Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

CX - De la dignità de’ sacerdoti, e del sacramento del Corpo di Cristo. E di quelli che comunicano degnamente e indegnamente.

Santa Caterina da Siena

CX - De la dignità de’ sacerdoti, e del sacramento del Corpo di Cristo. E di quelli che comunicano degnamente e indegnamente.
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— Ora ti rispondo di quello che m’hai adimandato sopra e’ ministri della sancta Chiesa. E acciò che tu meglio possa cognoscer la veritá, apre l’occhio de l’intellecto tuo e raguarda l’excellenzia loro, in quanta dignità lo gli ho posti. E perché meglio si cognosce l’uno contrario per l’altro, voglioti mostrare la dignità di coloro che exercitano in virtú el tesoro che lo lo’ missi fra le mani; e per questo, meglio vedrai la miseria di coloro che oggi si pascono al pecto di questa sposa. —

Alora quella anima, per obbedire, si specolava nella veritá, dove vedeva rilucere le virtú ne’ veri gustatori. Alora Dio etterno diceva: — Carissima figliuola, prima ti voglio dire la dignità loro dove lo gli ho posti per la mia bontá; oltre a l’amore generale che Io ho avuto a le mie creature creandovi a la imagine e similitudine mia, e ricreativi tucti a grazia nel sangue de l’unigenito mio Figliuolo; unde veniste in tanta excellenzia, per l’unione ch’ Io feci della Deitá mia nella natura umana, che in questo avete maggiore excellenzia e dignità voi che l’angelo, perch’ Io presi la natura vostra e non quella de l’angelo. Unde, si come Io dixi, Io Dio so’ facto uomo e l’uomo è facto Dio per l’unione della natura mia divina nella natura vostra umana.

Questa grandezza è data in generale ad ogni creatura che ha in sé ragione; ma tra questi ho electi e’ miei ministri per la salute vostra, acciò che per loro vi sia ministrato el sangue de l’umile e immaculato Agnello unigenito mio Figliuolo. A costoro ho dato a ministrare il Sole, dando lo’ el lume della scienzia e il caldo della divina caritá e il colore unito col caldo e col lume, cioè il Sangue e il Corpo del mio Figliuolo. El quale Corpo è uno sole, perché è una cosa con meco, vero Sole. E tanto è unito, che l’uno non si può separare da l’altro né tagliare, se non come il sole, che non si può dividere né il caldo suo da la luce né la luce dal suo colore, per la sua perfeczione de l’unione.

Questo sole, non partendosi da la ruota sua, cioè che non si divide, dá lume a tucto quanto el mondo e scalda a chiunque da lui vuole essere scaldato; e per alcuna immondizia questo sole non si lorda, e il lume suo è unito, come detto t’ho. Cosí questo Verbo mio Figliuolo, con el sangue dolcissimo suo, è uno sole, tucto Dio e tucto uomo, perché egli è una medesima cosa con meco e lo con lui. La potenzia mia non è separata da la sapienzia sua, né il calore, fuoco di Spirito sancto, non è separato da me Padre, né da lui Figliuolo, però che egli è una medesima cosa con Noi, perché lo Spirito sancto procede da me Padre e dal Figliuolo, e siamo uno medesimo Sole.

Io so’ quel Sole, Dio etterno, unde è proceduto el Figliuolo e lo Spirito sancto. Allo Spirito sancto è appropriato el fuoco; al Figliuolo la sapienzia, nella quale sapienzia e’ ministri miei ricevono uno lume di grazia, perché hanno ministrato questo lume con lume e con gratitudine del benefizio ricevuto da me Padre etterno, seguitando la doctrina di questa sapienzia, unigenito mio Figliuolo.

Questo è quello lume che ha in sé il colore della vostra umanità, unito l’uno con l’altro. Unde il lume della Deitá mia fu quello lume unito col colore de l’umanità vostra. El quale colore diventò lucido, quando fu inpassibile in virtú della Deitá, natura divina. E per questo mezzo, cioè de l’obiecto di questo Verbo incarnato, intriso e impastato col lume della mia Deitá, natura divina, e col caldo e fuoco dello Spirto sancto, avete ricevuto el lume. A cui l’ho dato a ministrare? A’ ministri miei nel corpo mistico della sancta Chiesa, acciò che aviate vita, dandovi el Corpo suo in cibo e il Sangue in beveraggio.

Decto t’ho che questo Corpo è sole. Unde non vi può essere dato el Corpo che non vi sia dato el Sangue, né il Sangue né il Corpo senza l’anima di questo Verbo, né l’anima né il Corpo senza la Deitá di me Dio etterno, perché l’una non si può separare da l’altra; si come in un altro luogo ti dixi che la natura divina non si parti mai da la natura umana, né per morte né per verun’altra cosa non si poteva né può separare. Si che tutta l’essenzia divina ricevete in quello dolcissimo sacramento sotto quella bianchezza del pane. E si come il sole non si può dividere, cosí non si divide tutto Dio ed uomo in questa bianchezza dell’ostia. Poniamo che l’ostia si dividesse: se mille migliaia di minuzzoli fusse possibile di farne, in ciascuno so’ tutto Dio e tutto uomo, come detto ho. Si come lo specchio che si divide, e non si divide però la imagine che si vede dentro nello specchio; cosí, dividendo questa ostia, non si divide tutto Dio e tutto uomo, ma in ciascuna parte è tutto. Né non dimi. nuisce però in se medesimo se non come il fuoco, cioè in questo exemplo.

Se tu avessi uno lume, e tutto ci mondo venisse per questo lume; per quello tollere, ci lume non diminuisce, e nondimeno ciascuno l’ha tutto. É vero che chi piú o meno participa di questo lume: secondo la materia che colui, che riceve, porta, cosí riceve il fuoco. E acciò che meglio m’intenda, pongoti questo exemplo. Se fussero molti che portassero candele, e l’una avesse materia d’una oncia e l’altra di due o di sei, o chi di libra e chi piú, e andassero al lume e accendessero le candele loro; poniamo che in ciascuno, ne l’assai e nel poco, vede tutto ci lume, cioè il caldo e il colore ed esso lume; nondimeno tu giudicarai che meno n’abbi colui che la porta d’una oncia che quelli di libra. Or cosí adiviene di quegli che ricevono questo sacramento: chi porta la candela sua, cioè il sancto desiderio con che si riceve e piglia questo Sacramento; la quale candela in sé è spenta, e accendesi ricevendo questo Sacramento. a Spenta» dico, perché da voi non sète alcuna cosa. È vero che Io v’ho data la materia con che voi potiate notricare in voi questo lume e riceverlo. La materia vostra è l’amore, perch’ Io vi creai per amore, e però non potete vivere senza amore.

Questo essere dato a voi per amore ha ricevuta la disposizione nel sancto baptesmo, che ricevete in virtú del sangue di questo Verbo; ché in altro modo non potreste participare di questo lume, anco sareste come candela senza ci papeio dentrovi, che non può ardere né ricevere in sé questo lume. Cosí voi, se ne l’anima vostra non aveste ricevuto ci papeio che riceve questo lume, cioè la sanctissima fede, ed unita la grazia che ricevete nel baptesmo con l’affetto de l’anima vostra creata da Ine, apta ad amare; si come detto t’ho che tanto è apta ad amare che senza amore non può vivere, anco ci suo cibo è l’amore.

Dove s’accende questa anima unita per lo modo che detto t’ho? Al fuoco della divina mia carità, amando e temendo me e seguitando la dottrina della mia Verità. È vero che s’accende piú e meno, si com’ Io ti dixi, secondo che portarà e darà materia a questo fuoco; però che, bene che tutti abbiate una medesima materia, cioè che tutti siate creati a la imagine e similitudine mia e abbiate ci lume del sancto baptesmo voi cristiani, nondimeno ogniuno può crescere in amore e in virtú, secondo che piace a voi, mediante la grazia mia. Non che voi mutiate altra forma che quella che lo v’ho data, ma crescete e aumentate ne l’amore le virtú, usando in virtú e in affetto di caritá ci libero arbitrio, mentre che avete il tempo; però che, passato ci tempo, non il potreste fare. Si che potete crescere in amore, come detto t’ho. El quale amore, venendo con esso a ricevere questo dolce e glorioso lume (del quale Io v’ho dato a ministrare col mezzo dei ministri miei, e dato ve l’ hoe in cibo, e tanto ricevete di questo lume quanto portarete de l’amore e affocato desiderio), poniamo che tutto ci ricevete (si com’ Io dixi ponendoti l’exemplo di coloro che portavano candele, e’ quali secondo la quantità del peso cosí ricevevano), poniamo che in ogniuno ci vedessi tutto intero e non diviso, però che dividere non si può, come detto è, per veruna vostra imperfeczione, né di voi che ‘l ricevete né di chi ci ministra; ma tanto participate in voi di questo lume, cioè della grazia che ricevete in questo sacramento, quanto vi disponete a ricevere con sancto desiderio. E chi andasse a questo dolce sacramento con colpa di peccato mortale, da questo sacramento non riceve grazia, poniamo che egli riceva attualmente tutto Dio ed uomo, si come detto t’ho.

Ma sai come sta questa anima che ‘l riceve indegnamente? Sta si come la candela che v’è caduta l’acqua, che non fa altro che strídare quando è acostata al fuoco: che, subbito che ‘l fuoco v’è intrato, è spento in quella candela, e non vi rimane altro che ‘l fummo. Cosí questa anima porta sé, candela, la quale ricevette il sancto baptesmo e poi gittoe l’acqua della colpa dentro ne l’anima sua, la quale fue una acqua che inacquoe il papeio del lume della grazia del baptesmo. Non essendosi scaldata al fuoco della vera contrizione, confessandosi della colpa sua, andò alla mensa de l’altare a ricevere questo lume attualmente. Questo vero lume, non essendo disposta quella anima come si debba disponere a tanto misterio, non rimane per grazia in quella anima, ma partesi, e ne l’anima rimane maggiore confusione, spenta con tenebre e aggravata la colpa sua. Di questo sacramento non sente altro che strido di rimorso della coscienzia, non per difecto del lume, però che non può ricevere alcuna lesione, ma per difecto de l’acqua che trovò ne l’anima; la quale acqua impedí l’affetto de l’anima, che non poté ricevere questo lume.

Si che vedi che in neuno modo questo lume, unito el caldo e il colore a esso lume, si può dividere: né per piccolo desiderio che porti l’anima ricevendo questo Sacramento, né per difecto che fusse ne l’anima che ‘l riceve né di colui che ‘l ministra; si come Io ti dixi del sole, el quale, stando in su la cosa immonda, non si lorda però. Cosí questo dolce lume in questo sacramento per neuna cosa si lorda, né si divide, né diminuisce il lume suo, né non si stacca da la ruota: poniamo che tutto el mondo si comunichi del lume e del caldo di questo sole. Cosí non si stacca questo Verbo Sole, unigenito mio Figliuolo, da me Sole, Padre etterno, perché nel corpo mistico della sancta Chiesa sia ministrato a chiunque il vuole ricevere; ma tutto rimane, e tucto l’avete, Dio e uomo, si come ti diei exemplo del lume: che se tutto el mondo mandasse per esso lume, tutti l’hanno tutto, e tutto si rimane.