uomini, in profetesse, mostrando che il loro sesso non costituisce un ostacolo allairruzione dello spirito: così Maria (Es 15, 20 s), Debora e Jael (Giud 4, 4 - 5, 31), Hulda (2 Re 22,14-20). 3. Nella riflessione dei sapienti. - Rare, ma nient‘affatto tenere, sono le massime attribuite adonne sulle donne (Prov 31,1-9); il ritratto biblico della donna è firmato da uomini; e se non sempreè lusinghiero, non prova affatto che i loro autori siano misogini. La severità dell‘uomo nei confrontidella donna è la contropartita del bisogno che egli ne ha. Così descrive il suo sogno: «trovare unadonna è trovare la fortuna» (Prov 18, 22; cfr. 5, 15- 18), significa avere «un aiuto simile a sé», unsaldo sostegno, una siepe per la propria vigna, un nido Contro l‘appello alla vita errabonda (Eccli36, 24- 27); significa trovare, oltre la forza mascolina che lo rende fiero, la grazia personificata(Prov 11, 16); che dire se questa donna è valente (Prov 12, 4; 31, 10-31)? Basta evocare ladescrizione della sposa nel Cantico (Cani 4,1- 5; 7,2-10). Ma l‘uomo Che ha esperienza teme la fragilità essenziale della sua compagna. La bellezza non basta (Prov 11, 22); anzi, è pericolosaquando in Dalila è congiunta all‘astuzia (Giud 14, 15 ss; 16, 4-21), quando seduce l‘uomo semplice(Eccli 9,1-9; cfr. Gen 3,6). Le figlie causano molta preoccupazione ai loro genitori (Eccli 42, 9 ss);e l‘uomo che si permette molte libertà al di fuori della donna della sua giovinezza (cfr. Prov 5, 15-20), teme la versatilità della donna, la sua inclinazione all‘adulterio (Eccli 25, 13 - 26, 18); deplorache essa si dimostri vanitosa (Is 3, 16-24), «stolta» (cfr. follia) (Prov 9,13-18; 19,14; 11,22),rissosa, lunatica e malinconica (Prov 19, 13; 21, 9. 19; 27, 15 s). Non bisognerebbe limitare a questiquadretti di Costume l‘idea Che i sapíenti avevano della donna. Di fatto questa è la una figuradella sapienza divina (Prov 8, 22-31); manifesta poi la forza di Dio che si serve degli strumentideboli per procurare la sua gloria. Già Anna magnificava il Signore degli umili (1 Sam 2); Giuditta,come una profetessa in atto, mostra che tutti possono contare sulla protezione di Dio; la suabellezza, la sua prudenza, la sua abilità, il suo coraggio e la sua castità nella vedovanza ne fanno untipo perfetto della donna secondo il disegno di Dio nel VT.

NT

Questo ritratto, per quanto bello,non conferisce ancora alla donna la sua dignità sovrana. La preghiera quotidiana dell‘ebreo lo diceancor oggi con ingenuità: «Benedetto sii tu, Dio nostro, per non avermi fatto né pagano, né donna,né ignorante!», mentre la donna si accontenta di dire: «Lodato sii tu, o Signore, che mi hai creatasecondo la tua volontà». Di fatto, soltanto Cristo consacra la dignità della donna.

1. Aurora dellaredenzione. - Questa consacrazione ebbe luogo nel giorno dell‘annunciazione. Il Signore vollenascere da una donna (Gal 4,4). Maria, vergine e madre, realizza in sé il voto femminile dellafecondità; nello stesso tempo rivela e consacra il desiderio fino allora soffocato della verginità,assimilata ad una vergognosa sterilità. In Maria si incarna l‘ideale della donna, perché essa ha datoi natali al principe della vita. Ma, mentre la donna di quaggiù corre il rischio di limitare la suaammirazione alla vita corporale che ha donato al più bello dei figli degli uomini, Gesù ha rivelatol‘esistenza di una maternità spirituale, frutto portato dalla verginità della fede (LC 11, 28 s).Attraverso Maria la donna può diventare simbolo dell‘anima credente. Si comprende quindi comeGesù accetti di lasciarsi seguire da sante donne (LC 8, 1 ss), di prendere come esempio dellevergini fedeli (Mt 25,143) o di affidare a donne una missione (Gv 20,17). Si comprende come laChiesa nascente segnali il posto e la parte avuta da numerose donne (Atti 1, 14; 9, 36. 41; 12, 12;16, 14 s), ormai chiamate a collaborare all‘opera della Chiesa.

