Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 4


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NOVA VULGATABIBBIA
1 Simon autem praedictus, qui pecuniarum et patriae delator exstitit, maleloquebatur de Onia, tamquam ipse Heliodorum instigasset et malorum auctorfuisset;1 Il suddetto Simone, che si era fatto delatore dei beni e della patria, diffamava Onia, come se avesse percosso Eliodòro e fosse stato l'organizzatore dei disordini;
2 benefactoremque civitatis et curatorem gentis suae et aemulatoremlegum audebat insidiatorem rerum dicere.2 osava definire nemico della cosa pubblica il benefattore della città, il protettore dei cittadini, il difensore delle leggi.
3 Sed cum inimicitia in tantumprocederet, ut etiam per quendam eorum, qui a Simone probati essent, homicidiafierent,3 L'odio era giunto a tal punto che si compirono delle uccisioni da parte di uno dei gregari di Simone;
4 considerans Onias periculum contentionis et Apollonium Menesthei,ducem Coelesyriae et Phoenicis, augentem malitiam Simonis,4 allora Onia, vedendo l'aggravarsi dell'invidia e accorgendosi che Apollonio figlio di Menèsteo, stratega della Celesira e della Fenicia, aizzava la perfidia di Simone,
5 ad regem secontulit, non ut civium accusator, sed quod utile esset in commune etsingulariter universae multitudinis prospiciens.5 si recò dal re, non per far la parte di accusatore dei suoi concittadini, ma per provvedere al bene comune del popolo e di ciascuno in particolare.
6 Videbat enim sine regaliprovidentia impossibile esse pacem adhuc rebus obtingere, nec Simonem cessaturuma stultitia.
6 Vedeva infatti che senza un provvedimento del re era impossibile ristabilire la pace nella vita pubblica e che Simone non avrebbe messo freno alla sua pazzia.
7 Sed post Seleuci vitae excessum, cum suscepisset regnum Antiochus, quiEpiphanes appellabatur, ambiebat Iason frater Oniae summum sacerdotium,7 Ma, Selèuco essendo passato all'altra vita e avendo preso le redini del governo Antioco chiamato anche Epìfane, Giàsone, fratello di Onia, volle procurarsi con la corruzione il sommo sacerdozio
8 promittens regi per interpellationem argenti talenta trecenta sexaginta et exreditu quodam alio talenta octoginta;8 e, in un incontro con il re, gli promise trecentosessanta talenti d'argento e altri ottanta talenti riscossi con un'altra entrata.
9 super haec autem promittebat et aliacentum quinquaginta se perscripturum, si concederetur per potestatem eiusgymnasium et ephebiam sibi constituere et eos, qui in Hierosolymis erant,Antiochenos scribere.9 Oltre a questi prometteva di versargli altri centocinquanta talenti, se gli fosse stato concesso di stabilire di sua autorità una palestra e un campo d'addestramento e di erigere una corporazione d'Antiocheni a Gerusalemme.
10 Quod cum rex annuisset, et obtinuisset principatum,statim ad Graecam consuetudinem contribules suos transferre coepit.10 Avendo il re acconsentito, egli, ottenuto il potere, si diede subito a trasformare i suoi connazionali secondo i costumi greci,
11 Et,amotis his, quae humanitatis causa Iudaeis a regibus fuerant constituta perIoannem patrem Eupolemi, qui apud Romanos de amicitia et societate functus estlegatione, et legitima civium iura destituens, pravos mores innovabat.11 annullando i favori concessi dal re ai Giudei, ad opera di Giovanni, padre di quell'Eupolemo che aveva guidato l'ambasciata presso i Romani per negoziare il patto d'amicizia e di alleanza, e sradicando le leggi cittadine inaugurò usanze perverse.
12 Prompte enim sub ipsa arce gymnasium constituit et optimos quosque epheborumsubigens sub petasum ducebat.12 Fu subito zelante nel costruire una palestra, proprio ai piedi dell'acròpoli, e nell'indurre i giovani più distinti a portare il pètaso.
13 Erat autem sic culmen quoddam Graecaeconversationis et profectus alienigenarum moris, propter impii et non summisacerdotis Iasonis inauditam contaminationem,13 Così era raggiunto il colmo dell'ellenizzazione e la diserzione verso i costumi stranieri per l'eccessiva corruzione dell'empio e falso sommo sacerdote Giàsone.
14 ita ut sacerdotes iam non circaaltaris officia dediti essent, sed contempto templo et sacrificiis neglectis,festinarent participes fieri iniquae in palaestra praebitionis post disciprovocationem14 Perciò i sacerdoti non erano più premurosi del servizio all'altare, ma, disprezzando il tempio e trascurando i sacrifici, si affrettarono a partecipare agli spettacoli contrari alla legge nella palestra, appena dato il segnale del lancio del disco.
15 et patrios quidem honores nihil habentes, Graecas autem gloriasoptimas aestimantes.15 Così tenendo in poco conto le glorie patrie stimavano nobilissime le glorie elleniche.
16 Quarum gratia periculosa eos contentio habebat, etquorum instituta aemulabantur ac per omnia consimiles esse cupiebant, hos hosteset ultores habuerunt.16 Ma appunto a causa di queste li sorprese una grave situazione e si ebbero quali avversari e punitori proprio coloro le cui istituzioni seguivano con zelo e a cui cercavano di rassomigliare in tutto.
17 In leges enim divinas impie agere non est facile, sedhaec tempus sequens declarabit.
17 Non è cosa che resti impunita il comportarsi empiamente contro le leggi divine, come dimostrerà chiaramente il successivo periodo di tempo.
18 Cum autem quinquennalis agon Tyri celebraretur, et rex praesens esset,18 Celebrandosi in Tiro i giochi quinquennali con l'intervento del re,
19 misit Iason facinorosus ab Hierosolymis spectatores Antiochenses portantesargenti drachmas trecentas in sacrificium Herculis; quas etiam postulaverunt hi,qui asportaverant, ne in sacrificium erogarentur, quia non oporteret, sed inalium sumptum eas deputari.19 l'empio Giàsone inviò come rappresentanti alcuni Antiocheni di Gerusalemme, i quali portavano con sé trecento dramme d'argento per il sacrifico a Ercole; ma questi portatori ritennero non conveniente usarle per il sacrifico, bensì impiegarle per altra spesa.
20 Sed haec ceciderunt: propter illum quidem, quimiserat, in sacrificium Herculis; propter eos autem, qui afferebant, in fabricamtriremium.20 Così il denaro destinato al sacrificio a Ercole da parte del mandante, servì, grazie ai portatori, per la costruzione delle triremi.
21 Misso autem in Aegyptum Apollonio Menesthei filio propter ascensumad solium Philometoris regis, cum cognovisset Antiochus alienum se ab illiusnegotiis effectum, propriae securitati consuluit; inde cum Ioppen venisset, secontulit Hierosolymam.21 Antioco, avendo mandato Apollonio, figlio di Menèsteo, in Egitto per l'intronizzazione del re Filomètore, venne a sapere che costui era diventato contrario al suo governo e quindi si preoccupò della sua sicurezza. Perciò si recò a Giaffa, poi mosse alla volta di Gerusalemme.
22 Et magnifice ab Iasone et civitate susceptus, cumfacularum luminibus et acclamationibus introductus est; deinde sic in Phoenicenexercitum convertit.
22 Fu accolto da Giàsone e dalla città con dimostrazioni magnifiche e introdotto con corteo di fiaccole e acclamazioni. Così riprese la marcia militare verso la Fenicia.
23 Et post triennii tempus misit Iason Menelaum supradicti Simonis fratremportantem pecunias regi et de negotiis necessariis commonitiones perlaturum.23 Tre anni dopo, Giàsone mandò Menelao, fratello del già menzionato Simone, a portare al re denaro e a presentargli un memoriale su alcuni affari importanti.
24 At ille commendatus regi, cum se magnificasset facie potestatis, in semetipsumcontulit summum sacerdotium superponens Iasoni talenta argenti trecenta;24 Ma quello, fattosi presentare al re e avendolo ossequiato con un portamento da persona autorevole, si accaparrò il sommo sacerdozio, superando l'offerta di Giàsone di trecento talenti d'argento.
25 acceptisque regiis mandatis, venit nihil quidem gerens dignum sacerdotio, animosvero crudelis tyranni et ferae barbarae iram habens.25 Munito delle disposizioni del re, si presentò di ritorno, non avendo con sé nulla che fosse degno del sommo sacerdozio, ma avendo le manie di un tiranno unite alla ferocia di una belva.
