Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 25


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NOVA VULGATABIBBIA
1 Festus ergo cum venisset in provinciam, post triduum ascenditHierosolymam a Caesarea;1 Festo dunque, raggiunta la provincia, tre giorni dopo salì da Cesarèa a Gerusalemme.
2 adieruntque eum principes sacerdotum et primiIudaeorum adversus Paulum, et rogabant eum2 I sommi sacerdoti e i capi dei Giudei gli si presentarono per accusare Paolo e cercavano di persuaderlo,
3 postulantes gratiam adversum eum,ut iuberet perduci eum in Ierusalem, insidias tendentes, ut eum interficerent invia.3 chiedendo come un favore, in odio a Paolo, che lo facesse venire a Gerusalemme; e intanto disponevano un tranello per ucciderlo lungo il percorso.
4 Festus igitur respondit servari Paulum in Caesarea, se autem maturiusprofecturum:4 Festo rispose che Paolo stava sotto custodia a Cesarèa e che egli stesso sarebbe partito fra breve.
5 “ Qui ergo in vobis, ait, potentes sunt, descendentes simul, siquod est in viro crimen, accusent eum ”.5 "Quelli dunque che hanno autorità tra voi, disse, vengano con me e se vi è qualche colpa in quell'uomo, lo denuncino".
6 Demoratus autem inter eos dies nonamplius quam octo aut decem, descendit Caesaream; et altera die sedit protribunali et iussit Paulum adduci.6 Dopo essersi trattenuto fra loro non più di otto o dieci giorni, discese a Cesarèa e il giorno seguente, sedendo in tribunale, ordinò che gli si conducesse Paolo.
7 Qui cum perductus esset, circumsteterunteum, qui ab Hierosolyma descenderant, Iudaei, multas et graves causasobicientes, quas non poterant probare,7 Appena giunse, lo attorniarono i Giudei discesi da Gerusalemme, imputandogli numerose e gravi colpe, senza però riuscire a provarle.
8 Paulo rationem reddente: “ Neque inlegem Iudaeorum neque in templum neque in Caesarem quidquam peccavi ”.8 Paolo a sua difesa disse: "Non ho commesso alcuna colpa, né contro la legge dei Giudei, né contro il tempio, né contro Cesare".
9 Festus autem volens Iudaeis gratiam praestare, respondens Paulo dixit: “ VisHierosolymam ascendere et ibi de his iudicari apud me? ”.9 Ma Festo volendo fare un favore ai Giudei, si volse a Paolo e disse: "Vuoi andare a Gerusalemme per essere là giudicato di queste cose, davanti a me?".
10 Dixit autemPaulus: “ Ad tribunal Caesaris sto, ubi me oportet iudicari. Iudaeis nihilnocui, sicut et tu melius nosti.10 Paolo rispose: "Mi trovo davanti al tribunale di Cesare, qui mi si deve giudicare. Ai Giudei non ho fatto alcun torto, come anche tu sai perfettamente.
11 Si ergo iniuste egi et dignum morte aliquidfeci, non recuso mori; si vero nihil est eorum, quae hi accusant me, nemo potestme illis donare. Caesarem appello! ”.11 Se dunque sono in colpa e ho commesso qualche cosa che meriti la morte, non rifiuto di morire; ma se nelle accuse di costoro non c'è nulla di vero, nessuno ha il potere di consegnarmi a loro. Io mi appello a Cesare".
12 Tunc Festus cum consilio locutusrespondit: “ Caesarem appellasti; ad Caesarem ibis ”.
12 Allora Festo, dopo aver conferito con il consiglio, rispose: "Ti sei appellato a Cesare, a Cesare andrai".

13 Et cum dies aliquot transacti essent, Agrippa rex et Berenice descenderuntCaesaream et salutaverunt Festum.13 Erano trascorsi alcuni giorni, quando arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce, per salutare Festo.