2. In Cristo Gesù. - Questapartecipazione suppone Che sia scoperta una nuova dimensione della donna: la verginità. Paolo haelaborato così una teologia della donna, mostrando in qual senso la divisione dei sessi è superata econsacrata. «Non C‘è più né uomo né donna: voi tutti siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28); in uncerto senso la distinzione dei sessi è superata, al pari delle divisioni di ordine razziale o sociale.L‘esistenza celeste può essere anticipata, quella vita angelica di Cui parlava Gesù (Mt 22, 30); ma lasola fede la può giustificare. Se saggiamente Paolo continua a dire che è «meglio sposarsi chebruciare» (1 Cor 7, 9), esalta VERGINE, SPOSA E MADRE tuttavia il carisma della verginità;osa persino contraddire la Genesi Che affermava: «non è bene che l‘uomo sia solo» (Gen 2, 18; 1Cor 7, 26): tutti, ragazzi e ragazze, possono, se chiamati, rimanere vergini. Così una nuovadistinzione, tra sposati e vergini, si aggiunge alla prima tra uomo e donna. La fede e la vita celestetrovano nella verginità vissuta un tipo Concreto di esistenza, in cui l‘anima si unisce con decisione ecompletezza al suo Signore (7,35). Per rispondere alla sua vocazione la donna non devenecessariamente diventare‘sposa e madre, ma può restare vergine di cuore e di corpo. Questo idealedella verginità, Che la donna può ormai fissare e realizzare, non sopprime la condizione normale delmatrimonio (1 Tim 2, 15), ma apporta un valore di compenso, così come il cielo dà equilibrio ecollocazione alla terra. Infine, ultimo approfondimento, il rapporto naturale uomo-donna è fondato sul rapporto Cristo-Chiesa. Di Cristo, e non soltanto di Adamo, la donna è l‘altra parte, e allorarappresenta la Chiesa (Ef 5, 22 ss).

3. La donna e la Chiesa- - La divisione dei sessi, benchétrascesa dalla fede, rinasce nel corso. dell‘esistenza e si impone nella vita concreta della Chiesa.Dall‘ordine che esiste nella Creazione Paolo deduce due dei modi di Comportarsi della donna. Essadeve portare un velo all‘assemblea del culto, esprimendo con questo simbolo che la sua dignitàcristiana non l‘ha liberata dalla dipendenza nei Confronti del marito (1 Cor 11,2-16), né dal postosecondario che essa occupa ancora nell‘insegnamento ufficiale: non deve «parlare» in Chiesa, cioènon può insegnare (1 Cor 14, 34; cfr. 1 Tim 2, 12); tale è il «comandamento del Signore» ricevutoda Paolo (1 Cor 14,37). Ma Paolo non nega alla donna la possibilità di profetare (11, 5), perché,come nel VT, lo spirito non conosce la distinzione dei sessi. Velata e silenziosa nel Culto, affinchésia mantenuto f«ordine», la donna d‘altra parte è incoraggiata a testimoniare in Casa mediante una«vita casta e piena di rispetto» (1 Piet 3, 1 s; 1 Tim 2, 9 s); e quando, vedova, ha raggiunto un‘etàavanzata Che la preserva dai ripensamenti, ha una parte importante nella comunità cristiana (1 Tim5, 9). L‘Apocalisse non perde di vista la funzione svolta da Gezabele (Apoc 2, 20) né i delitti dellafamosa prostituta (17, 1. 15 s; 18, 3- 9; 19, 2), ma magnifica soprattutto «la donna» incoronata distelle, quella che dà alla luce il figlio maschio e che è perseguitata nel deserto dal dragone, ma chene deve trionfare con la sua progenie (Apoc 12). Questa donna è anzitutto la Chiesa, nuova Eva chedà i natali al corpo di Cristo; poi, secondo l‘interpretazione tradizionale, è Maria stessa; vi si puòinfine vedere il prototipo della donna, di quella Che ogni donna desidera in cuor suo di diventare.

Autore: X. Leon Dufour
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica