Il cantico della purezza
San Giovanni Bosco

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La stesura di questo sogno è di Don Lemoyne, che non ebbe l'opportunità
di farlo rivedere da Don Bosco; noi quindi ci limitiamo a presentarlo in
sintesi.
In una notte del luglio del 1884 a Don Bosco parve trovarsi dinanzi a
uno sconfinato e dolce declivio, splendidamente illuminato da una luce
più pura e più viva di quella del sole, tutto rivestito di erbe
verdeggianti, smaltato di fiori svariatissimi e ombreggiato da gran
numero di alberi, i cui rami, avviticchiandosi tra loro, si stendevano a
forma di festoni. Un vero paradiso terrestre.
Ma più che quel giardino incantato, attirarono la sua attenzione due
vaghe fanciulle sui 12 anni, sedute sui margini della riva presso la
stradicciuola dov'egli stava. Una celestiale modestia spirava dai loro
volti e da tutto il loro contegno. Dai loro occhi, sempre fissi in alto,
traspariva una ingenua semplicità di colomba e una gioia di sovrumana
felicità. La grazia delle movenze dava loro un'aria di nobiltà che
faceva contrasto con la loro giovinezza. Una veste candidissima scendeva
fino ai piedi. I fianchi erano cinti da una fascia purpurea con bordi
d'oro, sulla quale spiccava un fregio a modo di nastro, intessuto di
gigli, di violette e di rose. Un ornamento simile, a guisa di monile,
portavano al collo. Due fascette di margheritine bianche ne cerchiavano i
polsi come braccialetti. Candide le calzature e bordate di nastro
filettato d'oro. Lunga la capigliatura e stretta da una corona che
cingeva la fronte, lasciando ricadere, ondeggianti sulle spalle e
inanellate a ricci, le chiome.
Esse tenevano insieme un dialogo parlando, interrogando, esclamando, ora
sedute ambedue, ora seduta l'una e l'altra in piedi, ora movendosi in
su e in giù a lenti passi.
Don Bosco, spettatore silenzioso, ne ascoltava i discorsi, continuati a
lungo, senza che dimostrassero di accorgersi della sua presenza. Esse
cantavano le lodi della purezza, i mezzi per custodirla, i premi
riservati ad essa in questo mondo e nell'altro.
Alla fine si volsero e salirono la ripa camminando sui fiori senza
curvarli e cantando un inno angelico, a cui risposero schiere di spiriti
celesti scesi loro incontro. Ai primi se ne aggiungevano del continuo
altri e poi altri, levando uniti un cantico immenso e armoniosissimo,
finito il quale, tutti insieme a poco a poco si sollevarono in alto e
disparvero con l'intera visione. Don Bosco in quel punto si svegliò.
È noto che Don Bosco è tra le figure di educatori santi più amate e che
ha esercitato tra i giovani un fascino tutto suo di calda paternità
conquistatrice.
Ma è anche noto che amava i giovani con un candore angelico. In questo
sogno assiste ad ammalianti visioni di angeli e di vergini che esalano
l'effluvio del loro candore e cantano le lodi della purezza.