8Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. 9Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 10La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.
11E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. 12La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. 14Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne.
Note:
Rm 13:Paolo afferma qui il principio dell'origine divina del potere, supponendolo d'altronde legittimo e nello stesso tempo esercitato per il bene. In questo modo la religione cristiana penetra, oltre che la vita morale (Rm 12,1), la stessa vita civile (Rm 13,1-7). Paolo non parlerà diversamente dopo le prime persecuzioni (Tt 3,1; 1Tm 2,1-2).
Rm 13,1:autorità costituite: alla lettera «che sono sopra di noi».
Rm 13,4:per la giusta condanna: alla lettera «per la collera».
Rm 13,8:ha adempiuto la legge: a quanto sembra la legge in generale e non soltanto la legge mosaica.
Rm 13,9:non rubare: volg. aggiunge: «non dire falsa testimonianza». - Amerai il prossimo tuo: il prossimo non è più, come in Lv, il membro del medesimo popolo, ma ogni membro della famiglia umana, unificata nel Cristo (Gal 3,28; Mt 25,40).
Rm 13,11:consapevoli del momento: questa considerazione rappresenta uno dei fondamenti della morale paolina. Il «momento» (kairos) sembra designare l'èra «escatologica», quella che la Bibbia chiamava «gli ultimi giorni», inaugurata dalla morte e dalla risurrezione del Cristo e coestensiva al tempo della chiesa militante, al tempo della salvezza (2Cor 6,2+ ; cf. At 1,7+); essa si oppone al periodo precedente più per una differenza di natura che per una semplice successione temporale. Il cristiano, fin d'ora «figlio del giorno», liberato dal mondo perverso (Gal 1,4) e dal dominio delle tenebre, partecipa al regno di Dio e del suo Figlio (Col 1,13); è già cittadino del cielo (Fil 3,20). Questa «situazione» così nuova orienta tutta la morale (cf. Rm 6,3s).
Rm 13,12:Gettiamo via: con volg.; BJ con gr. traduce: «lasciamo là»; alla lettera: «spogliamoci».