14 Et cum dies plures ibi demorarentur, Festusregi indicavit de Paulo dicens: “ Vir quidam est derelictus a Felice vinctus,14 E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re il caso di Paolo: "C'è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale,
15 de quo, cum essem Hierosolymis, adierunt me principes sacerdotum et senioresIudaeorum postulantes adversus illum damnationem;15 durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono con accuse i sommi sacerdoti e gli anziani dei Giudei per reclamarne la condanna.
16 ad quos respondi, quia nonest consuetudo Romanis donare aliquem hominem, priusquam is, qui accusatur,praesentes habeat accusatores locumque defendendi se ab accusatione accipiat.16 Risposi che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l'accusato sia stato messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall'accusa.
17 Cum ergo huc convenissent, sine ulla dilatione sequenti die sedens pro tribunaliiussi adduci virum;17 Allora essi convennero qui e io senza indugi il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell'uomo.
18 de quo, cum stetissent accusatores, nullam causamdeferebant, de quibus ego suspicabar malis;18 Gli accusatori gli si misero attorno, ma non addussero nessuna delle imputazioni criminose che io immaginavo;
19 quaestiones vero quasdam de suasuperstitione habebant adversus eum et de quodam Iesu defuncto, quem affirmabatPaulus vivere.19 avevano solo con lui alcune questioni relative la loro particolare religione e riguardanti un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere ancora in vita.
20 Haesitans autem ego de huiusmodi quaestione, dicebam si velletire Hierosolymam et ibi iudicari de istis.20 Perplesso di fronte a simili controversie, gli chiesi se voleva andare a Gerusalemme ed esser giudicato là di queste cose.
21 Paulo autem appellante, utservaretur ad Augusti cognitionem, iussi servari eum, donec mittam eum adCaesarem ”.21 Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio dell'imperatore, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare".
22 Agrippa autem ad Festum: “ Volebam et ipse hominem audire!”. “ Cras, inquit, audies eum ”.
22 E Agrippa a Festo: "Vorrei anch'io ascoltare quell'uomo!". "Domani, rispose, lo potrai ascoltare".
23 Altera autem die, cum venisset Agrippa et Berenice cum multa ambitione, etintroissent in auditorium cum tribunis et viris principalibus civitatis, etiubente Festo, adductus est Paulus.23 Il giorno dopo, Agrippa e Berenìce vennero con gran pompa ed entrarono nella sala dell'udienza, accompagnati dai tribuni e dai cittadini più in vista; per ordine di Festo fu fatto entrare anche Paolo.
24 Et dicit Festus: “ Agrippa rex etomnes, qui simul adestis nobiscum viri, videtis hunc, de quo omnis multitudoIudaeorum interpellavit me Hierosolymis et hic, clamantes non oportere eumvivere amplius.24 Allora Festo disse: "Re Agrippa e cittadini tutti qui presenti con noi, voi avete davanti agli occhi colui sul conto del quale tutto il popolo dei Giudei si è appellato a me, in Gerusalemme e qui, per chiedere a gran voce che non resti più in vita.
25 Ego vero comperi nihil dignum eum morte fecisse, ipso autemhoc appellante Augustum, iudicavi mittere.25 Io però mi sono convinto che egli non ha commesso alcuna cosa meritevole di morte ed essendosi appellato all'imperatore ho deciso di farlo partire.
26 De quo quid certum scribam domino,non habeo; propter quod produxi eum ad vos et maxime ad te, rex Agrippa, ut,interrogatione facta, habeam quid scribam;26 Ma sul suo conto non ho nulla di preciso da scrivere al sovrano; per questo l'ho condotto davanti a voi e soprattutto davanti a te, o re Agrippa, per avere, dopo questa udienza, qualcosa da scrivere.
27 sine ratione enim mihi videturmittere vinctum et causas eius non significare ”.
27 Mi sembra assurdo infatti mandare un prigioniero, senza indicare le accuse che si muovono contro di lui".