Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Dottrina sociale


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L'insegnamento della Chiesa circa i diritti e i doveri dei vari membri della società nei loro rapporti col bene comune, sia nazionale che internazionale. Il messaggio di conversione di Gesù invitava i benestanti ad avere cura dei poveri, storpi, zoppi e ciechi (Lc 14,12?14). Il giudizio finale dovrebbe esortarci ora a venire incontro alle necessità materiali degli affamati, degli stranieri, dei nudi, malati e prigionieri (Mt 25,31?46). Generalmente, il NT dimostra lo stesso interesse pratico per i bisognosi (At 4,32-5,11; Rm 12,8; 1 Cor 13,3; Eb 13,16; 1 Gv 3,17; Gc 1,27; 2,14?17). Sant'Ambrogio (circa 339?397), san Giovanni Crisostomo (circa 347?407) e altri Padri della Chiesa hanno predicato lo stesso messaggio. Per secoli, le istituzioni della Chiesa sono state quasi sole a prendersi cura degli emarginati sociali, come le vedove, gli orfani, i malati e i prigionieri, e ad occuparsi dell'istruzione attraverso gli ordini monastici come i Benedettini. San Vincenzo de' Paoli (circa 1580?1660), le Figlie della Carità, le Sorelle della Misericordia, Antonio Federico Ozanam (1813?1853), Giuseppe de Veuster (1840?1889), conosciuto come Padre Damiano, Adolfo Kolping (1813?1865) e molti altri spesero la loro vita a venire incontro alle necessità dei poveri e dei sofferenti. La prima grande enciclica sociale fu quella di Leone XIII nel 1891 Rerum Novarum (Lat. « Delle cose nuove ») che trattò di problemi come quello del giusto salario e della proprietà privata. Quarant'anni dopo, nel 1931, Pio XI riprese questi temi e altri connessi nell'enciclica Quadragesimo Anno (Lat. « Nel quarantesimo anniversario »). L'enciclica di Giovanni XXIII Mater et Magistra (« Madre e Maestra ») aggiornò l'insegnamento sociale della Chiesa con un'occhiata all'intervento dello Stato a favore dei bisognosi, mentre nella Pacem in terris (« Pace sulla terra ») del 1963, auspicava un ordine sociale internazionale basato sul pieno rispetto dei diritti umani. Il Concilio Vaticano II parlò della libertà religiosa nella Dichiarazione Dignitatis humanae (1965). Lo stesso Concilio auspicò a tutti i livelli un ordine sociale più specifico e più giusto (GS 9, 63?93), invitando tutti i membri della Chiesa a partecipare attivamente nelle cause sociali (AA 7,8,13). Sebbene la missione che Cristo ha dato alla Chiesa non riguardi primariamente il campo politico, economico e sociale, la fede religiosa accresce i nostri obblighi verso il prossimo bisognoso (GS 42). Nell'enciclica Populorum Progressio (« progresso dei popoli ») del 1967, Paolo VI affermò che il nome nuovo della pace doveva essere uno sviluppo economico attento alla persona umana nella sua integralità. La giustizia sociale, la solidarietà internazionale e i diritti umani sono temi costanti nell'insegnamento di Giovanni Paolo II. Li ha espressi soprattutto nell'enciclica sociale del 1981, Laborem exercens (« Esercitando il lavoro »), in quella del 1987, Sollicitudo rei socialis (« Interesse per il problema sociale ») e in quella del 1o maggio 1991, Centesimus annus (« Centesimo anno » dall'enciclica Rerum Novarum). Cf Enciclica; Giustizia; Opzione per i poveri; Diritti umani; Sussidiarietà; Teologia della liberazione; Teologia morale.

Fonte: Dizionario sintetico di Teologia (G.O Collins, E.G. Farrugia)