LXXI - Come i predecti, che si dilectano de le consolazioni e visioni mentali, possono essere ingannati ricevendo el demonio transfigurato in forma di luce. E de’ segni a’ quali si può cognoscere quando la visitazione è da Dio, o dal demonio.
Santa Caterina da Siena
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— E doppo questo, ricevono spesse volte un altro inganno dal dimonio, cioè di trasformarsi in forma di luce. Perché ‘l dimonio in quello che vede la mente disposta a ricevere e desiderare, in quello gli dà. Perché vede la mente inghiottornita e posto ci suo desiderio solo nelle consolazioni e visioni mentali (a le quali l’anima non debba ponere il suo desiderio, ma solamente nelle virtú, e di quelle per umilità reputarsene indegna ed in esse consolazioni ricevere l’affecto mio), dico che ‘l dimonio alora si trasforma in quella mente in forma di luce, in diversi modi: quando in forma d’angelo, e quando in forma della mia Verità, o in altra forma de’ sancti miei. E questo fa per pigliarla co’ l’amo del proprio dilecto spirituale che ha posto nelle visioni e dilecto della mente. E se essa anima non si leva con la vera umilità, spregiando ogni dilecto, rimane presa con questo lamo nelle mani del dimonio. Ma se essa con umilità, spregiando ci dilecto, e con amore stregne l’affecto di me, che so’ donatore, e non del dono, ci dimonio non la può sostenere, per la sua superbia, la mente umile.
E se tu mi dimandassi: — A che si può cognoscere che sia piú dal dimonio che da te? — io ti rispondo che questo è il segno: che se ella è dal dimonio, che egli sia venuto nella mente a visitare in forma di luce, come decto è, l’anima riceve subbito nel suo venire allegrezza; e quanto piú sta, piú perde l’allegrezza e rimane tedio e tenebre e stimolo nella mente, obfuscandovisi dentro. Ma se in veritá è visitata da me, Verità etterna, l’anima riceve timore sancto nel primo aspecto; e con esso timore riceve allegrezza e sicurtà con una dolce prudenzia, che, dubbitando, non dubbita; ma, per cognoscimento di sé reputandosi indegna, dirà: — Io non so’ degna di ricevere la tua visitazione; non essendone degna, come può essere? — Alora si vòlle a la larghezza della mia carità, cognoscendo e vedendo che a me è possibile di dare; e non raguardo alla indegnità sua, ma a la dignità mia che la fo degna di ricevere me, per grazia e per sentimento, in sé, perché non dispregio il desiderio col quale ella mi chiama. E però riceve umilmente, dicendo: — Ecco l’ancilla tua: facta sia in me la tua volontà. — E alora esce del camino de l’orazione e visitazione mia con allegrezza e gaudio di mente, e con umilità reputandosi indegna, e con caritá ricognoscendola da me.
Or questo è il segno che l’anima è visitata da me o dalle dimonia: trovando quando è da me, nel primo aspecto, ci timore e, al fine e al mezzo, l’allegrezza e la fame delle virtú. E quando è dal dimonio, ci primo aspecto è l’allegrezza, e poi rimane in confusione e in tenebre di mente. Si che lo ho proveduto in darvi el segno, acciò che l’anima, se ella vuole andare umile e con prudenzia, non possa essere ingannata. El quale inganno riceve l’anima che vorrà navicare solo con l’amore imperfecto delle proprie consolazioni piú che de l’affecto mio, come decto t’ho.
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