Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Jeremiæ 4


font
VULGATABIBBIA
1 Si reverteris, Israël, ait Dominus,
ad me convertere :
si abstuleris offendicula tua a facie mea,
non commoveberis.
1 "Se vuoi ritornare, o Israele - dice il Signore -
a me dovrai ritornare.
Se rigetterai i tuoi abomini,
non dovrai più vagare lontano da me.
2 Et jurabis : Vivit Dominus in veritate, et in judicio, et in justitia :
et benedicent eum gentes,
ipsumque laudabunt.
2 Il tuo giuramento sarà: Per la vita del Signore,
con verità, rettitudine e giustizia.
Allora i popoli si diranno benedetti da te
e di te si vanteranno".
3 Hæc enim dicit Dominus viro Juda et Jerusalem :
Novate vobis novale,
et nolite serere super spinas.
3 Dice il Signore
agli uomini di Giuda e a Gerusalemme:
"Dissodatevi un terreno incolto
e non seminate fra le spine.
4 Circumcidimini Domino,
et auferte præputia cordium vestrorum,
viri Juda, et habitatores Jerusalem :
ne forte egrediatur ut ignis indignatio mea,
et succendatur, et non sit qui extinguat,
propter malitiam cogitationum vestrarum.
4 Circoncidetevi per il Signore,
circoncidete il vostro cuore,
uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme,
perché la mia ira non divampi come fuoco
e non bruci senza che alcuno la possa spegnere,
a causa delle vostre azioni perverse.

5 Annuntiate in Juda, et in Jerusalem auditum facite :
loquimini, et canite tuba in terra,
clamate fortiter, et dicite :
Congregamini, et ingrediamur civitates munitas.
5 Annunziatelo in Giuda,
fatelo udire a Gerusalemme;
suonate la tromba nel paese,
gridate a piena voce e dite:
Radunatevi ed entriamo
nelle città fortificate.
6 Levate signum in Sion ;
confortamini, nolite stare :
quia malum ego adduco ab aquilone,
et contritionem magnam.
6 Alzate un segnale verso Sion;
fuggite, non indugiate,
perché io mando da settentrione una sventura
e una grande rovina.
7 Ascendit leo de cubili suo,
et prædo gentium se levavit :
egressus est de loco suo ut ponat terram tuam in solitudinem :
civitates tuæ vastabuntur,
remanentes absque habitatore.
7 Il leone è balzato dalla boscaglia,
il distruttore di nazioni
si è mosso dalla sua dimora
per ridurre la tua terra a una desolazione:
le tue città saranno distrutte,
non vi rimarranno abitanti.
8 Super hoc accingite vos ciliciis ;
plangite, et ululate :
quia non est aversa ira furoris Domini a nobis.
8 Per questo vestitevi di sacco,
lamentatevi e alzate grida,
perché non si è allontanata
l'ira ardente del Signore da noi.
9 Et erit in die illa, dicit Dominus :
peribit cor regis, et cor principum,
et obstupescent sacerdotes,
et prophetæ consternabuntur.
9 E in quel giorno
- dice il Signore -
verrà meno il coraggio del re
e il coraggio dei capi;
i sacerdoti saranno costernati
e i profeti resteranno stupiti.
10 Et dixi : Heu ! heu ! heu ! Domine Deus,
ergone decepisti populum istum et Jerusalem,
dicens : Pax erit vobis :
et ecce pervenit gladius usque ad animam ?
10 Essi diranno: Ah, Signore Dio,
hai dunque del tutto ingannato
questo popolo e Gerusalemme,
quando dicevi: Voi avrete pace,
mentre una spada giunge fino alla gola".
11 In tempore illo dicetur populo huic et Jerusalem :
Ventus urens in viis quæ sunt in deserto viæ filiæ populi mei,
non ad ventilandum et ad purgandum.
11 In quel tempo si dirà:
a questo popolo e a Gerusalemme:
"Il vento ardente delle dune soffia dal deserto
verso la figlia del mio popolo,
non per vagliare, né per mondare il grano.
12 Spiritus plenus ex his veniet mihi,
et nunc ego loquar judicia mea cum eis.
12 Un vento minaccioso si alza al mio ordine.
Ora, anch'io voglio pronunziare
contro di essi la condanna".
13 Ecce quasi nubes ascendet,
et quasi tempestas currus ejus :
velociores aquilis equi illius.
Væ nobis, quoniam vastati sumus.
13 Ecco, egli sale come nubi
e come un turbine sono i suoi carri,
i suoi cavalli sono più veloci delle aquile.
Guai a noi che siamo perduti!
14 Lava a malitia cor tuum, Jerusalem, ut salva fias :
usquequo morabuntur in te cogitationes noxiæ ?
14 Purifica il tuo cuore dalla malvagità, Gerusalemme,
perché possa uscirne salva.
Fino a quando albergheranno in te
pensieri d'iniquità?