26 Et Iason quidem, quiproprium fratrem circumvenerat, ipse circumventus ab alio profugus in Ammanitemexpulsus est regionem.26 Così Giàsone, che aveva tradito il proprio fratello, fu tradito a sua volta da un altro e fu costretto a fuggire nel paese dell'Ammanìtide.
27 Menelaus autem principatum quidem obtinuit; depecuniis vero regi promissis nihil debite agebat,27 Menelato si impadronì del potere, ma non s'interessò più del denaro promesso al re,
28 cum vero exactionem faceretSostratus, qui arci erat praepositus, nam ad hunc exactio vectigaliumpertinebat. Quam ob causam utrique a rege sunt advocati;28 sebbene gliele avesse fatto richiesta Sòstrato, comandante dell'acròpoli; questi infatti aveva l'incarico della riscossione dei tributi. Per questo motivo tutti e due furono convocati dal re.
29 et Menelaus quidemreliquit summi sacerdotii successorem Lysimachum fratrem suum, Sostratus autemCratetem, qui praeerat Cypriis.
29 Menelao lasciò come sostituto nel sommo sacerdozio Lisìmaco suo fratello; Sòstrato lasciò Cratéte, comandante dei Ciprioti.
30 Talibus autem constitutis, contigit Tarsenses et Mallotas seditionem movere,eo quod Antiochidi, regis concubinae, dono essent dati.30 Mentre così stavano le cose, le città di Tarso e Mallo si ribellarono, perché erano state date in dono ad Antiòchide, concubina del re.
31 Festinanter itaquerex venit sedare illos, relicto suffecto uno ex iis in dignitate constitutisAndronico.31 Il re partì in fretta per riportare all'ordine la situazione, lasciando come luogotenente Andronìco, uno dei suoi dignitari.
32 Ratus autem Menelaus accepisse se tempus opportunum, aurea quaedamvasa e templo furatus donavit Andronico; et alia vendiderat Tyri et per vicinascivitates.32 Menelao allora, pensando di aver trovato l'occasione buona, sottrasse alcuni arredi d'oro del tempio e ne fece omaggio ad Andronìco; altri poi si trovò che li aveva venduti a Tiro e nelle città vicine.
33 Quod cum certissime cognovisset Onias, arguebat eum, ipse in locotuto se continens in Daphne secus Antiochiam.33 Ma Onia lo biasimò, dopo essersi accertato della cosa ed essersi rifugiato in località inviolabile a Dafne situata presso Antiochia.
34 Unde Menelaus seorsumapprehendens Andronicum rogabat, ut Oniam interficeret. At vero ille, cumvenisset ad Oniam et cum fidem dolo dedisset ac dexteram accepisset dedissetquecum iureiurando, quamvis esset ei suspectus, suasit de asylo procedere, quemstatim peremit, non veritus iustitiam.34 Per questo Menelao, incontratosi in segreto con Andronìco, lo pregò di sopprimere Onia. Quegli, recatosi da Onia e ottenutane con inganno la fiducia, dandogli la destra con giuramento lo persuase, sebbene ancora guardato con sospetto, ad uscire dall'asilo e subito lo uccise senza alcun riguardo alla giustizia.
35 Ob quam causam non solum Iudaei, sedmulti quoque ex aliis nationibus indignabantur et moleste ferebant de nece viriiniusta.35 Per questo fatto non solo i Giudei, ma anche molti altri popoli si mossero a sdegno e tristezza per l'empia uccisione di tanto uomo.
36 Sed regressum regem de Ciliciae locis interpellabant, qui erant percivitatem Iudaei, simul et Graecis scelus conquerentibus, de eo quod sineratione Onias interfectus esset.36 Quando il re tornò dalle località della Cilicia, si presentarono a lui i Giudei della città insieme con i Greci che condividevano l'esecrazione dell'uccisione di Onia contro ogni diritto.
37 Contristatus itaque animo Antiochus etflexus ad misericordiam lacrimas fudit, propter defuncti sobrietatem et multammodestiam;37 Antioco fu intimamente rattristato, colpito da cordoglio e mosso a lacrime per la saggezza e la grande prudenza del defunto;
38 accensusque animis, confestim ablata Andronici purpura ac tuniciseius discissis, circumduxit per totam civitatem usque ad eundem locum, in quo inOniam impietatem commiserat, atque illic sacrilegum interfectorem e mundosustulit, Domino illi condignam retribuente poenam.
