Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Secondo libro de' Maccabei 9


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1In quel medesimo tempo Antioco tornava inonestamente di Persia.2Però ch' era entrato in una terra chiamata Persepoli, e tentò di spogliare i templi e opprimere la città; ma (loro accorgendosi) corse tutta la multitudine all' arme, e tutti si misero in fuga; e a questo modo accaddette che Antioco dopo la fuga se ne tornò con vergogna.3Ed essendo venuto appresso Ecbatana, conobbe quello ch' era intervenuto a Nicanore e Timoteo.4Ed elevato con ira, pensavasi di poter rivoltare la ingiuria di coloro che l' aveano cacciato, sopra i Giudei; per questo adunque comandò che fosse sollecitati i carri, andandosene sanza dimora, costrignendolo a questo il giudicio celeste, però che egli parlò così superbamente di venire in Ierusalem, e farla una congregazione di sepolcri di Giudei.5Ma il Signore Iddio d'Israel, il qual vede tutto, lo percosse di una piaga insanabile. Avendo adunque compiuto questo parlare, lo pigliò uno crudele dolore nelle viscere, e alcuni amari tormenti interiori.6E questo li addivenne assai giustamente, però che avea tormentato le viscere di molti con nuovi cruciati, avvenga che esso per questo dalla malizia sua non cessasse.7Sopra di questo, anco ripieno di superbia, gettava fuoco con l' animo contro alli Giudei; e comandando che fosse accelerato il cammino, addivenne che andando lui con impeto, cadette del carro, e per la grande percussione del corpo era cruciato in tutti li membri del corpo.8E quello, al quale li parea anco di comandare alle onde del mare, ripieno sopra modo di ambizione, e di pesar le altezze de' monti con la statera, ora umiliato a terra, era portato nella barella, provando la manifesta virtù di Dio,9per tal modo che del corpo dell' empio li vermi bullivano, e vivendo consumavano le carni sue con dolori; anco per lo grande fetore, che usciva del corpo suo, era gravato molto lo esercito.10E quello il quale poco inanzi si pensava di pigliare le stelle del cielo, niuno lo potea portare per cagione dello intollerabile fetore.11Per questo adunque, dedotto dalla grave superbia, cominciò venire alla cognizione di sè stesso, stimulato dalla divina piaga, augumentandosi continuamente li dolori.12Ed essendo anco venuto a tanto che non potea sostenere il suo fetore, disse: egli [è] cosa giusta esser suddito a Dio, e l' uomo mortale non sentir di sè quelle cose che s' appartengono a Dio.13Facea orazione a Dio questo uomo scelesto, dal quale non era atto a conseguitar misericordia.14E la città, alla qual lui con festinanzia andava acciò che la ruinasse a terra e facessela una congregazion di sepolcri, ora desidera di farla libera.15Eli Giudei, li quali non deliberava che fusseno degni di sepultura, ma avea deliberato di darli a mangiare agli uccelli e alle bestie (della terra), e avea detto di esterminarli con i loro figliuoli, ora promette di farli eguali alli Ateniesi, (civè a quelli di Atene).16E anco il templo santo, il qual per avanti avea spogliato, promette di ornarlo di ottimi doni, e multiplicar i santi vasi, e dar delle sue entrate le spese pertinenti alli sacrificii.17E sopra di queste cose promettea di farsi Giudeo, e tutto il luogo della terra perambulare, e predicare la potenza di Dio.18Ma non cessando i dolori, però ch' era venuto sopra di lui il giusto giudicio di Dio, disperando scrisse a' Giudei una epistola in modo di deprecazione, la qual contenea queste cose:19Agli ottimi cittadini Giudei molta salute dice il re e principe Antioco, desiderando che siate sani e felici.20Se voi e li figliuoli vostri sete sani, e secondo il giudicio vostro tutte le cose vi succedono, referiamo molte grazie.21E io essendo tornato de' luoghi di Persia, ed essendo infirmato, hommi ricordato benignamente di voi; ed essendo pigliato di questa grave infirmità, pensai esser cosa opportuna, per la comune utilità, aver qual [che] diligenza (di voi),22non mi disperando, ma avendo gran speranza di campar di questa infirmità.23Considerando che anco il mio padre, in quelli tempi che lui conducea lo esèrcito alle parti superiori, dimostrò chi dovea succedere dopo lui nello principato;24chè se avvenisse alcuna cosa contraria, ovver qualche cosa difficile (e pericolosa) fusse nunciata, sapendo quelli i quali erano nelle regioni, a chi era lasciata la signoria e tutto il governo delle cose, non si turbasseno (e non rimanessero divisi);25e io considerando (e attendendo a queste cose, e massimamente) a quelli che sono propinqui e potenti, e tutti i vicini che soleno mover insidie alli tempi, e aspettando la succession delle cose, (sappiate che io) ho designato Antioco mio figliuolo re, il qual spesse volte correndo nelli reami superiori, io lo commendava a molti di voi; e scrissi a lui quelle cose che sono soggette.26Pregovi adunque che vi ricordiate delli beneficii pubblici e privati, acciò che ciascuno di voi conservi la sua fede a me e al mio figliuolo.27Però ch' io mi confido che lui si porterà modesta e umanamente, e seguitando il mio comune proposito, saravvi utile.28Adunque questo omicida e bestemmiatore, gravissimamente percosso, e come lui avea trattato gli altri, disperso nelli monti, morissi di vita molto miserabile.29Transportava il corpo suo Filippo, nutrito di quel latte che lui fu nutrito; il qual temendo il figliuolo di Antioco, andò in Egitto a Tolomeo Filometore.