15 Vox enim annuntiantis a Dan,
et notum facientis idolum de monte Ephraim.
15 Ecco, una voce reca la notizia da Dan,
si annunzia la sventura dalle montagne di Efraim.
16 Dicite gentibus : Ecce auditum est in Jerusalem
custodes venire de terra longinqua,
et dare super civitates Juda vocem suam :
16 Annunziatelo alle genti,
fatelo sapere a Gerusalemme.
Gli assedianti vengono da una terra lontana,
mandano urla contro le città di Giuda.
17 quasi custodes agrorum facti sunt super eam in gyro,
quia me ad iracundiam provocavit, dicit Dominus.
17 Come custodi d'un campo l'anno circondata,
perché si è ribellata contro di me. Oracolo del Signore.
18 Viæ tuæ et cogitationes tuæ fecerunt hæc tibi :
ista malitia tua, quia amara,
quia tetigit cor tuum.
18 La tua condotta e le tue azioni
ti hanno causato tutto ciò.
Questo il guadagno della tua malvagità; com'è amaro!
Ora ti penetra fino al cuore.
19 Ventrem meum, ventrem meum doleo ;
sensus cordis mei turbati sunt in me.
Non tacebo, quoniam vocem buccinæ audivit anima mea,
clamorem prælii.
19 Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato.
Le pareti del mio cuore!
Il cuore mi batte forte;
non riesco a tacere,
perché ho udito uno squillo di tromba,
un fragore di guerra.
20 Contritio super contritionem vocata est,
et vastata est omnis terra :
repente vastata sunt tabernacula mea ;
subito pelles meæ.
20 Si annunzia rovina sopra rovina:
tutto il paese è devastato.
A un tratto sono distrutte le mie tende,
in un attimo i miei padiglioni.
21 Usquequo videbo fugientem ;
audiam vocem buccinæ ?
21 Fino a quando dovrò vedere segnali
e udire squilli di tromba?
22 Quia stultus populus meus me non cognovit :
filii insipientes sunt et vecordes :
sapientes sunt ut faciant mala,
bene autem facere nescierunt.
22 "Stolto è il mio popolo:
non mi conoscono,
sono figli insipienti,
senza intelligenza;
sono esperti nel fare il male,
ma non sanno compiere il bene".
23 Aspexi terram, et ecce vacua erat et nihili ;
et cælos, et non erat lux in eis.
23 Guardai la terra ed ecco solitudine e vuoto,
i cieli, e non v'era luce.
24 Vidi montes, et ecce movebantur :
et omnes colles conturbati sunt.
24 Guardai i monti ed ecco tremavano
e tutti i colli ondeggiavano.
25 Intuitus sum, et non erat homo :
et omne volatile cæli recessit.
25 Guardai ed ecco non c'era nessuno
e tutti gli uccelli dell'aria erano volati via.
26 Aspexi, et ecce Carmelus desertus,
et omnes urbes ejus destructæ sunt a facie Domini,
et a facie iræ furoris ejus.
26 Guardai ed ecco la terra fertile era un deserto
e tutte le sue città erano state distrutte
dal Signore e dalla sua ira ardente.
27 Hæc enim dicit Dominus :
Deserta erit omnis terra,
sed tamen consummationem non faciam.
27 Poiché dice il Signore:
"Devastato sarà tutto il paese;
io compirò uno sterminio.
28 Lugebit terra, et mœrebunt cæli desuper,
eo quod locutus sum.
Cogitavi, et non pœnituit me,
nec aversus sum ab eo.
28 Pertanto la terra sarà in lutto
e i cieli lassù si oscureranno,
perché io l'ho detto e non me ne pento,
l'ho stabilito e non ritratterò".
29 A voce equitis et mittentis sagittam fugit omnis civitas :
ingressi sunt ardua, et ascenderunt rupes :
universæ urbes derelictæ sunt,
et non habitat in eis homo.
29 Per lo strepito di cavalieri e di arcieri
ogni città è in fuga,
vanno nella folta boscaglia
e salgono sulle rupi.
Ogni città è abbandonata,
non c'è rimasto un sol uomo.
30 Tu autem vastata, quid facies ?
cum vestieris te coccino,
cum ornata fueris monili aureo,
et pinxeris stibio oculos tuos,
frustra componeris :
contempserunt te amatores tui ;
animam tuam quærent.
30 E tu, devastata, che farai?
Anche se ti vestissi di scarlatto,
ti adornassi di fregi d'oro
e ti facessi gli occhi grandi con il bistro,
invano ti faresti bella.
I tuoi amanti ti disprezzano;
essi vogliono la tua vita.
31 Vocem enim quasi parturientis audivi,
angustias ut puerperæ :
vox filiæ Sion intermorientis,
expandentisque manus suas :
Væ mihi, quia defecit anima mea propter interfectos !
31 Sento un grido come di donna nei dolori,
un urlo come di donna al primo parto,
è il grido della figlia di Sion,
che spasima e tende le mani:
"Guai a me! Sono affranta,
affranta per tutti gli uccisi".