38 subito, acceso di sdegno, tolse la porpora ad Andronìco, ne stracciò le vesti e lo trascinò attraverso tutta la città fino al luogo stesso dove egli aveva sacrilegamente ucciso Onia e là cancellò dal mondo l'assassino. Così il Signore gli rese il meritato castigo.
39 Multis autem sacrilegiis per civitatem a Lysimacho commissis Menelaiconsilio, et divulgata foris fama, congregata est multitudo adversum Lysimachum,vasis aureis iam multis dissipatis.39 Essendo poi avvenuti molti furti sacrileghi in città da parte di Lisìmaco su istigazione di Menelao ed essendosene sparsa la voce al di fuori, il popolo si ribellò a Lisìmaco, quando già molti arredi d'oro erano stati portati via.
40 Turbis autem insurgentibus et irarepletis, Lysimachus, armatis fere tribus milibus, iniquis manibus coepit, ducequodam Aurano, aetate non minus ac dementia provecto.40 La folla era eccitata e piena di furore e Lisìmaco, armati circa tremila uomini, diede inizio ad atti di violenza, mettendo come comandante un certo Aurano già avanzato in età e non meno in stoltezza.
41 Sed ut intellexeruntconatum Lymachi, alii lapides, alii fustes validos arripuere, quidam vero exadiacente cinere manu apprehenderunt et mixtim iecerunt in eos, qui circaLysimachum erant.41 Ma quelli, appena si accorsero dell'aggressione di Lisìmaco, afferrarono chi pietre, chi grossi bastoni, altri raccolsero a manciate la polvere sul posto e si gettarono contro coloro che stavano attorno a Lisìmaco.
42 Quam ob causam multos quidem vulneraverunt, quosdam autemet prostraverunt, omnes vero in fugam compulerunt; ipsum vero sacrilegum secusaerarium interfecerunt.
42 A questo modo ne ferirono molti, alcuni ne stesero morti, costrinsero tutti alla fuga, misero a morte lo stesso saccheggiatore del tempio presso la camera del tesoro.
43 De his ergo coepit iudicium adversus Menelaum agitari.43 Per questi fatti fu intentato un processo contro Menelao.
44 Et cum venisset rexTyrum, apud ipsum causam egerunt missi tres viri a senatu.44 Venuto il re a Tiro, i tre uomini mandati dal consiglio degli anziani difesero presso di lui il loro diritto.
45 Et cum iamsuperaretur Menelaus, promisit Ptolemaeo Dorymenis multas pecunias ad suadendumregi.45 Menelao, ormai sul punto di essere abbandonato, promise una buona quantità di denaro a Tolomeo, figlio di Dorìmene, perché traesse il re dalla sua parte.
46 Unde Ptolemaeus, excipiens seorsum in quoddam atrium columnatum quasirefrigerandi gratia regem, deduxit a sententia.46 Tolomeo invitò il re sotto un portico, come per prendere il fresco, e gli fece mutar parere.
47 Et Menelaum quidem universaemalitiae reum criminibus absolvit; miseros autem, qui etiam si apud Scythascausam dixissent, innocentes iudicarentur, hos morte damnavit.47 Così il re prosciolse dalle accuse Menelao, causa di tutto il male, e a quegli infelici che, se avessero discusso la causa anche presso gli Sciti, sarebbero stati prosciolti come innocenti, decretò la pena di morte.
48 Cito ergoiniustam poenam dederunt, qui pro civitate et populo et sacris vasis causamprosecuti sunt.48 Così senza dilazione subirono l'ingiusta pena coloro che avevano difeso la città, il popolo e gli arredi sacri.
49 Quam ob rem Tyrii quoque in malefactum indignati, quaeque adsepulturam eorum necessaria essent, magno sumptu praestiterunt.49 Gli stessi cittadini di Tiro, indignati per questo fatto, provvidero generosamente quanto occorreva per la loro sepoltura.
50 Menelausautem propter eorum, qui in potentia erant, avaritiam permanebat in potestate,crescens in malitia magnus civium insidiator constitutus.
50 Menelao invece, per la cupidigia dei potenti, rimase al potere, crescendo in malvagità e facendosi grande traditore dei concittadini.