10Se la sua offerta è un olocausto di bestiame minuto, pecora o capra, egli offrirà un maschio senza difetto. 11Lo immolerà dal lato settentrionale dell'altare davanti al Signore e i sacerdoti, figli di Aronne, spargeranno il sangue attorno all'altare. 12Lo taglierà a pezzi, con la testa e il grasso, e il sacerdote li disporrà sulla legna, collocata sul fuoco dell'altare. 13Laverà con acqua le interiora e le zampe; poi il sacerdote offrirà il tutto e lo brucerà sull'altare: olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave per il Signore.
14Se la sua offerta al Signore è un olocausto di uccelli, offrirà tortore o colombi. 15Il sacerdote li offrirà all'altare, ne staccherà la testa, che farà bruciare sull'altare, e il sangue sarà spruzzato sulla parete dell'altare. 16Poi toglierà il gozzo con le sue immondezze e lo getterà al lato orientale dell'altare, dov'è il luogo delle ceneri. 17Dividerà l'uccello in due metà prendendolo per le ali, ma senza separarlo, e il sacerdote lo brucerà sull'altare, sulla legna che è sul fuoco, come olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave per il Signore.
Note:
Lv 1:L'insieme del rituale dei sacrifici (Lv 1-7) è collegato col soggiorno di Israele nel deserto e posto sotto l'autorità di Mosè. In realtà, accanto a regolamentazioni antiche, comporta un certo numero di disposizioni tardive e ha ricevuto la forma definitiva solo dopo il ritorno dall'esilio. Nella forma attuale, Lv 1-7 rappresenta il codice sacrificale del secondo tempio. Si sa d'altronde solo poco del rituale israelita dell'epoca nomadica fornendo i testi antichi indicazioni solo sul sacrificio pasquale (cf. note su Es 12,1; Es 12,23; Es 12,39). - Nel rituale minuzioso dell'antica legge, la tradizione cristiana ha preferito vedere un insieme di preparazioni e di prefigurazioni del sacrificio unico e redentore del Cristo (cf. già Eb 8s) e dei sacramenti della chiesa. - Gli olocausti: sono i sacrifici nei quali la vittima è completamente consumata. L'imposizione delle mani da parte dell'offerente (v 4) è una attestazione solenne che questa vittima, presentata poi dal sacerdote, è un sacrificio suo personale. I racconti, come i testi rituali del Pentateuco, fanno risalire questo tipo di sacrificio all'epoca del deserto (Es 18,12; Nm 7,12) e anche ai patriarchi (Gen 8,20; Gen 22,9-10). In realtà, le attestazioni storiche più antiche datano dall'epoca dei Giudici (cf. Gdc 6,26; Gdc 11,31; Gdc 13,15-20). Sembra che questa forma di sacrificio sia influenzata dal rituale cananeo (cf. 1Re 18 , l'olocausto dei profeti di Baal è simile a quello d'Elia) e che non sia anteriore all'installazione delle tribù. In Lv 1 è dato un valore espiatorio all'olocausto; nell'epoca antica, è piuttosto un sacrificio di ringraziamento (cf. 1Sam 6,14; 1Sam 10,8; 2Sam 6,17) o un sacrificio per ottenere un favore da Jahve (1Sam 7,9; 1Sam 13,9; 1Re 3,4).
Lv 1,4:il rito espiatorio: l'espiazione è il sacrificio per mezzo del quale l'uomo che ha offeso Dio trasgredendo l'alleanza può rientrare in grazia. L'animale offerto in sacrificio (kipper) è stato interpretato come un riscatto (kofer) (cf. Es 30,12). Nei sacrifici espiatori, i riti del sangue svolgono una funzione primordiale (Lv 17,11 ; cf. Lv 4,1+; Lv 4,12+). Nota agli assiro-babilonesi e ai cananei, l'espiazione è stata inserita nelle basi stesse della legge israelita. Nel NT essa apparirà non come un pagamento o una sostituzione, ma come il dono della vita di Dio per vivificare gli uomini (Rm 3,25-26).
Lv 1,5:immolerà: chi? il sacerdote? Il testo originale ha solo il verbo e alla terza persona singolare. Ez 44,11 affida questa immolazione ai leviti. La funzione del sacerdote comincia quando il sangue della vittima è messo in contatto con l'altare. E' la legge generale di ogni forma di sacrificio: solo il sacerdote sale all'altare (cf. Es 18,7+). - il sangue era considerato come la sede del principio vitale (Gen 9,4 ; cf. Dt 12,16; Dt 12,23; Sal 30,10); da ciò il suo valore espiatorio (cf. Lv 17,11) e la sua funzione di primo piano nel rituale dei sacrifici e nelle alleanze (Es 24,8). E' questo un tratto originale del culto israelita in rapporto al culto cananeo. Secondo il costume antico, ogni macellazione è dunque un atto cultuale che deve compiersi su un altare (1Sam 14,32-35) e, secondo Lv 17,3s , nel santuario (cf. Lv 17,4+).
Lv 1,7:I figli del sacerdote Aronne: con il TM; BJ preferisce: «i figli di Aronne, i sacerdoti», con le versioni e cf. v 8.
Lv 1,8:poi: il TM ha ancora: «i figli di Aronne, i sacerdoti».
Lv 1,9:consumato: l'espressione designa non soltanto, come qui, l'olocausto, ma la parte di ogni sacrificio che si bruciava per Jahve. L'offerta non è considerata come un cibo materiale che l'uomo potrebbe offrire a Dio e dividere con lui (cf. Dt 18,1+), ma è equiparata al fumo dell'olocausto o dell'incenso, che sale in «soave odore», cf. Es 29,18+ .