«Ma io la casa l’ho già»
I sogni di don Bosco
San Giovanni Bosco

Durante una sua permanenza a Marsiglia, Don Bosco al canonico Guiol, che
gli faceva vedere la necessità di avere in campagna una casa per
mandarvi i giovani di San Leone durante i mesi più caldi, disse:
— Ma io la casa l’ho già a mia disposizione. E uno spazioso edificio
situato in posizione amena, cinto da larga pineta, e vi si accede per
magnifici viali di platani; un abbondante corso d’acqua attraversa da un
capo all’altro tutto il podere.
Il canonico, che sapeva benissimo come Don Bosco non possedesse un bel
niente a Marsiglia, poco mancò che non temesse in lui un improvviso
squilibrio mentale. Quindi, un po’ sconcertato, lo interrogò per sapere
dove fosse quella villeggiatura.
— Dove sia non lo so — rispose Don Bosco —; ma so che c’è e che si trova nelle vicinanze di Marsiglia.
— Questa è curiosa — replicò il parroco —. Ma come fa a sapere che la casa c’è e che è destinata per lei?
— Lo so perché l’ho sognato.
— E come ha sognato?
— Ho visto casa, alberi, podere, acqua, tutto come ho descritto, e per
di più i giovani che si divertivano e correvano sotto i viali.
L’abate Guiol che, quando Don Bosco parlava di sogni, non Io credeva
affatto un visionario, non prese alla leggera le sue parole, ma le tenne
bene a mente e stette a osservare. Qualche tempo dopo, alcuni
benefattori offrirono una casa per lo scopo desiderato, ma Don Bosco
rifiutò ringraziando e dicendo che non era quella. Intanto gli anni
passavano. In ogni incontro Don Bosco e il canonico parlavano tra loro
della famosa villa da cambiare in noviziato, e il canonico cominciava a
ridere piacevolmente.
Ma Don Bosco ne parlava anche con altri. Infatti nel settembre del 1882
ne fece cenno con il chierico Cartier, che si era fermato a Nizza, dove
Don Bosco presiedeva gli Esercizi Spirituali dei Salesiani.
— Noi — gli disse il Santo — avremo nei dintorni di Marsiglia una gran
casa in cui metteremo il noviziato e lo studentato filosofico. Tu sarai
destinato colà, ma non nel primo anno, essendovi bisogno dite per la
scuola a San Leone; tuttavia vi andrai a dare lezione, finché non vi
stabilisca la tua residenza.
Nel 1883 la signora Pastré, ricca vedova parigina a cui Don Bosco aveva
ottenuto la guarigione della figlia, gli offerse l’uso di una sua villa
presso Santa Margherita, poco lontano da Marsiglia; sennonché Don Bosco,
per motivo di personali riguardi, senza nemmeno verificare le
condizioni della casa, declinò l’offerta. Trascorsi alcuni mesi, il
direttore di Marsiglia Don Bologna gli scrisse che la signora insisteva
nella sua proposta, pregando di accettare. Don Bosco rispose che se vi
erano i pini, i platani e il corso d’acqua, sì; se no, no.
Il direttore, andato a vedere, gli notificò che di pini ve n’erano a
centinaia, che vi erano i viali di platani e che l’acqua correva per il
podere. Allora fu accettata la casa di Santa Margherita in usufrutto per
quindici anni e vi si pose il noviziato nell’autunno del 1883, sotto la
denominazione significativa di «La Provvidenza».
Il canonico Guiol si recò a visitare la casa con Don Bosco nel 1884 e
osservò con stupore che tutto corrispondeva esattamente a quanto il
Santo gli aveva detto di aver visto nel sogno.